Il mio nome è Jack. Sono nato non tanto tempo fa e non sono ancora morto.
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Perchè scrivo
Le direzioni del vagare della mente, quasi sempre, mi portano tra le righe della mia scrittura. Amo scrivere, a volte, più di quanto ami una donna. Mi accoccolo tra le parole, e ci sto bene, come se fossero un letto morbido e fresco in estate. Altre volte, mi consolo, leggendo ciò che scrivo. E quando mi trovo davanti a concetti che, per come scritti, per le parole usate, non reputo miei, ma di un'entità che comunque mi appartiene, è proprio in quei momenti che vado più fiero di ciò che scrivo. Parole scoppiettanti, lingue di fuoco, parole che hanno fame di essere scritte, assurdi e sinceri richiami alla rivoluzione. E fa male scrivere, credetemi, così quanto fa bene. E' come se dovessi ogni istante allargare una fessura, simile ad una piaga sanguinante, della mia anima per permettere alle parole di uscire. Perchè, anche solo un piccolo ritardo le disintegrerebbero e sarebbero perse per sempre, almeno in quel ordine, con quella disciplina, con quei suoni di pronuncia, quella musicalità . Perchè le parole, anche se non si possono toccare, hanno una forza immensa, più di una dichiarazione di Guerra, più di un fucile o carro armato, o decisione unilaterale. Sono capaci di fare piangere o innamorare, di far cambiare idea a qualcuno, di far cadere una dittatura, di smuovere un popolo, parole che stringono cuori e intenti, che fanno stringere mani e che fanno combattere guerre comuni per la libertà , che ti aiutano a spiegare al mondo i tuoi perchè e aiutano gli altri a spiegare i loro perchè. Parole che danno forza ad una musica, che danno il senso ad un sogno e che, spesso, diventano loro stesse un sogno. Bisognerebbe scrivere un po’ di più. Spesso mi viene da piangere, quando scrivo. Sarò pure un romantico, che ne so, e non di certo questa è una dimostrazione di debolezza, anzi, è solo profondo rispetto per una delle arti più nobili. E vado avanti, perchè provo sempre quei brividi che mi danno la certezza di essere vivo e di stare facendo qualcosa di utile, perlomeno per me stesso. E mi sento come un sovrano della mia anima, in controllo completo dei sentimenti puri. Disquisire su ciò che mi spinge a scrivere è cosa ardua, è come farsi spiegare il mistero della fede. E' come chiedere a Dio "Perchè sei Dio?"