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Andrea Sperelli Colaianni

About Me

uno come tanti. apparentemente. feticista della parola. amante del vizio. che sia una bottiglia di vino, una donna, un libro...
abilissimo a cambiar argomento
quando la discussione non mi interessa.
abilissimo a svanire nel nulla.
non solo quando si tratta di argomenti
non solo quando si tratta di discussioni.
BIO:
Nasce alla fine dell’estate del 1971 in terra di Sicilia.
[continua... > in lavorazione]
ogni amore e' un incendio. quando un amore non e' corrisposto, o destinato al peggior destino, sarebbe meglio avere la capacita' di spegnerlo.

Regole di estinzione

Prima cosa, sarebbe opportuno conoscere l'origine dell'innesco, ma sarebbe un vantaggio eccessivo.
E' fondamente ristabilire la visibilità eliminando il fumo con opportuni accorgimenti, sfruttando le correnti d'aria.
Quindi, raffreddare i fumi gassosi per evitare esplosioni improvvise ed il mortale flash over.
Individuato il corretto estinguente, sferrare un attacco deciso alla base delle fiamme.
Spegnere un incendio significa, prima di tutto, soffocarlo.
Togliere ossigeno, e' quanto di piu' spietato si possa fare in natura.
Restano solo tracce nere di bruciature.
Ed un po' di cenere
A SILVIA (Leopardi? No, Sperelli)
Prologo:
Ogni tanto, una vocina – perche' tutti abbiamo una “vocina” che ci parla e ci giudica – mi dice:
“TU che ne sai di donne e di amore? TU che vivi nelle perdizione, tra alcool, sesso e droghe!”
[RISPONDO]: perdizione? ...ma chi sei, dio? in ogni caso, mi hai fatto una domanda, prima di giudicarmi, lascia che ti risponda.
“Taci! Scellerato!”
[RISPONDO]: …ma…
“Taci! …Leopardi! LUI era uno scrittore, un poeta!”
[RISPONDO]:...per quanto ne so, in fatto di donne...
“Taci!... Taci!... TACI!”
[RISPONDO]:...ok... va bene... taccio.
...ma sono un feticista dell’ultima parola. e non son riuscito a tacere...:
[A SILVIA]
Silvia,
che beve fino all’alba
e non smette fino al tramonto
che ride ogni volta che inciampo
con il piede e con la lingua
che suona il pianoforte
accarezzando i tasti con le sue lunghe dita sottili
che ama ascoltarmi
leggere poesie.
Silvia,
che siede al mio fianco
quando scrivo
che non smette mai
di parlare
che adora fare l’amore
la mattina, il pomeriggio e la sera.
Silvia,
che lavora fino a tardi
che vuole avere un figlio
ma non trova l’uomo giusto, il padre giusto.
Silvia,
che ama gli uomini
quanto le donne.
Silvia,
che mi cerca
nonostante sia moglie.
Silvia,
che non sara' mai
mia.
Silvia
e' solo un nome
Acca Larenzia
Ha un piccolo naso meraviglioso.
Un dolce sorriso
Occhi tristi e lunghi capelli neri, lisci, morbidi e profumati.
Un seno sodo che custodisce gelosamente.
Un piccolo sedere tondo, morbido e sporgente.
Un fiore che sboccia, in mezzo a due gambe lunghe, tornite e vellutate.
Le ho detto che aveva un viso furbo, ridendo con lei dell'amore e dei suoi inganni.
Si e' girata mentre mi salutava ed ha risposto:
No. Non sono furba. Non sarei qui con te.
Sei dolce amico mio, uno dei pochi.
caro babbo natale (natale 2007)

Brutto,
vecchio,
ciccione,
schifoso.
Il tuo alito puzza di rhum,
esattamente come il mio.
Perche' non te ne vai un po' a fare in culo?
Tu e tutto il tuo mondo buonista.
Non chiamarmi cinico.
Io sono cinista.
PATTI CHIARI
-A letto, dopo aver fatto l’amore. Lei e’ su un fianco, con la gamba tra quelle di lui, un braccio sul torace e la mano sul collo, a destra. Il naso, sul collo a sinistra, ad annusare i profumi del sesso. Lui e’ sdraiato prono, il braccio dietro la schiena di lei ad accarezzarle schiena e natiche. Entrambe nudi e sfatti.-
Se trovi di meglio, devi lasciarmi.
Se trovo di meglio, devo lasciarti.
Cosi’ non c’e’ da chiederci perche’ stiamo insieme e
Se siamo innamorati.
Lo vuoi un bicchiere di vino?
Kilometro 11 (VIII 2007)
mare cristallino
bob dylan copre a malapena
risate effeminate di ragazzi francesi
tre tedeschi sui cinquanta
servono con sguardo basso
bevande e stuzzichini
il silenzio degli esiliati
stupidi hippie del cazzo
il tasto M (X 2005)

Devo assolutamente rimediare
Questa fottuta macchina da scrivere è da far vedere.
E da riparare.
Eppur non pensavo fosse cosi importante quel tasto.
Non posso più scrivere parole come Merda
O Minchia.
Non posso più parlare della mia amata Toscana.
Nè bestemmiare come si deve.
Non posso chiamare mia Madre.
Non posso più dire Mignotta.
No, non a mia madre.
In generale.
E se fosse un effetto domino?
Se, uno ad uno, mi abbandonassero tutti i tasti?
Un disastro.
Quante parole non potrei più scrivere.
Per fortuna ci sono sempre
Matita e Moleskine
serata block (IX 2006)
Sono in fila da blockbuster e sono appena stato scelto dal film di questa sera.
Si, perchè in questo posto non è possibile avere volontà.
E' già tutto stabilito.
Tu non puoi che seguire.
La corrente.
In fila davanti, ci sono 3 prima di me.
Il primo, è un giovane extracomunitario. Con un candore unico, ha appena chiesto alla ragazza del box come funziona.
Il blockbuster? –penso io. Non è possibile-
Invece, si.
E la ragazza di block, per nulla stupita, spiega come funziona blockbuster con la stessa chiarezza con cui una hostess potrebbe spiegare dove sono le uscite di sicurezza su un aereo pieno di ubriaconi inglesi.
Fossi nel giovane, l'avrei già mandata a fare in culo.
Invece, no.
Lui con lo stesso candore con cui ha posto la domanda, ascolta tutto attentamente, dona uno splendido sorriso ed educatamente ringrazia.
Dietro l'angolo della prima corsia, lo attende un amico. Sembra il mago forrest dopo che si è fatto una canna.
Bene. Meno uno.
Dietro di lui, una coppia di ragazzi.
Di lei non ho idea di cosa pensare.
E' girata di culo.
Bhè, si. Ha il culo grosso.
Lui è un ragazzotto con gli shorts, le scarpe da ginnastica, dei calzini neri. Sul polpaccio destro, ha un tatuaggio.
Sembra ubriaco, ma non lo è. Solo un po' stordito. Tanto da non vedere, quando gli chiedono il tesserino, che è il primo in cima a tutti quelle che ha nel portafogli.
Per fortuna c'è la signora davanti a me che gli dice con tono un po' irritato: guardi, che gliel'ho visto. Il tesserino intendo. Ce l'ha nel portafogli. Li, ecco. Proprio li.
Cazzo, penso io. A parte essere aviopriva, la signora è attenta. Pure troppo.
Il ragazzo, sorride, sgrana gli occhi, paga si gira e se ne va. Insieme alla ragazza. Peggiore che vista da dietro.
Bene. Meno due.
Ecco la signora del kgb con in fianco il figlio. Avra.. 7-8 anni.
M'aspetto tiri fuori una carta di credito di platino per pagare.
Invece no, tira fuori la tessera del block. Ma è d'oro.
Cavoli- penso io.
Ma è solo per la raccolta punti.
Infatti fa segno al bambino di cacciare fuori i soldi. Lui, timido, prende il suo borsellino e tira fuori quattro monete.
La mamma, orgogliosa dice: stasera paga lui. Io pago le patatine.
Siamo alle solite, penso io.
In questo posto, ti fottono fin da bambino.
Facendoti credere che la vera figata sono le patatine.
Ecco. Tocca a me.
Appena arrivo al banco, vorrei cercare di essere il più sobrio possibile.
Ho quattro persone dietro di me.
Martina (VII 2006)
E' arrivato silenzioso, nel caldo del pomeriggio.
Con un sorriso smorzato, m'è venuto incontro.
M'ha dato la mano ed ha detto:
piacere, il mio nome è andrea.
Martina, dico io. Ma son sicura che non ha sentito.
Troppo impegnato a guardarsi intorno.
Cinque giorni.
E' stato qui cinque giorni e non m'ha mai rivolto parola.
Solo sorrisi e timidi saluti.
Con la mano.
Sembra esser sempre in un suo mondo. Chissà dove…
Stamane è partito.
Mi ha lasciato un biglietto.
C'era scritto:
Grazie.
Grazie per le lunghe scalinate del casale salite di corsa.
A far danzare i tuoi seni di venti primavere.
Per un uomo che ha dentro l'autunno, non v'è miglior medicina.
Grazie,
grazie ancora,
Martina.
il tormento di un samana (II 2006)
Nella notte
gelano lacrime.
Cera calda
solidifica sul viso
freddo
indurito di rabbia dolorosa.
Placidamente
sul tetto del mondo
vola il pensiero.
Come statue sacre di burro,
il sole
all'alba
dalle lacrime
il viso leviga.
Di ritorno
il pensiero
ancor giace lucido
e governa la mente.
CVD - come volevasi dimostrare (III 2005)
***bruciare amore***
Flebile.
Come 'una candela nel vento'.
Non voglio esser candela,
voglio essere una montagna in fiamme.
Devastata dal fuoco,
alimentato dal vento.
Impossibile da domare.
La terra,
vuol devastare.
Fin dentro la caverna.
Dove si nasconde
quest’orso
solitario
ed immondo.
***anamnesi di un dramma***
Meraviglioso desiderio
seguiva il cuore
Idiota
Terribile destino
pensava all’amore
***epilogo***
“troppo difficile provare emozioni, vero?”
Ed egli s’emoziono...
Certa musica non è indicata in momenti come questi
Forse, lo è per le farfalle nello stomaco.
Ma non lo è per il tarlo nella testa
Questo è sicuro.
Probabilmente, dovrebbe agire.
Credo noto, non sia un coraggioso in certe cose.
Il coraggio è ciò che servirebbe per vincere la paura.
Questa, nasce nel cervello.
Qui, dovrebbe nascervi anche il coraggio.
Altrimenti,
l’emozione
diventa
follia.
Di lui dicono sia un uomo di poche parole.
Salvo quando fa il pagliaccio.
Ma nessuno può saper che lo fa
per salvare dalla noia sé stesso.
23 X 1942 - Cieli di sabbia, oggi come ieri
Mio caro Amore,
tra le dune nulla si muove.
Così sembra.
Così dice anche la mia ombra.
Nella notte, lei sola è la mia amante.
La luna, qui nel deserto, è diversa.
Una luna così in Italia non s’è mai vista.
C’è un Cielo nero, con molte più stelle.
Quasi dimentico l’uomo pronto ad uccidermi.
Sono stato obbligato a togliere le “ali” dalla divisa per non farmi riconoscere.
Io le ho ritagliate, seguendone la sagoma…
Ho dovuto sputare sangue per quelle ali.
Non voglio rinunciarvi per un semplice ordine.
Quell’uomo, dall'altra parte, sa bene che sono arrivato.
Di notte, gli scorpioni cercano calore nei nostri stivaletti.
Di giorno, le mosche ci assillano nel caldo torrido
A volte mi chiedo cosa m’ha spinto a venire qui volontario.
L’Ideale, mi rispondo. Ma quale ideale?
Mi sento preso in giro.
Dall’Italia, hanno mandato nuove uniformi e lucido per i nostri anfibi.
“Per Alessandria” ci dicono i nostri ufficiali.
Dopo Alessandria, hanno promesso licenze per tutti.
Sono settimane intere che siam fermi.
Loro, invece, continuano a cercare l'ingaggio.
Ho la sensazione che ci stiano aspettando.
E’ il miraggio che ci ucciderà.
Rimarra.. scritto nei libri di storia.
Dolce ragazza,
tu che bene mi conosci, sai come son fatto...
Io non mi muovo. Non cedo. Non demordo.
Né io, né i miei amici.
Siamo rocce nella sabbia.
Se poi ci sarà da morire…
AMARE SENZA CONDIZIONI
L’ora è giunta.
Tu, instancabile disobbediente, figlio di una cagna, hai nuovamente deciso di fare di testa tua.
E ora, mi guardi supplicando pietà
Quante volte, rotolandoci nei prati, ti ho sussurrato all’orecchio che saresti dovuto andartene nel sonno, beffando tutti noi, come di tua abitudine?
Ricordi quella volta che cercavamo quella bimba dispersa nei boschi?
Hai alzato il naso e distratto dal profumo di qualche femmina, mi hai piantato li insieme alla squadra di soccorso…
Non hai idea di quel che mi son dovuto inventare per difendere la tua immagine di super eroe…
E quando poi ti ho scorto in mezzo alle frasche, scivolare, immobilizzato dalla paura, sulle rocce coperte di muschio?
Eravamo distanti, ma ci sentivamo. E tu mi cercavi con i tuoi dolci e vivaci occhi selvatici.
E’ stato sufficiente un mio fischio, per trasformarti in un leone e farti correre tra le mie braccia.
Ora siamo qui.
E l’affronteremo insieme.
Fianco a fianco. Come sempre. Come tutte le volte che ci siamo salvati la pellaccia.
E sai bene a cosa mi riferisco.
Tu eri li, scodinzolante in un modo quasi irriverente.
A prenderti gioco della stupidità di noi ominidi.
…E’ il momento di indossare la “nostra” divisa. Te lo devo.
Ti ha sempre riempito di gioia sentire il profumo della mia tuta.
Impazzivi a vedere il tuo pettorale.
Amare senza condizioni. Me lo hai insegnato tu.
Solo con te, Amico Mio, son riuscito a farlo.
Ma è un buon inizio.
Con un ultimo gesto di incondizionato amore, ti consegno al buio.
Al fianco del brutto dio e dei suoi valorosi guerrieri, vigilerai e sarai custode del mondo.
"Il vecchio dio dal brutto carattere"... è il racconto che tanto mi piaceva leggere durante i nostri Solstizi Invernali.
L'ho sempre sentito vicino a noi due.
Questa volta, le tenebre conquistano l'unica loro vittoria.
E’ l'unica battaglia. Dall'epilogo non negoziabile.
Ti addormenti e mi regali un ultimo, dolce sorriso.
Grazie, Amico Mio.
Prima o poi, giungerà anche il mio momento.
Nuovi Solstizi ci attenderanno.
E torneremo a rotolarci nei prati.
- in memoria di Fritz -
BARCELLONA
bevo il mio coca e rhum.
mi guardo intorno e vedo solo piccoli uomini
intenti a sembrare grandi.
sorrido.
possibile che non vedano qual è la realtà ?
realidad es mierda.
es todo.
I edited my profile with Thomas' Myspace Editor V4.4

My Interests

I'd like to meet:

nessuno.
quando mi sono sentito solo, ho preso un cane.

dopo una cena,
lei:

"Il Principe Azzurro è un cialtrone. A me piace l’Orco, che somiglia all’Orso burbero come un vecchio Lo puoi riconoscere dal caratteristico vocione, da quella noncuranza trascinata e stanca, da quella distanza che mantiene nel parlarti, come si fosse appena svegliato, sempre. Il più delle volte muove appena un dito, solleva il labbro superiore per una frazione di secondo, e tu ti sorprendi a capire alla perfezione questo microcosmo di comunicazione. Sembra sempre stia brontolando, tranne quando si arrabbia davvero. Di solito ha mani grandi, ma si spreca solo in piccoli gesti che producono un rumore sordo (un accendino, le pagine del giornale, infilarsi una giacca, girarsi nel letto… ). C’è un metro di quasi-silenzio intorno a lui, e tu ti ritrovi a muoverti in maniera da non sconfinare. Non gli piace nessuno, mai. E.. misantropia di stampo democratico la sua, e tu chiedi solo di essere la sola eccezione a questa regola. Non gli piace niente che sia vivace, mai, le feste lo annoiano, di ballare o cantare non se ne parla, e tu chiedi solo che stare a letto con te sia la sola eccezione a questa regola. Ha spesso qualcosa da fare altrove, categoricamente senza di te, ma poi ti si ripresenta puntuale alla porta, se sei fortunata. Questo genere di uomo è quel che rimane della Favola che mi raccontavo da bambina: dopo avere per anni inseguito (e poi preso ripetutamente a calci nel sedere con mia stessa sorpresa) il Principe Azzurro, finalmente lo ho capito: mi fido solo dell’Orco."

DEA FRAGILE
..
musica di: myspace.com/teoremaband
regia di : myspace.com/saverioluzzo

'fanculo alla famiglia del Mulino Bianco.

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