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Samara

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Samara è il titolo di una sceneggiatura. In questo Space, troverete la sinossi e la colonna sonora. Auguro a tutti coloro che si fermeranno per conoscere Samara, una buona lettura ed un buon ascolto.
A voi, che vivete le vostre giornate come treni in corsa, fermatevi un istante. Un solo istante basterà per ascoltare ciò che il mio cuore vuole dirvi. Parole su parole, note su note. Musica e parole strappate a momenti di dolore, ma anche a momenti di speranza, di amore e di gioia. Vi prego, fermatevi un istante e ascoltate, prima che la vita scivoli via, prima che il tempo impietoso e tiranno si impadronisca di tutto… Fermatevi un istante e ascoltate, poiché anche un solo istante potrebbe racchiudere in sé il valore di una vita intera...
Samara, il suo viso dipinto sulla porcellana illuminato da occhi verde smeraldo. Dolce Samara imprigionata in un corpo bellissimo, slanciato, desiderato e tanto oltraggiato. Sua madre muore suicida quando lei ha poco più di tre anni, il padre muore qualche anno dopo con il fegato distrutto dalla Cirrosi Epatica, sommerso dai debiti di gioco e dai sensi di colpa così affoga lo sconforto e la depressione nel whisky. Rimasta sola all’età di 6 anni, viene data in adozione nell’orfanotrofio gestito dalle Suore. La Madre superiora con rigorosa austerità, insegna: Con il dono del "timor di Dio" viene vissuto in profondità il mistero per il quale Dio è Dio e noi siamo le sue creature; lui è grande e noi siamo piccoli; lui è l'adorabile, l'immenso, l'imperscrutabile Signore e noi siamo miserabili creature. Si prende coscienza dell'abisso che c'è tra noi e Dio. Ma tale coscienza, nello stesso tempo, è colmata dal dono della pietà, che è intimamente legato al dono del timor di Dio. Nella Bibbia, soprattutto nei salmi, sovente si ripete l'invocazione: "Beato l'uomo che teme il Signore" (Sal 111). Interessante però è il fatto che questo sentimento è sempre legato ad un altro concetto tipicamente biblico: la gloria del Signore. Dio è glorioso quando manifesta la sua maestà, la sua potenza, nei suoi fatti miracolosi. Vedendo questi grandi segni, gli uomini temono Dio. Quando appare la gloria di Dio, il popolo si rende conto che bisogna dare una grande importanza all'esistenza di Dio, alle sue parole, a ciò che esige. Quando uno acquista questa ferma convinzione, vive nel timore di Dio. Perciò il timore di Dio ci libera dai timori inutili, ci insegna a non temere gli uomini, gli elementi, perchè Dio è il Dio forte, potente e misericordioso, accanto, cioè, con il suo cuore, ad ogni "misero", ad ogni "povero". In Gesù risplende il "timore" nei confronti di Dio, che è obbedienza assoluta alla volontà del Padre e lo spinge a prostrarsi nell'orto degli Ulivi pregando così: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Lc 22,42). Gloria in Excelsis Deo Le sorelle, tanto per rimanere fedeli alle leggi del Divino, nascondono gelosamente segreti perversi e poi alla sera, tutte raccolte nella cappella del convento, in ginocchio con la coroncina del Santo Rosario fra le dita e gli occhi rivolti alla Beata Vergine, chiedono a Dio di perdonarle e purificarle dai desideri della carne. Povera Samara cresciuta la dove prospera l’ipocrisia e il peccato di coloro che coperti da un talare riescono sempre a cavarsela. Anche quando il parroco prima della Santa Messa mattutina, chiama a sé tutte le bambine, le porta dentro al confessionale e le costringe a fare cose che mi vergogno anche solo a descrivere. Poi, quell’animale accrezzandole dice loro che quelle cose fatte con amore non sono peccato, Dio vuole bene alle bambine che obbediscono ai desideri del loro parroco e quelle povere bambine per paura di perdere l’amore di Dio, lo lasciano fare ciò che vuole.In una delle stanze in fondo al lungo corridoio del convento, c’è un pianoforte a coda. Li dentro, Samara si rifugia e solo in quella stanza riesce a trovare pace, assorbita dalle note e dalla solitudine ed è così che iniza a percorrere il cammino più bello della sua vita, l’arte la musica.Compiuti 18 anni Samara esce finalmente da quell’inferno e cosce colui che l’accompagnerà lungo tutto il suo percorso artistico. Samara si esercita moltissimo, intere giornate di studio e il grande talento fa il resto, così che vince numerosi concorsi per giovani pianisti. Le sue dita scivolano sulla tastiera come avessero le ali, le corde vibrando danno vita allo strumento, quanta emozione trasmette quella musica. Comincia da subito una sfolgorante carriera di concertista, si esibsce nei più grandi Teatri d’ Europa. Una sera dopo un concerto conosce Tommaso l’addetto al guardaroba del Teatro. Scatta il colpo di fulmine, L’anno successivo, si sposano, ma l’idillio dura pochissimo. Tommaso manifesta subito il suo carattere irascibile e violento. Una sera Samara, gli confessa di essere incinta e senza darle nemmeno il tempo di terminare la frase, la colpisce violentemente facendola cadere a terra e non contento continua a colpirla con calci e pugni, fortunatamente i vicini, sentendo le sue urla, corrono ad aiutarla. Chiamano il Pronto Soccorso e la Polizia, Tommaso viene arrestato e Samara ricoverata all’ Ospedale con le costole fratturate il viso tumefatto ma la cosa più dolorosa è che a causa di quelle percosse, perde il suo bambino. Quando viene dimessa dall’ospedale è distrutta, lo sguardo perso nel vuoto, non vede nulla intorno a sé, non vede neppure il sole che risplende alto nel cielo, non vede i colori della primavera, non sente più il profumo dei fiori. Ha solo un immagine davanti ai suoi occhi, se stessa che corre affannosamente lungo un tunnel buio senza uscita. Cammina sul marciapiede senza sapere dove andare, senza una meta, non si accorge neppure delle persone che la urtano con indifferenza. Orribile l’indifferenza della gente che le passa accanto, la vedono precipitare, inghiottita dal vortice, ma nessuno le tende la mano. Samara è morta dentro, nella sua vita non esiste più nulla i colori, la musica non esistono più, solamente il nulla. Nuvole nere, minacciose. Nuvole nere soffocano il cielo e coprono il sole. Nuvole nere sempre più dense intorno a lei. Samara si trova, sull’orlo del precipizio, i capelli mossi dal vento impetuoso che soffia sempre più violento su di lei come quando si avvicina un uragano. La solitudine la consapevolezza di dover affrontare da sola quell’uragano chiamato vita. Ha la certezza di essere appesa ad un sottile filo di cristallo che sta per rompersi. E’ una piccola barca in balia di un mare in burrasca. Nuvole nere la soffocano, le impediscono di respirare e poi quel senso di angoscia che le attanaglia il cuore e le provoca un forte dolore al petto. Vuole dimenticare quel passato impietoso che più volte le ha inferto coltellate lasciandole ferite profonde e sanguinanti. Forte è il desiderio di morte, impulsivamente prima che il coraggio di farlo le venga meno, entra in una Farmacia e compra dei barbiturici. Si avvicina ad una piccola sorgente d’acqua versa le pillole tutte insieme nella mano, prima portarle alla bocca alza lo sguardo e lo vede. Lui la fissa con i suoi occhi scuri simili a perle di rara bellezza. Quell’uomo ha lo sguardo profondo, penetrante e misterioso come il mare quando di notte ondeggia piano e si lascia accarezzare dai raggi argentei della luna. Il suo viso è meraviglioso incorniciato da una morbida cascata di capelli neri. Samara resta paralizzata con le pastiglie in mano, lui si avvicina e siede accanto a lei, le prende dolcemente le pillole e senza mai distogliere lo sguardo dal suo, le sussurra: “ Queste non servono” . Samara non ha mai visto prima di allora un volto così bello. Bello come il sole che nasce al mattino e accende i colori della primavera, deve avere circa 30 anni. Quegli occhi scuri la guardano, la scrutano e in quell'istante tutto il suo corpo è pervaso da un tremito, sente le gambe come fossero immobilizzate da catene di ferro, cerca di divincolarsi da quello stato ma senza riuscirci, continua a fissarlo. Lui avvicina il volto a quello di lei e Samara sente il profumo inebriante della sua pelle, le sussurra all’orecchio: “ Ti porto via con me, non devi avere più paura” A quelle parole pronunciate con una dolcezza che avrebbe fatto sciogliere anche una lastra di acciaio inossidabile, i battiti del cuore di Sam, salgono a 1000. Finalmente qualcuno le tende la mano, Samara si lascia andare e lo segue, non importa dove andranno l’importante è rimanere sola con lui. Mano nella mano si allontanano lei non riesce a distogliere lo sguardo da quell’incantevole figura, mentre lui cammina il vento gli scompiglia leggermente i capelli, i loro sguardi si incontrano lui le sorride e quel sorriso per Samara è come un Raggio di Sole. Non pensava potesse esistere tanta bellezza e non credeva che le fosse concesso di innamorarsi di nuovo, ma, sì invece, eccolo è lì l’uomo che aveva sempre cercato, ora è proprio lì di fianco a lei ed è bello, è tanto bello. Il mondo intero risplende della sua bellezza. La porta della stanza si apre e gli infermieri della Clinica psichiatrica, la trovano morta, ma con il viso sereno. Fra le mani stringe un foglietto di carta. Prima di morire, Samara ha scritto queste parole …
Amore mio dove sei
Ti ho cercato fra le lame taglienti
Di una vita ormai perduta
Ti ho cercato fra i colori delle ali di una
Farfalla impazzita
Amore mio dove sei
Ti ho cercato nel mare
Ti ho cercato nel sole
Ti ho cercato nel cielo soffocato dalle nuvole
Ti ho cercato nella notte fra le stelle
E li c’era scritto il tuo nome
Li c’era scritto il tuo nome
Lassu’ fra le stelle c’e’ scritto il tuo nome

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