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Difficile definire con precisione quando i Claustrum siano nati, per i tanti cambi interni che lo hanno inizialmente sconvolto ed infine lo hanno reso quel che è ora.
L’unica cosa certa è che un sabato pomeriggio del Marzo 2006 Michele Gratificati (voce) passando da Cecina per una viuzza dimenticata da Dio, ha la brillante idea di andare a trovare, dopo due anni che non lo vedeva, un vecchio compagno di merende di nome Alessandro Riccucci (chitarra).
I due che non avrebbero mai e poi mai pensato e forse voluto fare una band assieme, per i differentissimi gusti musicali, dopo una discreta chiacchierata a base di birra e Whisky decidono di provare a far nascere un gruppo.
Dopo molte peripezie (notare che alcuni componenti eran poco presenti, quattro batteristi e due tastieristi si sono cambiati all’interno della band e che venne, per un breve periodo, pure una seconda chitarra) il gruppo stava per cadere ancor prima di nascere veramente.
A fine Dicembre del 2007 l’ultima formazione vedeva: Michele Gratificati (voce), Alessandro Riccucci (chitarra), Federico Santini (basso), Nicola Piccininni (tastiera), Alessandro Froncillo (batteria) e Nikolas Pignotti (pianola).
Il gruppo praticamente riniziò da zero, modificando un po’ il genere e lavorando su un nuovo materiale.
Dopo alcune date Federico Santini o Gas per gli amici (basso), per motivi personali, dovette abbandonare il gruppo lasciando il posto a Valentino Pizzi.
La musica spazia su tanti settori rendendo difficile l’individuazione per un genere preciso e ben specificato.
Questo grazie alle diversissime influenze che ha ogni componente del gruppo, sia a livello musicale che nella vita di tutti i giorni.
Lente o ritmate melodie si alternano con forti pezzi veloci distorti, seguiti da una voce che cambia da leggera e un po’ cupa a urli strazianti.
Il tutto mescolato da imprevedibili scambi che trasformano una canzone da lineare a inquietante e disturbante.
I testi non hanno un indirizzo preciso, cantano di ogni cosa e possono essere sia scherzosi che seri, anche se, per tutta la “retorica†vanno ben ascoltati per entrare al loro interno.
Il sogno dei Claustrum è provare a far trapelare le loro sensazioni per tutti coloro che gli ascoltano. Cercando di portare il loro motto (scompiglio e inquietudine) ovunque.
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