Vivo a Bari da molti anni, ma ci tengo a dire che sono di origine sarda.
Amo esplorare il mondo in tutte le direzioni. Sono una persona ribelle, apparentemente pacata, mi avvicino rapidamente a tutto ciò che è bello e con altretanta rapidità mi allontano dalle cose che ritengo brutte, volgari, o senza significato. Provo orrore per le guerre, le armi, e le lotte di potere.
Amo il teatro, le danze orientali ed internazionali. Amo tutto ciò che la mano dell'uomo elabora e costruisce attraverso le proprie capacità e la propria storia. Detesto l'esibizionismo, le prevaricazioni su i più deboli, la supponenza di chi ha troppe certezze. Non seguo le mode, seguo solamente ciò che offre armonia con il mondo, con le cose e con le persone.
Le mie creazioni sono nate dopo aver per lunghi anni lavorato con i bambini, con ragazzi e con gli adulti come animatrice psicopedagogica. Da questa esperienza ho trovato la linfa per esternare la mia creatività , imbevuta da ciò che solo i bambini sanno dare.
Fili di congiunzione
E' partita un giorno con la valigia dalla Sardegna. Dentro poche cose: tenace, impulso, illusione e l'odore penetrante del mirto. Un giorno si è trovata di fronte un muro. Si è fermata, a poggiato per terra la valigia e l'ha aperta: ha tirato fuori l'impulso, un grande tessuto nero e tanti fili per cancellare i segni del tempo. Si è servita, poi, della Memoria e dell'Illusione ed ha trasferito sui pezzi di stoffa lo spazio vibrante della notte. Alla fine ha lasciato libero l'istinto e a dileguato il buio. Segnando la stoffa con fili da ricamo colorati e bottoni vecchi, nuovi, grandi, piccoli, teneri e giocosi. E da qui, dal bottone, dall'ago e dal filo compaiono le sfere, le curve, le rette, i bagliori della notte, le tenere "opere" con la passionalità di farle e rifarle in un continuo gioco tra inizio e fine.
C'è, forse, in Concetta Cuscusa bisogno di infinito, espansione della coscienza, ricerca di altre dimensioni per far "pace con se stessa".
C'è, forse, nella caverna dell'anima una porta che conduce oltre i confini della percezione. Ed è solo lei, più di chiunque altro, che può tenere aperta la porta dalla quale fluiscono le illusioni, oggettive o soggettive che siano. Si può, forse, definire la ricerca artistica di Concetta una dilatazione degli orizzonti percettivi, al di là del tempo e dello spazio, nella consapevolezza della vastità delle dimensioni che il mondo notturno spalanca all' espansione della mente, poichè, come scrive Eraclito,
"per quanto tu cammini, percorrendo ogni strada, non potrai raggiungere i confini dell'anima: profonda è la sua essenza". Rita Zito