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Irene Catania, Opera tra fotografia e video e collabora con musicisti e band di cui realizza gli artwork. L’autoritratto è per Irene Catania l’occasione di un’ironica e suggestiva messa in scena di sé, con l’unico scopo di parlare della personale, tumultuosa sfera onirica. In quanto identificazione con un conflittuato macrocosmo, Irene attiva un’autentica autoterapia psicanalitica, allo scopo di ‘giocare’ i mali, e non tacerli. “Il mio lavoro fotografico – dice – riguarda il disagio psicologico così diffuso nella società attuale; si tratta anche del mio disagio (…); questo lavoro tenta di stabilire una corrispondenza tra le espressioni del viso e del corpo e i punti dolorosi della mente (…); nella vastità del proprio passato si trovano elementi chiarificatori. Questo spazio racconta di sentimenti, di paura, di infinito, di pericolo, di pena (…); apro un varco perché con un click sia possibile la salvezza”. Il lavoro video e fotografico di Irene Catania, incentrato da qualche anno sulle problematiche del disagio psicologico adolescenziale e giovanile nella società attuale, società distratta e veloce, "liquida" per dirla con Zygmunt Bauman, è anche di carattere autobiografico per ciò che attiene non soltanto al soggetto-modello. Irene Catania, infatti, si serve dell'autoscatto, all'interno di un'indagine condotta essenzialmente con il mezzo fotografico analogico. Nel suo lavoro video entra in gioco in modo acuto e originale anche il dato sonoro.In qualità di artista, docente di Installazioni Multimediali presso l'Accademia di Belle Arti di Catania, ritengo che la ricerca fotografica di Irene Catania sia l'espressione sentita di un certo modo d'indagare introspettivo contemporaneo giovane, all'insegna di una imprevedibilità e ironia efficacemente intrise di allucinato lirismo espressivo. Ciò la porta anche, negli ultimi video, a interessanti contaminazioni con il cinema muto.Anna Guillot