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Alberto Grifi

Spazio umilmente dedicato al genio Alberto Grifi ... il più classico dei filmaker underground e l'o

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Alberto Grifi

Regista, pittore e autore di dispositivi video-cinematografici, tra i massimi esponenti del cinema sperimentale italiano
Note Biografiche
Nato in un'officina dove suo padre costruiva truke e macchine da presa speciali, Alberto Grifi è considerato tra i primissimi autori di quello che fu chiamato cinema sperimentale italiano, con "La Verifica Incerta" del 1964, realizzato con Gianfranco Baruchello; si tratta di un collage distruttivo e dissacratorio dei films hollywoodiani degli anni '50. Presentato per la prima volta a Parigi da Marcel Duchamp e descritto da Umberto Eco ne 'Il nome della rosa". Ghezzi lo considera il padre di Blob.Pittore, regista, cameraman, fonico, fotografo pubblicitario di aeroplani, autore di marchingegni cinematografici come il "vidigrafo" che nel '72 servì per trascrive re su pellicola "Anna" il primo film videoregistrato in Italia, realizzato con Massimo Sarchielli, cult movie della cultura alternativa post sessantottesca. Presentato poi al Festival di Berlino, Biennale di Venezia e Cannes nel '75. Negli anni '60 con Vito Pandolfi il film "Provincia pilota", documento sugli effetti che la cassa del mezzogiorno e l'industria producevano sulla società contadina nella provincia di Latina, intorno alla costruenda prima centrale elettronucleare italiana (Festival dei Popoli 1962). Fotografo degli aeroplani dell'Alitalia, fotografo sperimentale per "Civiltà delle Macchine"; cataloghi e libri d'arte per la Rome New York Art Foundation e la Marlborough, tra cui la monografia di Burri premiata da Argan nel '63. Un libro fotografico sul monumento di Auschwitz di Pietro Cascella nei campi di sterminio di Oswiecim in Polonia. Per Folco Quilici una serie di documentari sul restauro delle opere d'arte nel fango dell'alluvione di Firenze. Svariate campagne pubblicitarie e documentari per uso didattico sulle nuove frontiere della chirurgia.Lavorando con Carmelo Bene appena arrivato a Roma, e Beppe Lenti, un film girato con 2 macchine da presa, una per mano, sul "Cristo 63", spettacolo teatrale vietato dalla questura. Nascosto o distrutto, nessuno l'ha mai potuto vedere. Nel '64 con Gianfranco Baruchello, "La Verifica incerta": un massacro cinematografico di film americani famosi rimontati pensando al Dada; presentato a Parigi suscitò l'entusiasmo di Marcel Duchamp, Man Ray, Max Ernst. E l'ostentato disprezzo di molti famosi critici cinematografici italiani. Poi film brevi dove gli effetti speciali sono usati nel tentativo di costruire una nuova grammatica visiva capace di descrivere" la nuova geografia di percezioni e immaginari sconfinati, l'emergere dei ricordi del lontanissimo passato filogenetico dei nostri progenitori i" ci regalavano le sostanze psicotrope: occhio puntato su "Virulentia", operazione teatrale di Aldo Braibanti (1967), "Orgonauti evviva !", ecc. Questo lavoro si opponeva all'estetismo dei film di cassetta che si preparavano a svende re gli stereotipi dell'avventura hippie e usavano gli effetti speciali "per insaporire la sbobba insapore di un cinema che non cambiava nella sostanza".Condannato parallelamente a Braibanti a due anni di carcere (68-69) fa uscire clandestinamente da Regina Coeli lettere che vengono lette mentre si proiettano film trovati nei cestini degli scarti nelle moviole. Ne "L'occhio è per così dire l'evoluzione biologica di una lagrima" si vede Monica Vitti che cerca di piangere, scarto di lavorazione del Deserto Rosso di Antonioni, mentre lo speaker legge un documento sulle violenze subite durante una rivolta carceraria.Con Massimo Sarchielli, nel '72, "Anna". Girato con il primo videoregistratore arrivato in Italia e uscito nel 75 dopo aver "inventato" una macchina per trascrivere i videonastri. su pellicola cinematografica; dopo i Festival di Berlino, Venezia e Cannes tiene il cartellone al Filmstudio di Roma per qualche mese. Il film registra il rifiuto di attori e maestranze a sottomettersi all'autorità della regìa e alla sceneggia tura. Grifi pubblica un'elaborazione teorica su come i comportamenti umani vengano immiseriti, filmandoli, perché costretti in una dimensione cinematografica che impone tempi e modi consentiti dall'economia.Suoi scritti sul carcere si leggono ne "Il carcere in Italia" del '71 di Ricci e Salierno e ne "La droga e il sistema" del '72 di Blumir e Marisa Rusconi. Scritti sul cinema tra gli anni '65 e '77 si leggono su Bianco e Ne ro, Filmcritica, Cinema e Cinema, Almanacco cinema, Ombre rosse, Teatro oltre, Marcatre, Domus, Fotografare, Altri Media, Medium Arbeit, l'Art Vivant, ecc.Nel '76 con un gruppo di "videoteppisti" una produzione di documenti pressoché inediti sulle lotte e sui comportamenti del proletariato giovanile a Milano, Bologna e Roma; accompagnata da una teoria critica sull'organizzazione dell'informazione antagonista a quella di Stato che si opponeva allo spettacolo dominante per "mettere in circolazione nuovi comportamenti e creatività di quelli che erano i nuovi proletarizzati: avevamo bisogno di un cinema che ci indicasse come strappare dei pezzi di vita autentica a quella falsa del capitale, non di film muffiti nelle cineteche per sopravvivere di ricordi". (Festival del proletariato giovanile al Parco Lambro di Milano, gli autoriduttori al convegno di anti psichiatria a Milano, ecc. Per ultimo un film sulla condizione carceraria "Michele alla ricerca della felicità realizzato con Blumir, commissionato e censurato dalla Rai nel 1978 insieme a "Dinni e la Normalina" ovvero "La videopolizia psichiatrica contro i sedicenti gruppi di follia militante".Nel '78 al Naropa Institute, Boulder Colorado USA, con Allione e Fernanda Pivano un film sulla Beat Generation con Allen Ginsberg, Gregory Corso, Timothy Leary, Wil_ liam Burroughs, Meredith Monk, ecc. Nel '79 a Parigi ari cora con Gianfranco Baruchello "A propos de la douoeur" videoregistrazioni con J.F.Lyotard, Klossowsky, Guattari, Cooper, Jouffroy, ecc. Durante gli anni '80 come tecnico salariato ha lavorato per appalti Rai (Mixer e altre sigle) e per la cinematografia per l'industria negli USA, Latino America, Africa, Australia e Sud Est Asiatico; in fondo alle fogne di Hong Kong o negli scavi sotterranei per le centrali idroelettriche ai bordi dell'Amazzonia. Al Maseachusset Institute of Technology, USA, ha fatto parte di un team di ricercatori per uno studio sulle interazioni tra immagine video e memorie elettroniche per l'analisi di attività sportive.Ha realizzato numerose trasmissioni radiofoniche (Audio box-rai., radio Blackout di Torino, Radio Città Futura di Roma, ecc.) sull'allevamento degli animali da carne e da latte, il mattatoio, la struttura dei linguaggi cinetelevisivi. Gli sono state dedicate retrospettive dai Festival di Bellaria, Pesaro, dal Museo del Cinema di Torino, ecc. Collabora con alcune riviste cinematografiche e col "Manifesto". Dal '93 tiene seminari lavorando con i collettivi video dei Centri Sociali, università, Fondazioni culturali.Ha progettato e costruito dei macchinari per la rigenerazione di nastri video girati negli anni '70 al fine di "salvare" più di cento ore di documenti che Costituiscono la memoria storica delle lotte di quel periodo.Il 22 aprile 2007, dopo un lungo periodo di malattia, muore a Roma all'eta di sessantotto anni.

My Interests


I'd like to meet:

Ognuno di noi è una piccola cellula di un'organismo più grande, che è il pianeta sul quale viviamo. La terra è un'astronave viva sulla quale viaggiamo. Dove tutto è vivo. Acquisire nel quotidiano questa coscienza porterebbe ad una mutazione profonda nella concezione del fare politica e del nostro modo di agire. ..

Movies:

gli effetti speciali sono usati nel tentativo di costruire una nuova grammatica visiva capace di descrivere la nuova geografia di percezioni e immaginari sconfinati, l'emergere dei ricordi del lontanissimo passato filogenetico dei nostri progenitori

Il cinema contro



nuove percezioni visive
tratto da "transfert per camera verso Virulentia"

"non si trattava più di guardare il mondo attraverso il macchinario cinematografico, che nella presunzione di essersi definitivamente insediato al posto dell'occhio biologico, andava regolamentando la norma visiva."

Enrico Ghezzi saluta Grifi
"Il grande freddo" di Alberto Grifi (1/3)

Il desiderio di vivere e la solidarietà. Il Grifi Buono
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