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"Con il suo gaio cimitero un ardito cavaliere, sotto il sole e in fitta ombra, già da tempo andava errando - e cantava una canzone - ricercando l' Eldorado.Ma diventò vecchio intanto - questo prode cavaliere - e gli calò sul cuore un'ombra, che' non trovava mai terra o luogo somigliante all'Eldorado.E quando le forze l'abbandonarono infine, incontrò un'ombra pellegrina - "Ombra", egli chiese, "dove mai si troverà questa terra d'Eldorado?""Oltre ai Monti della Luna, giù nella Valle delle Tenebre, cavalca, cavalca intrepido", così l'ombra gli rispose - "se vai in cerca d'Eldorado!" ..Edgar Alan Poe (Eldorado)
Svettano bianchi i campanili, gli alberi si ricoprono d'argento e sui comignoli volano i vampiri. Guarda: le arpie del cielo profondo batton le ali, ridono ed osservano. Sul morto villaggio sotto la luna mai ha brillato il sole al tramonto: è emerso dal buio di ere perdute, là dove scorrono fiumi di follìa lungo abissi di sogno senza fondo. Un vento gelido striscia fra i covoni sui campi splendenti di pallida luce e s'aggroviglia attorno alle lapidi nel cimitero dove i ghoul ricercano l'orrida preda per la loro fame. Neppure il soffio degli strani Dèi del mutamento giunti al passato a reclamare ciò che gli appartenne può rendere quest'ora meno immota: una forza spettrale copre tutto, diffonde il sonno dal suo seggio antico e libera l'ignoto senza fine. Si estendono di nuovo la valle e la pianura che videro lune scordate ormai da tempo, ebbri danzano i mostri sotto i fiochi raggi, sorgendo dalle fauci del sepolcro per scuotere il mondo col terrore. Le cose che il mattino aspro rivela, l'orrore e la miseria di campi desolati irti di sassi si aggiungeranno un giorno a tutto il resto tramando con le ombre maledette. S'alzi pure nel buio il gemito dei lemuri, guglie rose di lebbra giungan fino al cielo...non cambia nulla: chè l'antico e il nuovo insieme son ravvolti nelle pieghe del costume destino, morte e orrore. I Segugi del Tempo sono pronti le carni d'entrambi a dilaniare. H.P.LOVECRAFT
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Maschere..IdentitÃ
La strada di casa..
Il lagoNel fior di giovinezza, ebbi in sorte d' abitar del vasto mondo un luogo che non poteva ch' essermi caro e diletto - tanto m' era dolce d' un ermo lago la selvaggia bellezza, cinto di nere rocce, con alti pini torreggianti intorno.Ma poi che Notte, come su tutto, aveva li' disteso il suo manto, e il mistico vento e melodioso passava sussurrando - oh, allora, con un sussulto io mi destavo al terrore di quel solitario lago.Pure, non mi dava spavento quel terrore, ma anzi un tiepido diletto - un diletto che ne' miniere di gemme ne' lusinghe o donativi mai potrebbero indurmi a definir qual era - e neanche Amore - fosse anche l' Amor tuo.Morte abitava in quelle acque attossicate, e una tomba nel profondo gorgo era disposta per chi sapesse ricavarne un sollievo al suo immaginare: il solingo spirito sapesse fare un Eden di quell' oscuro lago. EDGAR ALAN POE (il lago)