L'idea di formare i labileconfine nasce sul finire dell'inverno 2004. In una fredda serata di dicembre, Davide e Marcello, al tempo impegnati in due gruppi musicali differenti, decidono di dedicarsi ad un nuovo progetto. Così, nel giro di qualche giorno, coinvolgono altri due amici, Alessandro e Marco, rispettivamente tastierista del gruppo di Marc e voce di quello di Nando.
L'obbiettivo comune è fin da subito uno solo: proporre musica propria, trasmettere al pubblico sensazioni, emozioni. Ed è da qui che inizia la strada dei labileconfine, un percorso che nei primi due anni ha rivelato grandi soddisfazioni ma anche soste amare.
In questi due anni il gruppo ha vissuto l'avventura della registrazione del demo, i concerti nelle piazze e nei locali, il passaggio nelle radio Patavine, come Radio Sherwood e Radio Cooperativa, nei programmi per la musica Indie. Ma anche lo sconforto per l'abbandono da parte dei due chitarristi che si sono susseguiti nella band, inadatti stilisticamente e umanamente.
Nell'estate 2006 con l'aiuto di Tiziano di 7 NOTE, amico e tecnico del suono, i labileconfine danno vita alla loro prima creatura: un instabile composto a base di sinuosi assoli di organo e chitarra, colorito dialogo tra le due voci, efficace lavoro della sessione ritmica, testi che lasciano spazio anche alla poesia. Nasceva Sensazioni Fuoriescono, CD demo contenente 7 brani.
La svolta necessaria alla band si presenta nell'inverno 2006, con l'arrivo del quinto fratello, da sempre mancato nel gruppo: Nicola. Il feeling nasce subito. Amico, musicista di talento e versatile chitarrista, Nicola era l'anello mancante nella musica dei labileconfine. A coronare la fase di rinascita, nell'agosto 2007 ha inizio la collaborazione con Alchemist Studio Production, con lo scopo e la volontà di crescere musicalmente e professionalmente.
Oggi la band alterna i concerti al lavoro in studio e in sala, concentrandosi sulla produzione di nuovi pezzi. La sensazione è quella di aver trovato una formula adatta al fine primo dei labileconfine: mettercela tutta per lasciare un segno, che sia un graffio o una carezza, comunque un segno.