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klippa kloppa

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Criminale & Mr.Draghen eseguono Mi Manchi di Fausto Leali, dal vivo, al cesso.
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TAFUZZY DAYS '07 COMPILATION
18 canzoni di naked pectore, lilli burlero, dadamatto, malagnino, pizzorno, enrico berto, fou, chewingum, swim, sig.solo, klippa kloppa, gioacchino turú, cosmetic, altro, i camillas, x-mary, mr. brace, m'arc(o).
TAFUZZY RECORDS
Dopo aver vissuto per 500 anni (secondo altri 540, 900, 1000, 1461/ 1468, o addirittura 12954/ 12994), la Fenice sentiva sopraggiungere la sua morte, si ritirava in un luogo appartato e costruiva un nido sulla cima di una quercia o di una palma.Qui accatastava ramoscelli di mirto, incenso, sandalo, legno di cedro, cannella, spigonardo, mirra e le più pregiate piante balsamiche, con le quali intrecciava un nido a forma di uovo — grande quanto era in grado di trasportarlo (cosa che stabiliva per prove ed errori). Infine vi si adagiava, lasciava che i raggi del sole l'incendiassero, e si lasciava consumare dalle sue stesse fiamme mentre cantava una canzone di rara bellezza.Per via della cannella e della mirra che bruciano, la morte di una fenice è spesso accompagnata da un gradevole profumo. Dal cumulo di cenere emergeva poi una piccola larva (o un uovo), che i raggi solari facevano crescere rapidamente fino a trasformarla nella nuova Fenice nell'arco di tre giorni (Plinio semplifica dicendo "entro la fine del giorno"), dopodiché la nuova Fenice, giovane e potente, volava ad Heliopolis e si posava sopra l'albero sacro,"cantando così divinamente da incantare lo stesso Ra"- peraltro si dice anche che dalla gola della Fenice giunse il soffio della vita (il Suono divino, la Musica) che animò il dio Shu.Ma nella antica tradizione riportata da Erodoto, la fenice risorge ogni 500 anni, come riportato da Cheremone, filosofo storico iniziato ai misteri egizi che parla di un "periodo solstiziale", da Orapollo che diresse la scuola egizia al tempo di Zenone, da Eliano di Preneste; la rinascita della fenice cela per tutti questi autori un periodo astronomico connesso alla resurrezione di Osiride. Già nel Capitolo 125 del Libro dei Morti, Osiride afferma di rinascere come fenice nella città di On (Heliopolis) sede di miti cosmologici, contestualmente infatti, Capitolo 17 del Libro dei Morti, Osiride si identifica con il Duplice Leone nei nomi di Ieri e Domani, ovvero Osiride e Ra, simbolo esoterico preposto alle rinascite dei cicli solari. Orapollo palesa senza veli che la fenice è una delle manifestazioni del sole "dai molti occhi" come interpretato da Sbordone che riporta una grafia tarda del nome di Osiride costituita da un occhio e uno scettro. Da qui l'occhio della fenice inteso come l'illuminazione consapevole di Osiride che rinascendo incarna "il rinnovamento ciclico degli astri" sempre secondo Orapollo, intrinseco alla fiamma del "periodo solstiziale" della fenice riportato in un frammento di Cheremone.
LA FENICE, DAL MOMENTO CHE SI CREA DA SE', NON PUO' AVERE ALCUN MAESTRO. PUR ESSENDO LO SCOPO DELLA SUA VITA QUELLO DI RIPORTARE LA FELICITA' SULLA TERRA, LEI STESSA HA DOVUTO RINUNCIARE ALLA SUA FELICITA' PERSONALE E ALLA POSSIBILITA' DI AMARE, DAL MOMENTO CHE UNA FENICE NON PUO' AVERE UNA COMPAGNA.
LA FENICE DELLA MUSICA ITALIANA ABBATTE QUESTO STECCATO DELLA SOLITUDINE MA MANTIENE INTATTA LA SUA RAGIONE D'ESSERE. ESSA RIPORTERA' FELICITA' SULLA TERRA A SCOPO DI LUCRO, UNA GRANDISSIMA INNOVAZIONE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA DEL MARKETING CHE MAI SI ERA SPINTO OLTRE LA BIECA E FUGGEVOLE FELICITA' CHE DONANO I BENI DEL CONSUMISMO CONTEMPORANEO. E PROPRIO QUESTI BENI, IL DOVER SOTTOSTARE ALLE LEGGI DELLE LOBBY DELLE COMPAGNIE DI TUTTI I TIPI FA SI' CHE IL PROCESSO DI RESURREZIONE DELLA FENICE SIA, IN QUESTO MOMENTO, PARTICOLARMENTE DIFFICILE. SI RINNEGANO LE PROPRIE ORIGINI VIVENDOLE CON UN SENSO DI COLPA ALIMENTATO DALLA COLONIZZAZIONE WAY OF LIFE AMERICANA PROPRIO COME SUCCESSE AI GIAPPONESI DOPO LA BOMBA ATOMICA, LA FASCINAZIONE PER L'ESTERO STA PRENDENDO TROPPO IL SOPRAVVENTO NELLA MISURA IN CUI NON C'ENTRA PIU' UN SANO ESOTISMO MA PROPRIO LA CONVINZIONE CHE NON SI PUO' FARE ALTRIMENTI PERCHE' LA NOSTRA TRADIZIONE MELODICA HA UCCISO LA NOSTRA MUSICA, E IL MONDO LO SA, SIAMO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI, PERCIO' FACCIAMO VEDERE A TUTTI QUANTO CI SCHIFIAMO E QUANTO INVECE ABBIAMO IL LORO MITO (PER QUANTO OGGI LA GENTE POSSA ANCORA AVERE DEI MITI). AGGIUNGETECI UNA CULTURA ETICA E MORALE GLOBAL CHE NO FA ALTRO CHE MORTIFICARE LE NOSTRE INCLINAZIONI ITALICHE ALLA FORTEZZA FISICA, AD UN LIEVE MA SIMPATICO E DIREI SACROSANTO MASCHILISMO - NON FRAINTENDANO LE FEMMINE, MASCHILISMO NEL SENSO CHE SIAMO PUR UOMINI - INDIRIZZANDO LA GIOVENTU' OLTRE CHE COME AL SOLITO SULLA VIA DELL'OBBEDIENZA E DEL SOFFOCAMENTO DEI PROPRI SENTIMENTI DAL PUNTO DI VISTA POLITICO/SOCIALE, ANCHE (COSA GRAVISSIMA) SUL PIANO SENTIMENTALE DELLE RELAZIONI SENTIMENTALI, CHE CHIAMARE RELAZIONI E' UN EUFEMISMO PERCHE' SI TRATTA SOLO DELLA PUNTATA DI UN TELEFILM PRATICAMENTE, E ALLORA QUALE MUSICA I MUSICISTI ITALIANI DI QUESTA GENERAZIONE POSSONO PRODURRE, OBERATI DAL PESO DI QUESTE FALSE COSCIENZE? LA FELICITA' CHE SPERANO DI RAGGIUNGERE, PERFETTAMENTE INSCRITTA NEL MONDO CHE LE LOBBIES VOGLIONO VENDERE LORO, LI RENDERA' VERAMENTE FELICI? RENDE VERAMENTE FELICI ESSERE TIMIDI ED AVERE LA VOCE GAY QUANDO SI CANTA? DITECI ALMENO SE LO FATE COME TRUCCO PER POI CHIAVARE, SARESTE CERTAMENTE PIU' APPREZZABILI. INSOMMA, CONTRO LA FELICITA' FALSA, CONTRO IL SISTEMA E IL CONSUMO INDISCRIMINATO DI BENI ETEREI CHE NON SERVONO A UN CAZZO, NEMMENO ALLA GIOIA DELLO SPIRITO, A FAVORE DEI BENI DI CONSUMO CHE FANNO GODERE VERAMENTE, OGGETTI BELLI, CONTRO LE OSTENTATE TIMIDEZZE EGOTICHE PER UNA REALE RIVALUTAZIONE DEL SE' CONDITA DALLA PIENA FIDUCIA NELLE PROPRIE CAPACITA', PER UNA FELICITA' IN QUALCHE MODO BUDDISTA, CHE CI VENGA DAL DI DENTRO, PER L' ANDARE DRITTI AL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE E SEMPRE IN FACCIA AL PROBLEMA, PER FARSI PASSARE I SOLDI SOTTO IL TAVOLO DALLA PROPRIA INNAMURATA AL RISTORANTE E FARE VEDERE AL CAMERIERE CHE PAGHIAMO NOI. LA FENICE VI VENDE LA VERA GIOIA, QUELLA CHE CE L'AVETE DENTRO ANCHE QUANDO SIETE TRISTI E CHE CE L'AVETE DOVUNQUE STATE E COMUNQUE STATE E CON CHIUNQUE STATE.
LA FENICE DELLA MUSICA ITALIANA
Bisogna stare in guardia dai pericoli in cui può incorrere una ragazza che si trova coinvolta in una relazione sessuale prima di aver raggiunto una sufficiente maturità affettiva che le permetta di comprendere la sua sessualità. Oggi un'adolescente piò facilmente essere vittima del mito che il sesso trasformerà magicamente la sua vita. Immagina che il fatto di avere un'attività sessuale la trasformerà in un'adulta e le permetterà di lasciarsi alle spalle i difficili anni dell'adolescenza per diventare una donna desiderabile e sicura di sè. Potrà cominciare ad avere relazioni sessuali prima di essere abbastanza matura da comprendere e affrontare i suoi desideri sessuali, tanto che essi appariranno soverchianti e sproporzionati rispetto al resto del suo sviluppo affettivo. Userà il sesso per cercare di costruirsi una materia emotiva che ancora non possiede. Sono i desideri sessuali che spingono una giovinetta verso la difficile transizione dall'infanzia all'età adulta, aiutandola a trasformarsi dalla bambina che era nella donna che sarà. Ma giungere a scoprire la propria identità adulta, che include la sessualità, è un processo graduale, non un cambiamento subitaneo che avvenga nell'attimo in cui ci si innamora.
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Tutta la popolazione stava aspettando sotto l’altissima torre del palazzo che una delle nunzie colombelle volasse giù in picchiata foriera di buone nuove. Erano in attesa da circa 10 ore, da quando cioè il divino uovo regale aveva cominciato a muoversi, a tremare, da quando il guscio di puro diamante sembrava star dando segni di cedimento; man mano che il tempo passava infatti esso si screziava di crepe, ora piccole ora più grandi. Alle tre del pomeriggio improvvisamente il sole venne oscurato da una processione di nuvole che passarono velocissime, ma erano talmente tante che il cielo rimase plumbeo per un buon quarto d’ora. Poi ritornò il sole, poi ancora nuvole, poi di nuovo il sole e poi arrivarono le farfalle. Farfalle coloratissime a migliaia, a decine di migliaia anzi si posarono su tutta la capitale del regno, sulle strade, nelle piazze, sui davanzali delle case, persino sulla testa dell’Altissimo Generale Tartini, capo supremo dell’esercito. Le lucertole impazzirono, correvano qua e là come invasate salvo poi immobilizzarsi improvvisamente sotto il sole rovente e rosso come il rosso dell’uovo per un minuto e di nuovo ricominciare la loro scatenata sambetta reptiloide, le donne del paese divennero per qualche minuto tutte, senza eccezione alcuna, di una bellezza straordinaria e mozzafiato tanto che sembrava di stare in paradiso fra gli angeli cherubini, fiorirono certi fiori carnivori lunghi e molto stretti mai visti prima, blu, rossi e gialli, anche dove in precedenza vi erano state solo sterpaglie o secche zolle di terreno, l’acqua dei ruscelli divenne dolce, in alcuni tratti si trasformò proprio in vin brulè, così come divennero dolci le erbe amare, alcune delle quali si trasformarono proprio in fagottini di patate dolcissime e prezzemolo del boschetto, i passeri fecero l’amore coi merli e i corvi coi colibrì, ma non è che tubavano, scopavano proprio, le vacche diedero il doppio del latte, piovvero rane e piccoli criceti. Un gruppo di lupi denominati “i lupi massoni”, giunto direttamente dal bosco per l’occasione, accerchiò la torre quasi a proteggerla, e questi lupi massoni ulularono la più dolce melodia mai ululata; la gioia si insinuò nei ventricoli di ogni abitante del paese, i poveri divennero ricchi ed i ricchi ancora più ricchi, scomparvero la fame e la sete, le banane crebbero per terra come le zucchine e spuntarono alberi di funghi, gli unici che rimasero nella stessa situazione in cui si trovavano precedentemente furono i Morti, ma si sa, loro non si interessano di queste quisquilie terrene, sono superiori loro, si sentono superiori. Quattro colombelle fecero alfine capolino dalla finestra della torre, diedero un’occhiata fuori per accertarsi che non piovesse, nel qual caso avrebbero indossato i loro micro impermeabilini di capelli di vergine sverginata, e si gettarono verso la piazza, esultando per prime ed invitando tutti ad esultare, chè il cristallo si era finalmente infranto. Finalmente era nata Klippa Kloppa. Il giorno dopo che l’uovo fu dischiuso, giunse nella capitale una carovana di diecimila persone, tutte molto per bene provenienti da ogni angolo del paese, accorse in massa sia per celebrare la nascita di Klippa Kloppa, sia per presenziare all’annuale Fiera delle Bestie Rare che si sarebbe svolta proprio in quei giorni. In conseguenza di ciò oltre che diecimila esseri umani, si riversarono in città animaloidi di tutte le specie e razze, incroci di famiglie che in alcuni casi erano più brutti del peggior abominio satanico, in altri erano così incantevoli che i bimbi rimanevano per ore ed ore a fissarli, immobili ed estasiati. Dalle regioni del nord arrivarono i pesci invernali, muniti di zampette lunghe lunghe e molto sottili e dotati di pellicce incredibilmente simili a quelle degli emù: erano infatti stati creati stantuffando delle aringhe ancora vive nel culo di alcuni emù. Dalle regioni centrali arrivarono gli aracnidi intelligenti, ragni e scorpioni dalle teste smisurate nelle quali erano stati impiantati i cervelli dei primati più intelligenti, orangu-tang, scimpanzè e babbuini; in alcuni scorpioni per errore era stato impiantato il cervello del bradipo, e per questo motivo essi si muovevano molto lentamente dormendo per la maggior parte della giornata. Dalle regioni del sud invece furono portati in città uccelli di tutti i tipi, grossi come cavalli e piccoli come mosche, con una sola ala, con due ali entrambe a destra, con tre o con quattro ali, uccelli a becco mozzo, uccelli a becco uncinato, uccelli senza becco, uccelli con fighe umane al posto del becco, uccelli con becco a stella, uccelli dal piumaggio di seta, uccelli dal piumaggio di ferro e avorio bianchissimo, uccelli capaci di nuotare nella pece bollente, uccelli parlanti e cantanti, che facevano i giocolieri usando le ali, uccelli che emanavano pestilenziali flatulenze dai loro piccoli culetti di uccello, uccelli di cristallo, uccelli ricoperti da frattaglie di pollo e di altri esponenti avicoli di serie B, nunzie colombelle dall’intelligenza sempre più sviluppata, capaci di ascoltare, riferire e persino di scrivere intingendo il beccuccio nei calamai ripieni di henna, quaglie e quagliette, piccioni viaggiatori che si spostavano in treno, struzzi dal collo corto, i famigerati struzzi “modigliani” dal collo lungo più di venti metri, corvi roditori e garganelle ruminanti. La città era dunque in festa, nessuno stava più nella pelle, giravano soldi come mai ne erano girati da molti anni a quella parte e come se non bastasse l’attesa spasmodica della prima epifania di Klippa Kloppa aveva gettato tutti in un tale stato di eccitazione e di curiosità che il quesito principale sul quale si interrogava la popolazione non riguardava nè la politica nè la filosofia nè tantomeno la teologia, i tre argomenti base della cultura del regno, ma esclusivamente la lunghezza delle dita di Klippa Kloppa appena nata e la presenza o meno di delicata peluria sotto le sue ascelle. Era infatti consolidata credenza popolare il fatto che se Klippa Kloppa fosse nata con le dita meno lunghe di quattro centimetri e senza alcuna ombra di pelo sotto le ascelle, il suo regno sarebbe stato incredibilmente breve e la sua prematura dipartita avrebbe gettato l’intero paese nella desolazione più totale; tutte le donne sarebbero diventate improvvisamente sterili e così, per forzata mancanza di progenie, la loro millenaria razza si sarebbe miseramente estinta. Se al contrario Klippa Kloppa fosse nata con caratteristiche opposte, il regno avrebbe attraversato lunghi anni di pace e prosperità e ogni donna avrebbe dato alla luce almeno due figli, uno col quoziente intellettivo superiore alla media, e l’altro più bello delle sette meraviglie del mondo messe tutte e sette assieme. Nel frattempo, all’interno della torre, nella Sala dei Natali a cinquemila chilometri di altezza sopra il livello del mare, le Sacre Nutrici si prendevano cura, assieme a tutti gli altri addetti, dell’infanta Klippa Kloppa appena nata. Ella era talmente bella, ma talmente bella che nessuno dei presenti riusciva a smettere di guardarla e di sorriderle come un ebete, a certi gli dolevano persino le ganasce e sul volto di alcune donne apparvero addirittura delle precoci e indelebili rughe, che però vennero accettate di buon grado dal momento che rappresentavano il ricordo della venuta al mondo di Klippa Kloppa. Ella era talmente sana, ma talmente sana che tutti i macchinari che il dottor Anselmo Lerro utilizzò per il rituale controllo medico, al solo contatto con la sua santa, bianca, profumatissima e saporita epidermide si spaccarono in mille pezzi, a certi gli andarono persino delle schegge in faccia e ad alcune donne venne addirittura sfregiato il volto di segni che sarebbero diventati cicatrici indelebili, che però vennero accettati di buon grado dal momento che rappresentavano il ricordo della venuta al mondo di Klippa Kloppa. Sulla destra della culletta d’oro c’era uno stuolo dei giullari che con i loro ridicoli balletti e le loro sguaiate filastrocche mettevano la pargoletta di buon umore, alcuni facevano i giocolieri con teste di capre, alcuni altri brandivano arti di agnellini come fossero clavette, tre di loro si picchiavano a sangue producendo buffissimi rumori e altri quattro facevano un orgia, il tutto con immenso divertimento di Klippa Kloppa; sulla sinistra c’erano invece gli addetti alla nutrizione, che facevano spillare sangue dai loro polsi bucandoli con appuntiti aculei d’acciaio sterilizzato e lo offrivano a Klippa Kloppa in un calicetto piccolo piccolo; quella bambolina santa prendeva il calicetto con le manine sante, se lo accostava alla boccuccia e beveva tutto reclamandone ancora dopo pochissimi secondi, cosicchè durante tutta la prima settimana furono consumati ben cinquecentoquaranta addetti alla nutrizione fra uomini, donne, bambini e bestiame di grandi dimensi..
Video girato in occasione della giornata mondiale del gobbo
mONKEYpICTURE
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Video atti a cogliere lo spirito puro delle femmine
Video numero Uno: Klippa Kloppa - Stanza dei bottoni, stanza della tromba (da Il Giardino di Via Terragrande)
Stanza dei bottoni, stanza della tromba

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Video numero Due: Klippa Kloppa - Tarantula (da Il Giardino di Via Terragrande)
Tarantula

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Nessuna donna può essere bella solo per il suo aspetto, non più di quanto possa essere giudicata intelligente solo per la parlantina. L'orgoglio distrugge armonia e grazia, l'affettazione è per i bei visi un nemico più terribile del vaiolo. Nessuna donna può essere bella se non è sincera. Ciò che sarebbe odioso in un amico è orribile in un amante. Da questi pochi principi così esposti sarà facile dimostrare che la vera arte di aiutare la bellezza consiste nell'abbellire l'intera persona con i giusti ornamenti delle qualità virtuose e lodevoli. Solo con questo aiuto coloro che sono l'opera più bella della natura prendono vita e acquistano la capacità di esercitare il loro fascino, mentre coloro che sembrano essere state da lei trascurate come modelli lavorati in fretta saranno in grado, per buona parte, di finire ciò che venne lasciato imperfetto.
I BONOBO

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Member Since: 7/6/2006
Band Members: Naga, Mr. Draghen, Criminale, Capocchia, Il Vecchio, Il Rustico.
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Tottemo Godzilla Riders/Klippa Kloppa/Soundish
Record Label: Snowdonia
Type of Label: Indie

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