MOGO

[IT] Scrivere una bio non è semplice. E' come fare la cronaca di una storia d'amore. Non verrebbe mai fuori il senso dell'incontro e non sarebbe mai chiaro il motivo della coesione di pianeti diversi, cieli diversi. Sarebbe un susseguirsi di date. Freddi avvenimenti apparentemente importanti ma che importanti sono solo in parte. La prima cosa è la musica. Il vero collante delle nostre vite. Delle nostre esperienze. Ed è la musica che ci ha chiamati. Mi sembra fosse il '98. La mia esperienza in una coverband era fortunatamente finita e la voglia di cambiare è stata la scintilla che mi ha portato all'interno di un gruppo di amici di infanzia, esule, straniero, rifugiato. L'ambiente era molto piacevole e gli aneddoti sarebbero milioni ma non è di questo che mi interessa parlare. La cosa importante ai fini di questo breve scritto è l'incontro tra me e Alessandro: batterista dei Mogo ora e dgli Everlastring allora. Per un paio di anni, seguitammo a coltivare un amicizia scollegata dall'interesse comune per il rock. Più incentrata sul mero desiderio di divertirci in compagnia. Alessandro incominciò a inserirmi in progetto Metal-Rock che aveva con suo cugino. Francesco... Franco.... Ora Fraco, o Pascal... credo per via della sua laurea in filosofia ma non necessariamente. Francesco accettò di buon grado la mia presenza e incominciammo a provare principalmente classici rock metal anni 90. Anni dai quali forse traiamo più ispirazione oggi. Nei quali affondiamo le nostre radici e dai quali succhiamo quella linfa di rinnovamento che ne ha caratterizzato la prima parte. Non siamo un gruppo grunge ma sarebbe da stupidi non ammettere che qualsiasi cosa dai Nirvana in poi non è rimasta la stessa. Noi compresi. Continuammo di buon grado anche il progetto Everlasting che ci dava parecchie soddisfazioni dal vivo e che rappresentava la spensieratezza, il lavoro riuscito e riuscendo gratifica. Finì. Nel 2001 avvenne la spaccatura. Niente di cruento. La molla scattò dentro di noi. Era necessario per me, Alessandro e Pascal esprimere qualcosa che spingeva per uscire. Alla base dello stomaco. Una necessità opprimente. Incominciavamo a sentire la frustrazione del clone. Succede credo. A me per lo meno è successo. Sentire l'espressività personale e irriproducibile, ingabbiata nel genio di altri. Per carità, non è che le gabbie non fossero dorate.. ma mi sentivo ospite nel castello di qualcun'altro. Per comodo e pregiato che sia, dopo un po' ti senti di troppo. Ed eccoci qui. Dopo 6 anni. Abbiamo conosciuto Lorenzo un paio di anni fa in seguito alla prima incisione di scie. Lo abbiamo chiamato al cellulare. Non ricordo nemmeno perchè avevo il suo telefono. Ricordo ls sua disponibilità e la sua grande voglia di fare che sussiste tutt'ora. Un grande bassista e una bella persona. COn cui è un piacere lavorare. Eddie è arrivato di recente. E' stata una piacevole sorpresa. Abbiamo cercato a lungo un altro chitarrista e ne abbiamo provati parecchi. Alcuni bravi, altri simpatici, altri tristi. Perchè Eddie? Perchè suona. Ne ha voglia. E' malato come noi. Perchè è bravo, simpatico e umile. Veniamo ad oggi... no, prima di capire oggi bisogna aggiungere un tassello. Importantissimo. Il nostro outsider di lusso in tutto questo susseguirsi di eventi e in tutto questo tempo è stato Vittorio. Di recente ribattezzato Vito. Talentuoso regista. Serio e stimato professionaista ma cazzaro in tutto il resto. Lo so. Lo dico a ragion veduta. Ho 30 anni e lo conosco da 17. Ha comprato lui per me il mio primo pacco di condom. Un fratello? E' lui che ci ha seguiti da sempre. Ci ha smontati quando andavamo smontati e ci ha dato la famosa pacca quando andava data. www.myspaceeditor.it..