giuggi

io adòro: l'amicizia, il mio miciolo Batuffolo, il mio cagnolo Mozart, i concerti, il jack quando entra nella chitarra, la musica e tutto ciò; che gira intorno, l'ammmmòre, le coccole, la torta di Elisa, il non essere solo uno spettatore passivo, quello che c'è dietro e dentro, l'odore dei libri vecchi, lo spessore della corda del basso tra due dita, le liste, chi mi vuole bene / mi ama per quello che sono, le calze a righe, le sedie della Frency casa, i pennelli, Apple & il mio mini Mac, le pedaliere, le foto, le persone interessanti, le persone che m'intrigano, gli animali, la sottile linea che divide la genialità dalla pazzia, il Moka, le scene madri di Stefano Accorsi, le salsine della Lutece, l'odore di alcuni cosmetici, i gessetti, scrivere libri mentali, la parola "tour-book", parlare con il mio amico immaginario, il dj della mia testa, l'arte, l'ermetismo, avere le coordinate per capire, il colore delle note, il suono dei colori, il rumore del cucchiaino quando sbatte sulla tazza, i gesti spontanei, msn e tutte le forme di comunicazione, le bolle di sapone, il layer che si scalda con il calore delle mani, le olive, partire per la tangente, la sinestesia, il profumo al muschio bianco, "i dischi che si rifiutano di farsi ascoltare dalle orecchie sbagliate", il pane, la mia spilletta di Stewie, le forme ad alpha e quelle esagonali, la HomeSleep, l'acqua, gli occhialini orgasmici, i suoni filtrati dalle porte chiuse, le scartoffie, le buste d'insalata songino che mangio come buste di patatine San Carlo, i regali con le dediche, La Scaletta, la Jacuzzi, le fusa del micio, la luce delle candele, gli hamburger vegetali, il cane di Pavlov, chi fa da se fa per tre, le Camille, l'aperitivo tòrinese, la club-culture (NO! tunz-tunz!), i titoli di coda, disegnare astine perpendicolari per concentrami, i pacchetti, il Vicks, la carta scoppiettina, le tazze fumanti, i documentari sui pesci tropicali, la cioccolateria di San Giovanni, il peso dell aria degli alberghi con le grandi vetrate la mattina, la matita B6, niente & a caso, gli hotel a cinque stelle, i tramezzini, leggere tra le righe...
io odio: l'ansia, la città che si sveglia quando io vado a dormire, chi non ha voglia di credere nei progetti validi, le frasi (gesti...) a metà l egoismo, il doppio fischio delle metropolitana, le batterie del lettore cd che si scaricano nel momento sbagliato, il "po-po-popo-po-pooo", la mattina, portare la giacca e la borsa ai concerti, gli "amici" che ti passano sopra per avere tutto a loro favore, non trovare quello che sto cercando, il tempo, l'orologio, i coatti, i tamarri, i fasci, i centri sociali di destra, aspettare, i rettili, gli insetti, le pennute galline (le galline sono il Male), gli occhiali tarocchi-tamarri di Dior, le pareti che respirano con me, la fila, la voce di Cristina Chiabotto, le scritte sui muri "io e te 3 metri sopra il cielo" e tutte le varianti, i miei attacchi di panico / i miei attacchi d'ansia, l'abbandono, la delusione, "indie" come definizione di genere e non come attitudine a certe dinamiche, Violante Placido che si definisce "indie", l'infinità crescente di persone da impiegare in tv post reality, combattere contro lo spazio/tempo, chi fa ore di fila o di attesa per "vedere" un V.I.P. , la Pinko-Bag e tutte le varianti fasulle, Grattachecca & Fighetto, chi si mette dietro le telecamere di tg (o simili) per una comparsata in tv, sono-valgo quel che ho, i film horror, i film splatter, il bottone dei jeans maschili, le scale senza l alzata e/o la pedata troppo lunga, la musica da doccia, le cover band, le k a profusione, scrivere abbreviato quando tutto lo spazio del mondo a disposizione, la musica da doccia, le penne che non scrivono al contrario, il pagliaccio di IT (PAURAAAAAAA!!!)...
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