About Me
La storia di Comacchio è legata all'evoluzione morfologica ed idrografica
del territorio ed al progressivo avanzamento della linea costiera, dovuto agli apporti alluvionali del Po: questi fattori hanno profondamente influenzato la connotazione del paese.
I primi insediamenti, non autoctoni, risalgono al VI sec. a. C., quando
si stabilì una popolazione etrusca, fondando la città di Spina.
All'epoca Comacchio non esisteva ancora e la linea di costa era a soli 3 km.
Le forti influenze greche, dovute a contatti commerciali via mare, hanno
fatto riscoprire numerosi manufatti ellenici, oltre che etruschi: ritenere Comacchio una diretta discendente della città greco-etrusca è tanto suggestivo, quanto leggendario.
Dopo il declino di Spina nel III sec a. C., non ci sono testimonianze di
abitati, fino all'età tardo-romana, alla quale risalgono alcune ville riscoperte nelle valli bonificate.
Recentemente è stata rinvenuta a Valle Ponti un'imbarcazione romana, la Fortuna Maris, di epoca augustea, con tutto il carico a bordo, fra cui diverso materiale in laterizio, prodotto proprio dalla popolazione romana.
In seguito alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Comacchio entrò a
far parte dell'Esarcato di Ravenna (a testimonianza restano i monasteri di Santa Maria in Pado Vetere, nella Valle Pega e Santa Maria in Aula Regia) e poi del Regno Longobardo, come attesta il Capitolare di Liutprando, del 715 d. C., nel quale vengono descritte le norme e le tasse da pagare da parte dei Comacchiesi, per il commercio del sale nel Regno. Era sede vescovile già all'inizio dell'VIII sec., a conferma di ciò resta una lapide del 708.
Se si fa riferimento ai primi insediamenti, il toponimo potrebbe derivare
dal greco "kuma" = onda,attestato nella voce altomedioevale
"cumaculum" = piccola onda, ma un'altra interpretazione lo riconduce a "commeatulus" = raduno di navi oppure di dossi, dato che la leggenda vuole che il paese sia sorto su 13 isolotti.
Sconfitti e cacciati i Longobardi, Carlo Magno donò la città lagunare
alla Chiesa. L'importanza strategica di Comacchio nella produzione e commercio
del sale, fece scoppiare la guerra contro Venezia (866), che durò per secoli: nel 932 le armate della Serenissima rasero al suolo il paese.
Divenuto libero comune, nel 1325 gli abitanti fecero un atto di dedizione
ai Duchi d'Este, che da quel momento governarono e gestirono i profitti delle valli, mentre la produzione del sale continuava ad essere ostacolata da Venezia.
Dopo la devoluzione estense del 1598, Comacchio appartenne allo Stato Pontificio e, nonostante le ribellioni dei cittadini, cominciò un lungo periodo caratterizzato dall'affitto e subaffitto delle valli a comacchiesi e forestieri, a prezzi spropositati.
Le valli di Comacchio hanno sempre rappresentato la risorsa principale
dell'economia locale e la loro gestione fu sempre al centro delle vicende storiche.
Quando nel 1797 Napoleone si impadronì del paese e delle valli, i cittadini si ribellarono, guidati da Antonio Buonafede e Guido Manfrini, finchè ottennero la firma del Rogito Giletti (12 luglio 1797), con il quale la repubblica Francese vendeva alla cittadinanza tutte le valli.
Ancora oggi il Rogito è l'unico documento che sancisce la proprietà del
Comune sulle valli. La gestione era difficoltosa: fenomeni di salsedine e morie di pesci costrinsero il comune a rivolgersi alla Camera Apostolica, la quale, nel 1853 la affida al Ministero delle Finanze. Non si può non citare a questo punto la vicenda di Garibaldi, che nel 1849 sbarcò a Magnavacca, chiamato poi Portogaribaldi, con la moglie in fin di vita.
I comacchiesi diedero loro rifugio (al Lido delle Nazioni c'è ancora il Capanno di Garibaldi), finché Anita morì in località Mandriole.
Con la rotta del fiume Reno e la riduzione del pescato, il Governo cedette
le valli al Comune, che dovette accollarsi i lavori di riassetto idrografico.
Si rendevano necessarie le opere di bonifica, intraprese senza risultato
anche dagli Estensi: il primo progetto risale al 1865 e si riferisce al prosciugamento di circa 20.000 ettari. Un'altra ingente opera si è compiuta dal 1913 ed interessò più di 8.000 ettari.
Nel primo dopoguerra riaffiorò la necropoli di Spina, dal prosciugamento
di valle Trebba e nel secondo dopoguerra dalla bonifica di valle Pega.
Le ultime bonificazioni sono quelle della valle del Mezzano (18.000 ettari) e risalgono agli anni Sessanta. Oggi sono 11.000 gli ettari allagati, mentre più di 60.000 sono stati strappati alle acque.
Da questo momento l'economia cambia radicalmente:
accanto alla pesca come fonte principale di guadagno si inseriscono l'agricoltura e il turismo balneare, sui sette lidi di Comacchio. A partire dagli Anni '80 la cittadina lagunare è meta anche di un turismo naturalistico, legato al Parco del Delta del Po, di cui Comacchio è il cuore. Ponti, canali, strade e case vivacemente colorate le conferiscono i connotati di vera città lagunare, quasi una piccola Venezia, peculiare anche per le sue emergenze culturali ed architettoniche.