pietropresti . valzer
L’American Bar, una scintilla;
vi scordate sempre di questo posto di frontiera sulla Via Emilia finché non ci capitate l’ennesima volta, alla ricerca di cibo, e vi sembra un miraggio. Cosa prendi? Sorvolate sugli spaghetti, sui salumi misti, sulle lamentele, sull’estetica dei banconi zeppi di frutta finta. È l’ora in cui non conta più la qualità dei dettagli ma solo un certo calore che le cose possono ancora sprigionare: il tuo caffè, il suo cappuccino con molto latte, i cornetti, i vostri corpi stanchi, perfino i silenzi se ci si guarda negli occhi, gli odori accumulati alla base del collo. Quasi alla fine della notte, quasi all’inizio dell’alba, in quel piccolissimo gap tra finire e ricominciare, lì c’è la malinconia. I baristi vi guardano come avranno guardato mille altri, vi guardano come due dispersi che hanno tratto in salvo dalla vastità di un mare nero e freddo, voi li guardate come fossero marinai sfiniti da questo navigare notturno, il sale delle ore sul viso, la tenerezza del riposo inseguito nel tempo.
Date un’occhiata ai vostri telefonini per quel tic contemporaneo, anche vostro, di falene attaccate a una qualche luce artificiale, quando vi accorgete che non c’è campo tra i tavoli del locale, e vi rendete conto che per un attimo, quest’attimo, nessuno può raggiungervi, e nessuno sa dove siete, e in questa disconnessione involontaria, nell’assenza di un segnale, siete l’unica prova uno dell’altro, e che il mondo fuori si sta svegliando e che voi siete ancora da qualche altra parte, in un luogo diverso. Oh, quando tu pieghi la testa e ti accorgi che anche lei sta piegando la sua con un’inclinazione opposta, come tutte le cose che provano a combaciare, e il sapore del suo sonno e del suo respiro, di tutte le cose bevute e delle sigarette fumate e delle cose mangiate e dette si mescola a quello del caffè dentro la tua bocca. Le sue mani si distendono larghe sui tuoi capelli e poi sul tuo viso, come la luce scarsa e umida e intima che si sta spargendo sull’asfalto, sulla città, su una parte del mondo. Parma si sgranchisce, così assonnata, e voi due siete un brivido sulla sua schiena. Per questo imparare a conoscersi a memoria, per non dormire, non dormire mai, non dormire ancora.
Foto: Maria Cecilia Culpo 2008
pietropresti . sedimenti Novembre 2005 . Esce Liberami dal male: una disintossicazione. “Lo scandaglio di una subcultura che vede ogni cosa con un colore diverso è in Presti quasi imponente; l’esasperazione, la violenza, la noia infinitamente noia, l’ossessione della fisicità, la perversione di ogni cura. Liberami dal male evoca un’urgenza di parole: un urlo in uno stomaco completamente vuoto.”( La Luna di Traverso ) “Un narrante e la sua vita borderline intorno alla quale gira un mondo di ovvietà e conformismi percepiti come in una panoramica a vortice, che sembrano trascritti davvero da un film di Abel Ferrara rifatto da Joel Schumacher e da Gus Van Sant insieme.”( La gazzetta di Parma ) “E se... di colpo, si volesse esser carta, per aver tatuate queste parole.”( Giovanni Buzi )
2005/2007 . In Tour:run away turn away run away. “Te ne vai in giro, parli con la gente, e ti accorgi che tutti hanno di queste malinconie: malinconia di certi posti, malinconia di certi momenti, malinconia di certe persone”.
Agosto 2007 . Scarti fotografici dal set per la copertina del romanzo “La fragilità dei corpi”. MichelaBasoni©2007 “Poi ti ricorderai ch’eri edera sulle mie labbra e diventasti artemisia. Poi ti ricorderai di quella sera, quando un soffio di neve valse tutte le nostre armate, e le distrusse.”
Ottobre 2007 . “Palermo se ne frega” del mio secondo romanzo. “Un romanticismo graffiante” ( ExtraMusicMag ) “Acuto e tagliente; l’autore non ha pietà” ( KultUnderground ) “Una spugna impregnata d’aceto data ad un assetato” ( DadaMag ) “Un ritmo incalzante, quasi ossessivo” ( Arcilettore ) “Uno stile crudo, violento, caratterizzato da immagini piene che scavano la pelle” ( KultVirtual ) “Nelle parole di Pietro c’è la fede. Una fede fatta di carne che commuove ed emoziona” ( Alessandra Amitrano )
Novembre 2007 . Un’esperienza teatrale:death of Pasolini. Un teatro fisico, muscolare; come se la tensione di un nervo valesse tanto quanto una qualità letteraria, perfettamente espressiva, come l’onestà per esempio. Foto:Soukizy © 2008 “Pensa la poesia: la ragione dei colori più belli sulla schiena degli scarafaggi”. . . . . . . . . .. 2008 . E’ tutto un casino: i reading; la musica Hardcore; Bologna di notte Bologna alveare; i camera mix e le affinità etiliche, tutti i fragili con le ossa bagnate, Roma che la terza volta ti fa tremare, le prime parole di un nuovo romanzo… . . In controluce : Bologna serata Tabard. Alessandro Ansuini + Pietro Presti + Easy living. . . . . . . “Docile jeune fille svenevole, la notte arriva su tutte queste sue storie, la notte invernale, la notte frangibile. La notte con una mole di possibilità attaccate, come tanti piccoli post-it gialli sui frigoriferi delle cucine”.. . . . . . . . . Intimista : Bologna negli appartamenti. “La bellezza che era di tutti e il freddo che non distingueva tra nessuno di noi”. ..Parma 01.03.08: L’estraneo sono io. Reading e intervista circa “La fragilità dei corpi”. Dub, arabeschi, anima e musica: Almamegretta staila .. . . . . Una folgorazione: “Prendi il battito di un cuore, spingilo alla tachicardia, amplificalo: ecco l’hardcore”. 2008–2XXX: il passato davanti e il futuro pronto ad aggredirci alle spalle. “La notte è una superficie. E una parte del mondo è insonne, la musica è insonne, le cose che succedono sono insonni, e anche i gatti, le luci artificiali, e le frequenze radio, i significati delle cose sono insonni, l’economia globale è insonne, le telecamere di vigilanza, la produzione della merce, per quel che ne potete sapere…” . . . State svegli.
pietropresti . friends