canzoni d epoca...:
PORTA ROMANA BELLA
Porta Romana bella Porta RomanaCi stan le ragazzine che te la dannoCi stan le ragazzine che te la dannoPrima la buona sera e poi la mano.E gettami giù la giacca ed il coltelloChe voglio vendicare il mio fratelloChe voglio vendicare il mio fratelloE gettami giù la giacca ed il coltello.La via San Vittore l’è tutta a sassiL’ho fatta l’altra sera a pugni e schiaffiL’ho fatta l’altra sera a pugni e schiaffiLa via San Vittore l’è tutta a sassi.La via dei Filangeri l’è un gran serraglioLa bestia più feroce l’è il commissarioLa bestia più feroce l’è il commissarioLa via dei Filangeri l’è un gran serraglio.In via dei Filangeri gh’è ‘na campana‘gni vòlta che la sòna l’è ona condanna‘gni vòlta che la sòna l’è ona condannaIn via dei Filangeri gh’è ‘na campana.Prima faceva il ladro e poi la spiaE adesso è delegato di poliziaPrima faceva il ladro e poi la spiaE adesso è delegato di polizia.E sette e sette e sette fanno ventunoArriva la volante e non c’è nessunoArriva la volante e non c’è nessunoE sette e sette e sette fanno ventuno.O luna che rischiari le quattro muraRischiara la mia cella ch’è tanto scuraRischiara la mia cella ch’è tetra e neraLa gioventù più bella morì in galera.O luna luna luna che fai la spiaBacia la donna d’altri ma non la miaAmore amore amore, amore un cornoDi giorno mangio e bevo, di notte dormo.Ci sono tre parole in fondo al cuoreLa gioventù, la mamma e il primo amoreLa gioventù la passa, la mamma muoreTe restet come on pirla col primo amore.Porta Romana bella Porta RomanaCi stan le ragazzine che te la dannoCi stan le ragazzine che te la dannoPrima la buona sera e poi la mano.
LA POVERA ROSETTA
Il tredici di agostoIn una notte scuraCommisero un delittoGli agenti di questura.Hanno ammazzato un angeloDi nome la RosettaEra di piazza VedraBattea la Colonnetta.Chi ha ucciso la RosettaNon è della LiberaForse viene da NapoliÈ della mano nera.Rosetta mia RosettaDal mondo sei sparitaLasciando in gran doloreTutta la malavita.Tutta la malavitaEra vestita in neroPer ‘compagnar RosettaRosetta al cimiteroLe sue compagne tutteEran vestite in biancoPer ‘compagnar RosettaRosetta al camposantoSi sente pianger forteIn questa brutta seraPiange la piazza VetraE piange la LiberaOh guardi calabresePer te sarà finitaPerché te l’ha giurataTutta la malavitaDormi Rosetta dormiGiù nella fredda terraA chi t’ha pugnalatoNoi gli farem la guerra,a chi t’ha pugnalatonoi gli farem la guerra.
EL DONDINA QUAND L è CIOCCH
El Dondina quand l'è ciocchel va intorna a ciappà i locche i e mèna a San Vittora sentà quant inn i or.E sònna la voeunna sònna i dòel Dondina l'è sú ancamòsònna i trÃi, sònna i quatterel Dondina l'è a teater.E sònna i cinq e sònna i sesel Dondina l'è adrée a bevsònna i sètt, sònna i vòttel Dondina l'è al casòtt.
Un passo in dietro nel tempo...
".....Milano, inizio anni ’50, la guerra è ormai alle spalle, la ricostruzione avviata verso il boom economico. Ai margini di una contrapposizione di classe ancora ben definita, dei giovani di estrazione proletaria non accettano più le dinamiche delle conflittualità sociali dell’epoca. Non seguono più l’esempio della militanza politica, rifiutano la logica del lavoro salariato in fabbrica e si arrangiano come possono con piccoli furti rispettando però codici, regole e valori precisi. E’ una malavita un po’ romantica, molto legata al territorio e alla gente comune, figlia di una povertà vissuta dignitosamente, infatuata e sedotta però dalle figure cinematografiche francesi e americane che raccontano “il grande colpo che ti può risolvere la vitaâ€. Su questo “milieu†l’esplodere del “boom economico†dei primi anni ’60 ha effetti dirompenti e sconvolgenti. I giovani malavitosi incominciano una gestione più redditizia degli affari con il controllo della prostituzione, delle bische e delle sale da gioco, con il moltiplicarsi delle rapine e soprattutto con lo sviluppo di un’organizzazione armata sempre più violenta. A ciò si deve aggiungere il progressivo inserimento di delinquenti di origine meridionale provenienti dal grande flusso migratorio di quegli anni, portatori di una pratica e di una cultura malavitosa differente. Dalla logica del bisogno si passa progressivamente alla logica del profitto. E’ un processo irreversibile e implacabile che all’inizio degli anni ’70 degenera verso una nuova criminalità sempre più feroce e mafiosa..."