About Me
I live in a subsystem isolated from the system.*****************************************************
************************************************************
**** vento degli eventi.................................. Non fumo molto quando sono a casa, in genere dopo il caffè vado dietro casa mia, dove dopo aver aperto il garage si ha una vista che comprende: campi, colti e incolti, alberi e qualche capanna in lamiera e legno che i contadini si compiacciono di chiamare costruzioni vere e proprie. Il classico scenario da campagna toscana in pratica.
C’è sempre un po’ di vento negli spazi aperti come quello che ho appena descritto, e mentre fumavo il mio sguardo si era posato su un albero che distava approssimativamente una dozzina di metri da me; Il vento muoveva i rami e le verdi foglie che vi sono attaccate.
Le foglie acquisiscono sicurezza e stabilità dall’unione che hanno con i rami, le foglie sanno che fino all’avvento dell’autunno avranno un posto dove stare, poi cadranno e il vento le porterà con se, dove vuole.
Forse io sto subendo e subirò lo stesso destino delle foglie, il vento (..gli eventi..) mi sta muovendo a destra e a sinistra, e anche se c’è una cosa che m’innervosisce io mi sento sicuro sotto la protezione del mio sottosistema, ma so che a settembre quando il mondo comincerà a cambiarsi d’abito per l’avvento dell’autunno i venti (..gli eventi..) si faranno più forti e io verrò strappato dal mio ramo, allora sarò nelle mani, anzi nel soffio del vento che mi porterà in giro e mi farà visitare nuovi posti.
La mia speranza è che il vento mi porti oltre quel cancello, in quel luogo che già una volta mi ha negato l’ingresso.***********************************************
************************************************************
************************************************************
*********Da "Le porte della percezione"**********************************Noi viviamo insieme, agiamo e reagiamo gli uni agli altri; ma sempre, in tutte le circostanze, siamo soli. I martiri quando entrano nell'arena si tengono per mano; ma vengono crocifissi da soli. Allacciati, gli amanti cercano disperatamente di fondere le loro estasi isolate in una singola autotrascendenza; invano. Per la sua stessa natura, ogni spirito incarnato è condannato a soffire e godere in solitudine. Sensazioni, sentimenti, intuiti, fantasie, tutte queste cose sono personali e, se non per simboli e di seconda mano, incomunicabili.
Possiamo scambiarci informazioni circa le esperienze, mai però le esperienze stesse.
Dalla famiglia alla nazione, ogni gruppo umano è una società di universi-isole.
La maggior parte degli universi-isole sono sufficientemente simili l'un l'altro da permettere la comprensione deduttiva, o anche la mutua empatia o il "sentirsi dentro". Così, ricordando i nostri lutti e le nostre umiliazioni, possiamo addolorarci con gli altri in analoghe circostanze, possiamo metterci al loro posto. Ma in alcuni casi la comunicazione tra universi è incompleta o addirittura inesistente. La mente è il suo proprio posto e i posti abitati dal pazzo e dall'individuo dalle doti eccezionali sono tanto diversi dai luoghi dove vivono uomini e donne comuni che vi è poco o niente di terreno comune, per quanto riguarda la memoria, da servire come base per comprendere e seguire i sentimenti. Le parole vengono pronunziate, ma non chiariscono. Le cose e gli avvenimenti ai quali i simboli si riferiscono appartengono a regni dell'esperienza che si escludono a vicenda.
Vederci come gli altri ci vedono è uno tra i doni più salutari. Appena meno importante è la capacità di vedere gli altri come essi si vedono. Ma che accade se questi altri appartengono a una specie diversa e abitano un universo radicalmente estraneo? Per esempio, come può un sano arrivare a comprendere che cosa effettivamente prova a essere pazzo? Oppure, non potendo nascere di nuovo come visionario, medium o genio musicale, come possiamo mai visitare i mondi che per Blake, Swedenborg, Johann Sebastian Bach, furono casa loro?
************************************************************
************************************************************
***Molte persone non pensano alle conseguenze, compiono un’azione, dicono qualcosa ma non pensano che ciò che hanno appena fatto provocherà una conseguenza, sia essa positiva o negativa non m’interessa, il punto principale è che qualcuno subirà (…o, raramente, beneficerà ) delle conseguenze.
Preoccuparsi delle conseguenze dei propri gesti significa pensare a quello che fai, significa (il più delle volte) prendere la miglior decisione possibile, ma ci sono delle situazioni però dove puoi pianificare in anticipo tutto quello che ti pare, ma la situazione andrà ugualmente a puttane, questo perché ci sono fattori che non controlliamo; anche se spesso è più facile tirare in ballo la legge di Murphy ( Se qualcosa può andar male allora ci andrà !).
Sento e leggo spesso di gente che dice di non avere rimpianti, beh io ne ho circa un milione!
Il rimpianto è, secondo me, un peso autoimposto, ma non è sempre giustamente imposto.
Ho imparato a rimpiangere le cose per cui vale davvero la pena di farlo, perché con l’esperienza acquisita dai miei sbagli sono convinto che se mi ritrovassi davanti ad una situazione già affrontata (..in modo sbagliato..) in passato ora agirei diversamente; sono cosciente però che anche in questo caso il risultato non sarà necessariamente migliore, a quel punto mi ritroverò ad affrontare nuovamente delle conseguenze.
************************************************************
************************************************************
****L’altro giorno ho comprato dei libri; mentre tornavo a casa mi sono reso conto di una cosa, tutte le volte che ne acquisto qualcuno ho delle sensazioni positive, sono eccitato perché da loro so che apprenderò cose nuove, che mi arricchirò dentro.
Mi sono accorto di tale sensazione perché ce l’avevo addosso da un po’ di tempo anche se era qualche mese che non compravo un libro, mi sono chiesto il perché di ciò e ho subito capito che questo sentimento mi assale anche quando conosco persone nuove, persone che penso abbiano qualcosa in più della maggior parte della gente che ho conusciuto fino ad ora. Visto che sono le persone che scrivono i libri è scontato dire che possiamo apprendere tanto dalle une quanto dagli altri, il problema è che di persone e libri di valore ce ne sono veramente pochi.
Dato che ho appena paragonato le persone ai libri posso benissimo paragonare l’insieme delle mie conoscienze ad una biblioteca, beh se passo mentalmente tra gli scaffali di questa “biblioteca†trovo molti libri, gli autori della maggior parte dei quali si sono curati ossessivamente delle copertine, dando un peso maggiore al lato estetico a scapito del contenuto, altri parlano di mille argomenti senza, in realtà , parlare di niente, altri sono vuoti, altri incoerenti e potrei continuare per ore.
Ci sono dei libri però che custodisco gelosamente, perché sono un vero e proprio tesoro; tramite loro ho scoperto altri libri che fanno parte della stessa serie; sono ancora ai primi capitoli, ma l’interesse che questi hanno suscitato, ora so, è la causa delle sensazioni positive di cui vi ho parlato, perché è bello trovare persone che guardano alla vita con uno sguardo più attento, persone che riescono a leggere tra le righe, persone che intuiscono cosa c’è dietro ad un discorso, persone che forse riescono a capire chi sei senza il bisogno di spiegarglielo.
************************************************************
************************************************************
****Avete presente quei momenti in cui tristezza e gioia s’intrecciano? Vivere delle situazioni speciali e sapere che non sarà per sempre così? Sono situazioni che ti aprono il cuore, le puoi vivere in compagnia o da solo, io l’ho vissuta da solo sebbene fossi in compagnia, non perché la compagnia non fosse adeguata, anzi era una delle migliori che potessi desiderare…l’ho vissuta da solo perché avevo bisogno che fosse così, volevo tornare alle origini, nel mio sottosistema…e così mi sono ritrovato da solo per un’ora o due su quella spiaggia con il Blues negli orecchi e il cielo notturno negli occhi, pieno di stelle, nessuna luce artificiale poteva frapporsi tra me e loro, così ho provato a capirle, non so se ci sono riuscito, ma loro di sicuro hanno capito me…le stelle sono buchi nel cielo dai quali filtra la luce dell’infinito disse una volta Confucio, beh in questo caso i buchi erano in me, nel mio cuore nel mio spirito, ma badate bene questi buchi non vanno intesi come una cosa negativa, perché unendo virtualmente quei buchi mi si è presentato un percorso al termine del quale avrò raggiunto alcuni obiettivi che mi sono prefisso, devo solo pazientare e riempire i buchi uno alla volta e con attenzione perché ogni punto di questo percorso è molto importante e una sola falla manderebbe all’aria tutto. Quindi da domani userò le mie mani a mo’ di pala e comincerò a riempire il primo buco con impegno, dedizione e buona volontà …da domani però, oggi riposo e sogno.