About Me
Sicuramente devo la mia passione di musicista a mio padre, grande appassionato di musica classica, sinfonica e lirica. Fu lui che attraverso l’ascolto di quintali di dischi in vinile delle più grandi orchestre e dei più grandi esecutori delle opere immortali e con l’apporto del suo grande sapere tecnico fece scattare nel mio inconscio la curiosità e poi la volontà di studiare uno strumento musicale. Dapprima, tentai l’approccio con i tasti bianconeri ma, nonostante gli sforzi, questo non fu mai uno strumento con il quale andai particolarmente d’accordo. Nonostante ciò furono proprio questi presupposti a sviluppare in me un orecchio musicale particolarmente attento ed una “visione d’insieme†che in seguito si rivelò decisamente utile alla formazione dei gruppi e alla scelta dei partner musicali. La scelta però della seicorde come compagna di tante battaglie era ancora lontana; inoltre le divergenze d’opinione con mio padre riguardo alla musica moderna e tutto quanto la riguardasse (chitarre elettriche comprese) mi costrinsero a pensare ad altro per lungo tempo.
Fu grazie a due amici di scuola superiore che però scattò la famosa molla. Il primo fu “colpevole†di avermi prestato un bel giorno il disco “Made in Japanâ€, il famoso live dei Deep Purple… pietra miliare del rock. Subito dopo lo segurono il primo ed il secondo dei Van Halen…
Che dire…classici come Highway Star, Smoke on the water, Child in time, eseguiti dal Blackmore dei tempi migliori o Eruption, Spanish Fly, etc, del grande Eddie lasciarono un segno indelebile. A questo punto serviva per forza un “mezzo†per togliermi quell’insopprimibile prurito alle dita che giorno per giorno aumentava con l’ascolto di “merce†sempre più selezionata.
Qui entrò in gioco anche l’altro amico, già cultore della seicorde e magico esecutore dal tocco personale, tale Savino Verni oggi chitarrista nei Nohaybanda Trio di Monza, alla cui corte mi ritrovai studente voglioso di imparare scale, accordi, ma soprattutto trucchi e metodi, stili e tecniche. Potere della volontà , nel giro di pochi mesi riuscii a procurarmi finalmente una seppur economica chitarra elettrica! Era una Eko tipo Fender alla quale seguì il primo amplificatore degno di questo nome, un combo della Marshall da 30W di cui ricordo la potenza devastante quando suonava in distorsione!
Forte di queste prime armi e delle ore ed ore passate a provare sempre gli stessi riff, sempre gli stessi passaggi e gli stessi arpeggi fino a raggiungere la massima perfezione possibile, convinsi lo stesso Savino a formare un gruppo sull’onda di quello che in quel periodo e per molto tempo fu per me il punto di riferimento e di arrivo: l’heavy metal!
Nato come gruppo metal in genere, divenne in breve tempo una cover band solida e compatta del mio gruppo preferito di allora: gli Iron Maiden! Naturalmente in un gruppo del genere non poteva mancare il perno fondamentale e cioè il basso e fortuna volle che questo strumento fosse imbracciato da Umberto Bruno, bassista impareggiabile e impeccabile esecutore dei brani della famosa metal band. Alla batteria l’indissolubile incontro con il batterista Aldo La Stella, con il quale avrei formato la più stabile coppia di musicisti che io abbia mai avuto. Con la sua ormai proverbiale potenza e affidabilità al fianco ho avuto modo nel corso degli anni di affinare le tecniche e capire quale fosse esattamente il mio ruolo nelle bands.
Nel tempo ho preferito sviluppare la mia sensibilità per la visione d’insieme, per organizzare il lavoro di gruppo e non per tentare di emergere come chitarrista solista, come molti colleghi della seicorde spesso tentano di fare. Per intenderci, al ruolo di uomo di punta ho sempre preferito il ruolo di “Capitano†come si usa dire in gergo calcistico, essere un punto di riferimento per tutti e fare da pilastro e base portante per tutto il gruppo. Ho sempre pensato ai gruppi musicali come ad una “squadra†dove ognuno ha un compito ben preciso e deve portarlo avanti fino in fondo nel miglior modo possibile con tanta pazienza e “allenamentoâ€. E’ questo che, anche se fra sbuffate e “orecchie da mercante†alla fine ha sempre dato i suoi buoni frutti.
Da allora, sempre con Aldo La Stella al fianco ho creato numerose rock band, togliendomi tutti gli sfizi e i sassolini dalle scarpe, prendendo sempre come una sfida il tentativo di destreggiarmi in generi forse diversi fra loro ma sempre rigorosamente ROCK!
Ecco quindi dopo la lunga parentesi Maiden creare una cover band dei Pink Floyd, una dei una dei Queen (con il compianto Vito Milella alla chitarra), oltre a tante altre collaborazioni con colleghi musicisti baresi.
Una svolta importante della mia storia musicale e di quella di coloro che sono entrati in gioco e hanno bazzicato intorno al gruppo si concretizza quando fondo i MERIDIANO ZERO, la mitica cover band barese di Vasco Rossi.
Grazie ad una attenta selezione dei miei compagni di viaggio (Aldo La Stella alla batteria, Giancarlo Cannone al basso, Beppe Arnese alla chitarra, Gianluca Nanoia alle tastiere), e dando spazio all’allora poco conosciuto cantante Mimmo Bucci, posi le basi di quelle che oggi sono due delle rock band locali fra le più note e quotate. (La Combriccola di Vasco dove proseguirono Mimmo Bucci e Gianluca Nanoia con altri musicisti) ed i CONDOTTO7 dove continuò il resto della band!
Una breve parentesi prima dei Condotto7 fù un altro progetto teso al progressive rock facendo l’occhiolino a gruppi come i Dream Theatre: gli MZero con Mariano Giungarelli alla cristallina voce dove ho profuso molte energie compositive e messo in campo tutta l’esperienza acquisita fino a quel momento, purtroppo proprio quando eravamo in prossimità della meta questo progetto per varie ragioni non è riuscito a concretizzarsi in sala di registrazione e vi restano solo delle licks e delle registrazioni live al locale prove.
Accantonata questa parentesi, con l’ingresso di Antonio Cassano (oggi voce dei Condotto7), sono stato “solleticato†ancora una volta da una nuova sfida: pur non essendo un fan particolarmente accanito del Liga come Antonio Cassano e Beppe Arnese, avendo maturato nel tempo un orientamento rock decisamente più hard e metal, ho percepito tuttavia in questo genere alcune difficoltà relativamente alla scelta dei sound e di gestione delle chitarre che mi hanno incuriosito e spinto ad accettare e provare a spingermi in un campo che per me qualche tempo fa sarebbe stato snobbato.
Le chitarre “crunch†anziché di satura distorsione, i tempi più semplici e dilatati, i riff comodi e l’effettistica ridotta all’osso con sonorità più naturali: sembra paradossale per uno abituato a cercare di “spingere†e “pompare†al limite dei contorsionismi trovare difficoltà in questo genere, ma effettivamente anche in esso ho capito che ci vuole un approccio assolutamente impegnativo.
Così oggi il mio impegno è volto alla ricerca del giusto “soundâ€, un compromesso fra la mia naturale propensione al rock duro e la necessaria pulizia espressiva dei suoni più morbidi e naturali ma sempre taglienti delle chitarre del Liga.
Credo di esserci arrivato molto vicino, giudicate voi…ci vediamo sopra, sotto e intorno al palco!