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"SINFONIA DARK..."
(A black poem for my king Satyr, inspired by a Neil Gaiman short story called "Murder Mysteries")
Notte,
dal negro drappeggio ammantata,
di impenetrabili velluti hai intessuto la sfuggente tenebra…
Passeggio inquieta rapita dagli echi del buio
come rami scheletrici protendono voci inconsistenti verso me…
Possiedimi incubo!
Hai mai assaporato le sue lacrime purpuree?
E, dimmi, strega di un mesto crepuscolo invernale,
hai mai udito l’amaro grido del rimpianto?
Ah…, accucciata nel nero li avverto:
segreti deliri, dissolute fatuità , languidi fantasmi,
null’altro che frenetici percorsi dell’umana volubile essenza…
Ormai ho visitato le viscere dell’oscurità …
Certamente voi non conoscete le sue struggenti lusinghe…
…e i suoi strascichi di verità …
Un uomo, un angelo caduto, un gentile vampiro di anime…
…la mia l’ha rubata con una poesia dal malinconico incedere…
Non ci sono stelle stanotte.
Passeggio inquieta rapita dagli echi del buio
sembra un attimo, eppure si susseguono le albe nell’intricato vortice dei giorni…
Percorre la carne inerte un brivido:
trascorre l’incertezza come un millenario momento d’ansietà …
LISTEN TO THE MUSIC VERSION OF "SINFONIA DARK..." (Special thanks to Araña and Gianbasso!)
I made this music player at MyFlashFetish .com.
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OGNI PERSONALITA' HA LE SUE CONTRADDIZIONI
MA LE GRANDI PERSONALITA' HANNO GRANDI CONTRADDIZIONI...
(G. SIMMONS)
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GUARDA! NON SIAMO VINCOLATI PER SEMPRE A CIO' CHE SI TROVA ENTRO I CONFINI DEL MONDO, E AL DI LA' DI ESSI VI E' PIU' DEI RICORDI...
(RE ELESSAR)
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OH, VIAGGIAMO SU RAPIDI CAVALLI E SIAMO UCCELLI VENUTI DALL'ESTREMO DEL MARE E DEL MONDO
AVESSIMO ALI CHE PASSANO SERENE SULLA CURVA DEL MARE
FOSSIMO SOLO GABBIANI DI PRIMAVERA INVECE DI POVERA CIURMA CHE DANZA ALLA DERIVA...
(F. NICOLI)
CINTA DI VIOLE, PURA, RISO DI MIELE, SAFFO...
(ALCEO)
"ANOTHER DREAM UNDER A LEADEN SKY"
(Un altro sogno sotto un cielo di piombo)
Volti diafani nella gelida alba londinese
scivolano scomposti all’inseguimento di una goccia di assoluto,
assonnati partigiani di una compiaciuta incoerenza…
Ricordi?
Il nostro rassicurante grigio ci faceva fremere in un intimo abbraccio di esaltazione giovanile…
Noi, avvinti nel nostro amore,
gracili burattini di un attraente baccano familiare e anelato…
Mi sfiorasti le labbra ancora inumidite da amaro caffè...
I tuoi occhi mi parlavano di un sogno riflesso nello specchio della mia mente…
Potresti mai dimenticare quelle ghiacciate manine di nube aggrappate ai tuoi virili fianchi da puma?
Tu, mia guida tra le luminose nuvole degli oscuri sobborghi metropolitani…
Facemmo l’amore forsennatamente smarriti nell’eco dell’essenza contraddittoria della città …
E saliva l’energia nei nostri miseri corpi accaldati di passione…
Ancora posso rievocare la filastrocca della pioggia e il canto delle sirene opache,
attutiti ornamenti del secco vento del nord...
E noi, indissolubili ombre,
stretti nell’incomparabile profumo dei nostri fragili vent’anni,
lasciammo che il Tamigi scorresse via sotto di noi,
inesorabile conducesse oltre illusioni e pene superflue…
Ed eccoci,
rivestiti di un nuovo abito di malinconia,
per mano passeggiamo verso l’ignoto,
pregevole e ambita meta, troppe volte a me preclusa…
Ricordi la profondità delle nostre risate,
libere di volare tra i cigni maestosi di un lago immaginario?
No…
Tu non ricordi nulla…
E qui subentra l’agghiacciante delusione.
Ma d’altronde come biasimarti?
I sogni non hanno passato, né nostalgia, né rimembranza…
I sogni sono soltanto ricordi amari di una non vita.
E a noi,ormai,
non resta che fare l’amore…
Gemono le coltri in una mirabile fusione di eterno…
Rimboccami la coperta, amore mio…
Il freddo incalza nei nostri siderali vuoti di coscienza…
Rimbocchiamoci le coperte, cuore mio…
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"AN ANCIENT TREE"
(Un albero antico)
Avvinta nell’abbraccio di una possente radice nodosa
scarabocchio rune di fuoco sull’irraggiungibile orizzonte confuso…
A tratti irrompe nel silenzio la cantilenante canzone del quieto albero secolare…
Ascolta…ascolta…
Accarezzo la ruvida corteccia con la premura meticolosa di un elfo silvano
ed egli mi parla…
Mi abbevero della sua arcana, vetusta saggezza…
E improvvisamente so.
So di tramonti e di albe perduti nel gorgo inesorabile dei tempi…
So di solitudini ancestrali curate dallo stormire delle foglie autunnali…
So di giochi di bambini
e di parole di amanti…
E quant’altro ancora è racchiuso nel melodioso respiro dell’antico signore della cupa foresta…
Ascolta…ascolta…
Egli ti parla…
Egli non teme…
La vecchiaia lo inorgoglisce
e la nobile morte, egli lo sa,
disperderà la sua essenza nel turbine delle ere:
l’albero sarà in me, in te,
nel vento, guaritore di pene che bruciano…
L’albero è un tempio innalzato dalla misteriosa natura sovrana…
Vieni…
Egli ha un segreto protetto nella nenia di un canto anche per te…
Ma tu, uomo di fango,
lo sai ascoltare?
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