Il quartiere, pardon Rione Testaccio, è compreso tra via Marmorata, le Mura Aureliane e il Tevere, ha la forma di un quadrilatero quasi regolare, pianeggiante, tranne che per la collinetta artificiale da cui trae il nome, il Monte Testaccio, la grande discarica del porto dell'antica Roma, l'Emporium, formatasi per l'accumulo dei vasi di coccio, le testae, per l'appunto. Da allora, fino ai recenti tempi (1975) in cui è cessato l'uso del Mattatoio, la piana tra la collina e il fiume ha mantenuto, pur attraverso ridimensionamenti e trasformazioni, una significativa continuità d'uso mercantile, motivata per secoli principalmente dalla presenza del Tevere come via rapida di trasporto. Nel 1868 Pio IX autorizzò Pietro Ercole Visconti a compiere i primi scavi sistematici in concomitanza con la costruzione del nuovo quartiere operaio e del Mattatoio. Un po' ovunque gli scavi per le fondazioni dei palazzoni popolari misero in evidenza reperti archeologici, di fronte ai quali l'atteggiamento del tempo era quello di valorizzare i monumenti singoli ritenuti degni di nota ma di demolire il tessuto archeologico qualora la sua continuità fosse stata ritenuta "insignificante". Il quartiere di abitazione fu progettato come insediamento periferico modello e realizzato di malavoglia da imprese private che non lo ritennero sufficientemente remunerativo. Il rione fu istituito il 9 dicembre 1921 allorquando il più vasto rione Ripa venne privato con delibera comunale di una parte di territorio. Ai nostri giorni si va configurando il progetto, ormai decennale, di riqualificazione del rione recuperando l'area dell'ex Mattatoio. Nel frattempo sono sorti spontaneamente spazi che ospitano espressioni di cultura ludica: musica, prosa e poesia, moltissimi locali "magnerecci", tra i quali molti che mantengono alta l'antica tradizione della cucina romana.
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