Caspar David Friedrich profile picture

Caspar David Friedrich

cdfriedrich

About Me


Contact TablesDEUTSCH .
ENGLISH .
Sono nato a Greifswald (Pomerania) nel 1774. La mia famiglia era di umili origini, e la mia infanzia fu segnata dalla morte di mia madre e di mio fratello. Iniziai a dedicarmi all'arte sotto la guida dell'architetto Johann Friedrich Quistorp. Nel 1794 si iscrissi all'Accademia di Copenhagen. Nel 1798 mi trasferii a Dresda. Qui entrai in contatto con alcune delle maggiori personalità dell'epoca: Goethe, Tieck, Schlegel, Schelling, Novalis e frequentai anche gli scrittori del gruppo Phöbus: Heinrich von Kleist, Theodor Körner, Amadeus G. Müllner. Dresda rimase la mia principale dimora per il resto della vita, anche se il mio temperamento “irrequieto” mi portò più volte nella città natale, o in giro per i boschi della Pomerania, sulle montagne dello Harz e sull'isola di Rügen. La grande molla che animò continuamente questi movimenti era il bisogno di vivere a contatto con la natura. I miei primi lavori furono dei disegni a seppia e acquerello, lavori che risentirono del gusto romantico dell'epoca. Nel 1807 cominciai a dedicarmi alla pittura a olio. Nacquero così i miei primi lavori più importanti. Nel 1808 realizzai La croce sulle montagne (Dresda, Gemäldegalerie). Il dipinto, che mi fu commissionato dalla contessa Thun und Hohenstein, suscitò in realtà polemiche per l'audace simbologia legata al paesaggio. Alla base di questa e altre opere cercai di inserire l'interesse che avevo appreso per l'estetica di Schelling (Discorso sulle arti figurative e sulla natura, 1807) e le idee di Schleiermacher, che vedeva e sentiva nella contemplazione della natura uno strumento di elevazione spirituale. Ero di spirito colto e curioso. Questa mia passione mi portò a leggere i libri di Runge (La sfera dei colori, 1810) e Goethe (Teoria dei colori, 1810). L'influenza di queste letture mi aprirono nuovi mondi, e forse ciò si avvertì nelle opere successive, dove il colore si caricò di nuove suggestioni e valenze simboliche. A partire dal 1810 cominciai a dedicarmi all'insegnamento e il mio temperamento piuttosto riservato e solitario non mi impedì di raggiungere il discreto successo. In occasione dell'Esposizione Accademica di Berlino, Federico Guglielmo III di Prussia comprò due dei miei lavori. Nel 1817 venni nominato membro dell'Accademia di Dresda. Nel 1818 sposai Carolina Bommer. Verso la fine degli anni '10 conobbi il pittore norvegese Christian C. Dahl, col quale abitai a partire dal 1820, e il filosofo tedesco Karl Gustav Carus, autore di Nove lettere sulla pittura di paesaggio, che diventò mio allievo. Fu questo il nucleo di quella che verrà definita la "Scuola di Dresda": la corrente romantica. Nel 1824 mi ammalai e per me divenne quasi impossibile praticare la pittura ad olio, potendomi dedicare solo su disegni a matita. Negli anni seguenti il mio stato di salute si aggravò… Fino al 1827 riuscii a lavorare poco, ma alla fine mi ripresi. Ma lentamente mi isolai sempre di più, ritirandomi nel profondo di un IO autolesionista, così mi dicevano: mi convinsi semplicemente che la mia arte aveva qualcosa da dire ormai solo agli amici più intimi… agli iniziati… e a nessun altro. Nel 1835 venni colpito da un'emorragia cerebrale, che mi lasciò paralizzato. Che dolore non poter toccare più quei pennelli… quei colori… Morii a Dresda, era il 7 maggio del 1840.

My Interests


(cape arkona - 1806)
Sciogliere difficoltà non è arte,
ma piuttosto gioco di abilità.

(the cross in the mountains - 1808)
Chiudi l’occhio fisico così da vedere l’immagine principalmente con l’occhio dello spirito.
Poi porta alla luce quanto hai visto nell’oscurità,
affinché si rifletta sugli altri, dall’esterno verso l’interno.

(the monk by the sea - 1809)
Iniziare e poi completare un quadro con le mani,
senza prima averlo nello spirito, è operazione frequente.
Proprio allora e solo allora le regole artistiche sono utili ed operano miracoli,
giacché creano con grande pena il nulla dal nulla.

(the abbey in the oakwood - 1809)
Può essere un grande onore avere un grande pubblico.
Ma l’onore più grande è avere un pubblico piccolo ma scelto.

(winter landscape with a church - 1811)
È facilmente comprensibile l’avversione per certi soggetti
da parte di coloro che hanno uno sguardo e una fantasia troppo ottusi
per riconoscere il delicato gioco di colori del grandioso manto bianco,
simbolo della purezza estrema, e sotto cui la natura si prepara a una nuova vita,
o di chi possiede una fantasia troppo debole per vedere nella nebbia
qualcosa che non sia il solo grigio.
Un luogo avvolto nella nebbia appare più grande, più elevato,
accresce la forza d’immaginazione e suscita attesa
come una fanciulla ricoperta da un velo.
Lo sguardo e la fantasia sono generalmente attratti con maggior forza
da uno sfondo nebbioso che da uno netto e chiaro.

(morning in the riesengebirge - 1811)

(the men by the sea at moonrise - 1817)
Il pittore non deve soltanto dipingere ciò che vede davanti a sé,
ma anche ciò che vede in sé. Se però in sé non vede nulla,
tralasci pure di dipingere ciò che vede davanti a sé.

(the wanderer above the mist - 1818)
Devo essere solo e sapere di essere solo,
per poter vedere e sentire pienamente la natura.
Devo compiere un atto di osmosi con quello che mi circonda,
diventare una cosa sola con le mie nuvole, le mie montagne,
per poter essere quello che sono.

(on a sailing boat - 1818)
L’arte è paragonabile ad un bimbo, la scienza a un uomo.

(swans in the rushes - 1820)
Se vuoi sapere cosa sia la bellezza, interroga il signor esperto d’estetica.
Potrà esserti utile al tavolino del tè, ma non dinanzi al cavalletto:
li devi sentire cosa è bello.

(the morning mist - 1821)
Costruite, se vi è possibile, delle macchine
che racchiudano in se lo spirito dell’uomo e sappiano esprimerlo,
ma non plasmate degli uomini che siano simili a macchine,
senza una volontà propria e senza un proprio dinamismo.

(the noon - 1821)
Certi dipinti sono grandi ma è la grandezza che gli manca.

(the evening - 1822)
L’arte non è, e non deve essere, unicamente abilità tecnica,
come sembrano ritenere persino molti pittori.
E’ invece necessario che sia il linguaggio della nostra sensibilità,
del nostro modo di essere, la nostra devozione e la nostra preghiera.

(village landscape in morning light - 1822)
Il pittore non deve dipingere solo quello che vede dinanzi a se,
ma anche quello che vede dentro di se. E se in se stesso non vede nulla,
smetta di dipingere anche quello che vede dinanzi a sé.

(arctic ship wreck - 1823)
Com’è grande il numero di coloro che si eleggono artisti senza minimamente riflettere
che l’arte è qualcosa di totalmente diverso dalla pura abilità tecnica!
Che l’arte debba scaturire dall’intimo dell’uomo
e che discenda dal suo valore morale e religioso, è per molti follia.
Ma come uno specchio puro, non offuscato, può riprodurre un’immagine pura,
così una vera opera d’arte può scaturire solo da un’anima pura.

(grave yard under snow - 1826)

(skeletons in the cave - 1826)

(autumn - 1826)

(sprucewood thicket in the woods - 1828)

(high mountains peak with driving clouds - 1835)

(two men at moonrise by the sea - 1835)

(landscape with grave,coffin and owl - 1836)
Perché, mi son sovente domandato,
scegli così spesso come oggetto di pittura la morte, la caducità, la tomba?
E’ perché, per vivere in eterno bisogna spesso abbandonarsi alla morte.

I'd like to meet:

(winter - 1803)
L’arte si afferma come mediatrice tra la natura e l’uomo. L’originale è troppo grande ed elevato perché la massa possa coglierlo. La copia, opera dell’uomo, è più vicina alla sua debolezza. In tal modo si comprende anche l’opinione spesso ripetuta che la copia piace più della natura, vale a dire del reale. E si comprende anche il modo di dire “è così bello che sembra dipinto”, mentre di un quadro si dice “è così bello che sembra vero”.

(megalithic grave in the snow - 1807)
(mist - 1807)
L’unica autentica fonte dell’arte è il nostro cuore, il linguaggio di un animo puro e infantile. Un’opera che non scaturisca da questa fonte può essere solo artificio. Ogni vera opera d’arte viene concepita in un’ora sacra e nasce in un’ora felice, il più delle volte senza che l’artista ne abbia coscienza, da un intimo impulso del cuore.
(winter landscape - 1811)
Se il pittore non sa far altro che imitare la natura morta o, per essere più esatti, non sa far altro che imitare in modo morto la natura, costui non vale più di una scimmia educata, oppure è simile a una modista: infatti, se costei veste e addobba la figura della signora contessa, quello addobba la camera del signor conte. Solo in questo consiste la differenza.

(graves of fallen liberty warriors - 1812)

(the chasseur in the forest - 1814)
Il sentimento dell’artista è la sua legge. Il puro sentire non può mai entrare in contrasto con la natura, ma deve armonizzarsi con essa. Il sentimento di un altro non può mai esserci imposto come legge. L’affinità spirituale produce opere simili, ma è ben lontana dall’imitazione.
(woman before the rising sun - 1818)
Ai signori critici non sono più sufficienti il nostro sole tedesco, la nostra luna e le nostre stelle,
le nostre rupi, i nostri alberi e le nostre piante, le nostre pianure, i nostri laghi e i nostri fiumi.
Tutto deve essere italiano per poter rivendicare grandezza e bellezza.

(chalk cliffs on rugen - 1818)
Chi può credere di sapere cosa sia veramente bello e chi può insegnarlo? E chi può ritenere di sapere cosa sia la natura spirituale, e dove dunque porre confini e stabilire norme? O uomini comuni, aridi e duri, voi escogitate sempre nuove regole! La massa vi loderà per le stampelle che le offrite, ma chi è cosciente della propria forza vi deride.
(monastery graveyard in the snow - 1819)
Un quadro non deve essere inventato, ma sentito.
(two men contemplating the moon - 1819)
Dai dipinti i critici d’arte hanno dedotto regole a cui gli artisti non avevano certamente pensato, e ritengono che con un simile fumo sia possibile creare nuovi dipinti. Folli!

(the afternoon - 1822)
Persino la natura tollera il fatto di non riuscire sempre gradita a noi, miseri mortali, e non si turba se ci mostriamo chiusi e insensibili alla sua bellezza. Gli uomini, dunque, dovrebbero dar prova di maggior modestia, pazienza e sensibilità se le loro opere non sempre incontrano il favore universale.

(rock ravine - 1822)
Non si deve imparare a dipingere secondo una maniera, perché essa giunge a noi spontaneamente, sin troppo presto, senza alcuno sforzo. Così come ogni uomo deve camminare, vedere, giacere, parlare nella forma a lui propria, ogni artista conquisterà un modo autonomo di dipingere senza compiere studi particolari. La maniera così acquisita sarà una nostra intrinseca proprietà, in armonia dunque con il nostro essere.

(the tree of crows - 1822)
(the ruin at eldena - 1825)
(angels in heaven - 1826)
Sì, sì! È proprio così: quello che l’artista, o l’uomo, è nella vita e nella società,
lo è anche nei suoi quadri o nelle sue opere.

(summer - 1826)

(spring - 1827)

(the temple of juno at agriento - 1828)

(evening on the baltic sea - 1831)

(seascape at moonlight - 1835)

(the stages of live - 1835)

(owl on a grave - 1836)

Music:



I made this music player at MyFlashFetish .com.