Member Since: 7/29/2007
Band Website: almagesto.it
Band Members: Ruth Zanella, Ale Fabbri : ideazione, organizzazione, ufficio stampa.
Giacomo Sacenti : supporto coreografico.
Bruno Droghetti, Andrea Pamini : supporto tecnico allestimenti.
Si accettano collaborazioni, proposte,
idee e suggerimenti per le future edizioni.
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Item corporis centrum medium naturaliter est umbilicus. Namque si homo conlocatus fuerit supinus manibus et pedibus pansis circinique conlocatum centrum in umbilico eius, circumagendo rotundationem utrarumque manuum et pedum digiti linea tangentur. Non minus quemadmodum schema rotundationis in copore efficitur, item quadrata designatio in eo invenietur. Nam si a pedibus imis ad summum caput mensum erit eaque mensura relata fuerit ad manus pansas, invenietur eadem latitudo uti altitudo, quemadmodum areae, quae ad normam sunt quadratae.
(Vitruvio, De architectura)
Così, il centro del corpo è naturalmente l'ombelico; infatti se si collocasse supino un uomo colle mani e i piedi aperti e se si mettesse il centro del compasso nell'ombelico, discrivendosi una circonferenza si toccherebbero tangenzialmente le dita delle mani e dei piedi. Ma non basta: oltre lo schema del circolo, nel corpo si troverà anche la figura del quadrato. Infatti, se si misura dal piano di posa dei piedi al vertice del capo, e poi si trasporterà questa misura alle mani distese, si troverà una lunghezza uguale all'altezza, come accade nel quadrato tirato a squadra.
(Vitruvio, Architettura)
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Molto s'apre l'uomo nelle braccia: non si può tanto aprire ne' piedi. Ancora
non mi pare del centro sia el billico, parmi debba essere doue è'l membro genitale.
(Lorenzo Ghiberti, I Commentarii)
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Io ti mosterrò l'edificio essere proprio uno uomo vivo, e vedrai che così bisogna a lui mangiare per vivere, come fa proprio l'uomo: e così s'amala e muore, e così anche nello amalare guarisce molte volte per lo buono medico, e anche molte volte come l'uomo si ramala per lo disordine di non avere buona avertenza alla sua sanità , e anche pure molte volte per lo buono medico ritorna in sanità , e vive gran tempo, e così vivendo poi pure per lo tempo suo si muore [...]
(Antonio Averlino detto Filarete, Trattato di Architettura)
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Potremmo pensare che l'architettura, in quanto arte bella, parli soltanto ai nostri occhi. Invece, è al senso del movimento meccanico del corpo umano che dovrebbe, innanzitutto, rivolgersi; cosa, questa, a cui viene data scarsa attenzione. Quando balliamo, ci muoviamo seguendo regole ben precise, e ciò provoca in noi una sensazione piacevole. Una sensazione simile dovrebbe nascere anche in chi venga condotto bendato attraverso un edificio ben costruito.
(Johann Wolfgang von Goethe, Baukunst. Dal gotico al classico negli scritti sull'architettura)
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If the median line of the structure passes directly through the center of the weight of each block, gravity will exercise an equal pull on all alike, and the structure will stand.
(Mabel Todd, The Thinking Body)
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L’architettura è l’arte di presentare delle immagini attraverso la disposizione dei corpi.
[...] il fine delle arti è provare sensazioni
[...] le sensazioni, che danno occasione alla percezione e alla comparazione di ciò che è bello e che sono precisamente ciò che costituisce il gusto non possono mai trarci in inganno.
(Étienne Louis Boullée, Architettura. Saggio sull’arte)
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Architektur ist eine Geste.
Nicht jede zweckmäßigeBewegung des menschlichen Körpers ist eine Geste.
Sowenig, wie jedes zweckmäßige Gebäude Architektur.
L'architettura è un gesto.
Non tutti i movimenti funzionali del corpo sono gesto.
Tanto poco quanto ogni edificio funzionale è architettura.
(Ludwig Wittgenstein, Vermischte Bemerkungen)
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Architecture is an aggregate description of real actions.
All manners of things exist within dynamic relationships and reciprocal actions. People, physical objects, information---while joined in such relationships, they are exposed to intense motion. While they themselves
continue to move or act, furthermore, they alter their partner within such movement and are themselves altered. Space comes into being from the movement of people, things, and information and from their state of change.
(Shinichi Ogawa, realscript / ubiquitous house)
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La velocità e il tempo hanno sostituito l'idea tradizionale di spazio. Il movimento unisce i frammenti presenti nello spazio in configurazioni in continuo cambiamento.
(Adriaan Geuze, fondatore di West 8 urban design & landscape architecture, Olanda)
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L'edificio comincia a riconoscere i propri utenti e le loro preferenze. L'interazione tra utente ed edificio diventa più fluida, senza bisogno di bottoni e manopole. Esso diventerà consapevole dei suoi simili e svilupperà con questi una relazione personale.
Alla fine le forme di vita digitali supereranno quelle a base di carbonio. Le forme di vita digitali viaggiano alla velocità della luce e questo offre loro un grande vantaggio su quelle a base di carbonio che possono soltanto viaggiare ad una limitata velocità superficiale.
(Kas Oosterhuis, in un' intervista di Marco Brizzi)
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«Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu.»
(J. Locke)
«Il corpo è l'unico mezzo che io ho per andare al cuore delle cose.»
(M. Merleau-Ponty).
«Di tutti i fenomeni che sono intorno a noi, il più mirabile è lo stesso
pháinesthai, cioè il fatto che alcuni corpi naturali hanno in se stessi i modelli di quasi tutte le cose, mentre altri non ne hanno alcuno: di modo che, se i fenomeni sono i princìpi della conoscenza di tutte le altre cose, si deve dire che la sensazione è il principio della conoscenza di quegli stessi princìpi e che ogni scienza deriva da essa e che, per la ricerca delle sue cause, non si può cominciare da un altro fenomeno che non sia essa stessa. Ma con quale senso, tu chiederai, considereremo la sensazione? Io rispondo: certo, con il medesimo senso, cioè con la memoria che per qualche tempo in noi rimane delle cose sensibili, anche se trascorrono. Infatti, sentire di aver sentito è ricordare.»
(T. Hobbes)
«...la mente esiste dentro e per un organismo integrato: le nostre menti non sarebbero quello che sono se non fosse per l’azione reciproca di corpo e cervello - nel corso dell’evoluzione, durante lo sviluppo dell’individuo e nel momento presente. La mente dovette prima essere per il corpo, o non sarebbe potuta essere. Sulla base del riferimento che il corpo fornisce con continuità , la mente può allora avere a che fare con molte altre cose, reali e immaginarie.
[...] Quando si parla di cervello e di mente, non è consuetudine fare riferimento agli organismi. Di fronte all’evidenza che la mente scaturisce dall’attività dei neuroni, si discute solo di questi, come se il loro funzionamento potesse essere indipendente da quello del resto dell’organismo. Ma via via che studiavo i disturbi della memoria, del linguaggio e della ragione, presenti in numerosi esseri umani colpiti da lesioni al cervello, sempre più mi si imponeva l’idea che l’attività mentale - nei suoi aspetti più semplici come in quelli più alti - richiede sia il cervello sia il resto del corpo. Quest’ultimo, a mio avviso, fornisce al primo più che un puro sostegno e una modulazione: esso fornisce la materia di base per le rappresentazioni cerebrali.»
(A. Damasio)
«Per parte mia, quando mi addentro più profondamente in ciò che chiamo me stesso, m’imbatto sempre in una particolare percezione: di caldo o di freddo, di luce o di oscurità , di amore o di odio, di dolore o di piacere. Non riesco mai a sorprendere me stesso senza una percezione e a cogliervi altro che la percezione. Quando per qualche tempo le mie percezioni sono assenti, come nel sonno profondo, resto senza coscienza di me stesso, e si può dire che realmente, durante quel tempo, non esisto. E se tutte le mie percezioni fossero soppresse dalla morte, sì che non potessi più né pensare né sentire, né vedere, né amare, né odiare, e il mio corpo fosse dissolto, io sarei interamente annientato, e non so che cosa si richieda di più per far di me una perfetta non-entità . Se qualcuno, dopo una seria e spregiudicata riflessione, crede di avere una nozione differente di se stesso, dichiaro che non posso seguitar a ragionare con lui. Tutt’al più, gli potrei concedere che può aver ragione come l’ho io, e che in questo punto siamo essenzialmente differenti: egli forse percepisce qualcosa di semplice e di continuo, che chiama se stesso, mentre io son certo che in me un tale principio non esiste.
Ma, fatta eccezione di qualche metafisico di questa specie, io oso affermare che per il resto dell’umanità noi non siamo altro che fasci o collezioni di differenti percezioni che si susseguono con una inconcepibile rapidità , in un perpetuo flusso e movimento. I nostri occhi non possono girare nelle loro orbite senza variare le nostre percezioni. Il nostro pensiero è ancora più variabile della nostra vista, e tutti gli altri sensi e facoltà contribuiscono a questo cambiamento; né esiste forse un solo potere dell’anima che resti identico, senza alterazione, un momento. »
(D. Hume)
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