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Oscar Del Barba

Oscar Del Barba

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OSCAR DEL BARBA è nato a Brescia nel 1968, si e' diplomato in pianoforte nel 1990 con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Brescia, e in jazz (sempre col massimo dei voti) e in composizione presso il Conservatorio G. Verdi di Milano. Si è avvicinato a svariati generi musicali (jazz, musica cubana, argentina, brasiliana) che, unitamente agli studi classici, hanno formato uno stile personale originale che influenza le sue composizioni oltre che le sue improvvisazioni.Nel ‘93 e ‘94 vince due borse di studio per la frequenza al "Berklee College of Music" in Boston. Nel 2001 vince il III premio al I Concorso Internazionale Pianisti Jazz “Friedrich Gulda” di Ostra (AN) e il I premio al concorso di composizione Brescia On Line (cat. World). Nel 2002 è vincitore del I premio al Concorso Internazionale di composizione “Scrivere in Jazz” di Sassari (sezione musica da film). Nell’ottobre del 2003 si classifica al I posto al Concorso per solisti e gruppi jazz emergenti “Schio Emerjazz 2003 e nel novembre 2003 gli è stato assegnato il II premio al Concorso Internazionale di Composizione Premio Valentino Bucchi di Roma e medaglia d'argento del Presidente della Repubblica Italiana col brano per coro e grande orchestra “Al volo” (I e III premio non assegnati)Vanta collaborazioni come pianista con il cantautore Francesco Guccini e con altri importanti musicisti del panorama musicale internazionale come Markus Stockhausen, Dave Liebman, Ralph Alessi, Javier Girotto, Francesco Bearzatti, Flaco Biondini, Ares Tavolazzi, Mauro Negri, Simone Guiducci, Roberto Dani, Salvatore Maiore. Ha più volte partecipato a trasmissioni su Radio Tre, ha lavorato per la sonorizzazione di film muti ed è molto richiesto anche come arrangiatore.Oscar Del Barba si è esibito, in soli due anni, in 20 paesi, tra cui Argentina, Perù, Ecuador, Colombia, Messico, paesi scandinavi, Turchia, Francia, ecc.Oltre a numerose partecipazioni discografiche, ha realizzato a proprio nome vari cd tra i quali: "Scale Mobili" (con il gruppo “Pentagono”) (RAI Trade - Pentaflowers), “La strada” (Pepito Records-Ed. Telma) e, con M. Stockhausen, "Serengeti" (Velut Luna), “Pangea” (Velut Luna), “Christmas Songs” (Brisa Entertainment) (pianoforte/contrabbasso con Salvatore Maiore). Queste incisioni vantano recensioni positive su importanti riviste musicali come Musica Jazz, Suono, Musica e Dischi, AudioPhile Sound, Fedeltà del Suono, Italian Sound Company, Libri non solo, etc.Nell’agosto 2006 è uscito il nuovo cd intitolato “Making whopee” (Velut Luna) con Rosella Caporale (feat. Fausto Beccalossi, Antonio Zambrini, Achille Succi). Le musiche (originali e standards riarrangiati) sono per soli e orchestra (Orchestra di Padova e del Veneto) e per soli, coro e orchestra (Coro dell’Università di Padova).---------------------------------------------------- ------------------------------------------ Da “SUONO” n. 329 Febbraio 2001-------------------------------------------------------- ---------Oscar Del Barba “SERENGETI”--------------------------------------------- --------------------------------------------In tempi come quelli che stiamo vivendo, dove tutto è virtuale ed il vero potere è in mano alla tecnologia, l’unico mezzo per sentirsi vivi e continuare a sognare è quello di dare ascolto alle nostre emozioni, ai nostri sentimenti. La musica è rimasta, forse, una delle poche cose in grado di suscitare in noi certe emozioni, in grado di risvegliare quella parte di noi che credevamo addormentata per sempre. La Velut Luna viene incontro alla nostra esigenza producendo questo cd intitolato “Serengeti”, contenente nove brani composti ed arrangiati da Oscar Del Barba. Questo musicista trentaduenne, dopo essersi diplomato in pianoforte con il massimo dei voti presso il conservatorio di Brescia, ha coltivato un forte interesse per il jazz e per la composizione che lo hanno portato ad importanti collaborazioni con alcuni musicisti di spicco del nostro panorama musicale (Francesco Bearzatti, Mauro Negri…). Il cd, registrato all’auditorium Pollini di Padova nell’aprile 2000, vede la partecipazione di Mauro Negri al clarinetto, di Markus Stockhausen alla tromba e flicorno, del Trio Fenice (composto da Sara Michieletto al violino, Paolo Pasoli alla viola e Nicola Boscaro al violoncello) più Gian Aldo Tatone al secondo violino oltre alla presenza dell’autore al pianoforte? Si tratta di nove brani pervasi da una vena di struggente malinconia in cui affiorano la conoscenza della musica popolare argentina, brasiliana ed africana che hanno influenzato lo stile improvvisativi dell’autore. Di grande impatto emozionale il secondo e l’ottavo brano (rispettivamente ‘Il mare nel cielo” e “Inverno”. Molto belle le illustrazioni abbinate ai titoli dei brani all’interno del libretto.___________________________________________________ _________________ Rocco Mancinelli-------------------------------------------------- -----------------------------------SerengetiVelut Luna CVLD 03500; 2000 (Oscar del Barba: grandpiano; Mauro Negri: clarinetti; Markus Stokhausen: tromba, flicorno; Trio Fenice: Sara Michieletto: violino; Paolo Pasoli: viola; Nicola Boscaro: violoncello; Gianaldo Tatone: secondo violino)All’interno del panorama musicale jazzistico italiano, da qualche anno a questa parte, si assiste ad un fermento creativo che non si sentiva da tempo. Aprendosi alle collaborazioni con musicisti esteri e facendo riferimento a tradizioni musicali consolidate, gli artisti di casa nostra sembrano maturare a vista d’occhio. E non è un caso che la produzione musicale stia migliorando di prodotto in prodotto. Questo avviene a tutti i livelli per tutte le categorie di musicisti: dai maestri che fanno sentire la loro voce ormai da tempo, alle nuove leve che, pur affacciandosi al mercato discografico per la prima volta, propongono prodotti già maturi e assolutamente degni di attenzione. “Serengeti”, opera prima del pianista bresciano Oscar Del Barba prodotto per l’etichetta padovana “Velut Luna”, appartiene proprio a questa categoria di lavori. Avvalendosi di valenti collaboratori quali Mauro Negri ai clarinetti, Markus Stockhausen alla tromba e flicorno e il Trio Fenice agli archi (Sara Michieletto al violino, Paolo Pasoli alla viola e Nicola Boscaro al violoncello più Gianaldo Tatone al secondo violino), Del Barba prepara un ottimo disco che nel complesso risulta essere coerente ed efficace nella proposta di una musica fresca, originale e sempre ispirata. Le radici della musica del pianista affondano in un retroterra culturale musicale ricco e variegato: sono piuttosto evidenti i riferimenti alla musica colta occidentale (Del Barba è diplomato al conservatorio), ma anche al jazz e alle tradizioni etniche e tradizionali extraeuropee: tango, musiche sudamericane, africane e medio orientali. Il disco si apre con la scoppiettante e melodica “Giocolieri” che si impone con una ritmica incalzante ed allegra; richiamando musica da cinema e da teatro, non disdegna citazioni alla musica classica americana dell’inizio del ‘900 (Gershwin e Copland). Il secondo brano, “Il mare nel cielo” sembra un omaggio alla musica Impressionista francese; il tema è morbido e delicato e tra le note è facile riconoscere splendidi e assai velati riferimenti, sia a quel capolavoro che è il concerto per piano e orchestra in sol maggiore di Maurice Ravel (l’entrata del flauto del secondo movimento), che al Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy. Ed ancora Copland, Gershwin, Debussy, con un pizzico di Strawinsky e soprattutto Piazzolla sembrano essere i riferimenti per “Burlesca”, terzo bellissimo brano che si erge monolitico grazie anche ad un efficace assolo di Negri. Con “Rapsodia Balcanica” le sonorità, pur restando omogenee a quelle precedenti, si fanno più etniche e tradizionali: nel primo movimento prevalgono ritmiche e timbriche orientali, mentre nel secondo echeggiano le scure atmosfere argentine del bandoneon di Piazzolla. Nel terzo movimento è riproposta la carica dimensione orientaleggiante del primo movimento con un chiaro richiamo alla realtà musicale balcanica; da notare il sanguigno solo di Stokhausen che interpreta perfettamente l’estetica di quei luoghi e il bell’arrangiamento per archi. Con “Balanco” Del Barba ripropone l’atmosfera scanzonata del brano di apertura, ma presto, attraverso il clarinetto di Negri, trasporta l’ascoltatore in un territorio labirintico, umoristico e surreale che ricorda cartoni animati e scherzi giovanili. “Inverno” è invece un pezzo malinconico di struggente bellezza impressionista che, sospeso a mezz’aria, in un’estaticità tardo romantica, si impone con i sette minuti e mezzo che sostengono l’apice drammaturgico dell’intero disco; da sottolineare, in questo frangente, il bellissimo solo al pianoforte dell’autore. “Serengeti” è il brano che dà il titolo al lavoro e che lo chiude in un brillante ritmico, crescendo lirico, che distende accompagnando all’uscita; molto interessanti gli archi nell’episodio d’insieme della seconda metà del brano. Nel complesso il pianismo di Del Barba, molto originale e pregno, che può essere paragonato all’eclettismo di un John Taylor o di un Egberto Gismondi, ben si completa con il granitico, sempre centrato e arabescato fraseggio di Negri e con i vellutati voli verticali di Stokhausen. Gli archi completano l’affresco donando ai brani un delicato lirismo contrappuntistico. Ottimi sono gli arrangiamenti e significativa la maestria con cui il compositore, promosso a pieni voti, sembra controllare il materiale musicale. La scrittura è a tratti densa e intensa e a tratti spoglia e rarefatta: una musica visivamente molto stimolante che ci fa sperare in una prosecuzione ancora migliore. Attendiamo con ansia. R. mdelillo---------------------------------------------------- ----------------------------------------Da Musica Jazz n. 12 -Dicembre 2000____________________________________________Oscar Del Barba “SERENGETI”--------------------------------------------- -------------------------------------------Nome nuovo che i sostenitori del jazz italiano devono segnarsi, e possono farlo volentieri: Oscar Del Barba, bresciano, classe 1968, con un diploma di pianoforte in conservatorio nel bagaglio (ma a un secondo, di composizione, sta puntando). In questo suo assoluto esordio discografico sembra evidente l’interesse soprattutto per la parte progettuale e compositiva del jazz, una scelta che può nascondere dei rischi per un’artista agli inizi, ma questo fortunatamente non è il suo caso: “Serengeti”, con la sua ricchezza di spunti e sfumature, rivela gusto e capacità. E’ un disco molto preparato, in cui è chiaramente notevole la parte “scritta”, soprattutto per quel che riguarda il quartetto d’archi che lo accompagna, formato da elementi di primo piano della veneziana orchestra del Teatro La Fenice. Naturalmente scaturiscono dalle composizioni e dagli arrangiamenti (tutti di Del Barba) anche importanti squarci di pura improvvisazione. Si impongono in ciò, dando al disco l’altra parte del suo pregio, sia un ispiratissimo Negri, sia un lirico e visionario Stockhausen, ma anche lo stesso leader, pianista corposo ed esornativo. E’ un organico del tutto adeguato per dar forma alle idee. Del Barba ha fatto prevalere una musica raffinata, distesa, non priva da richiami a sorgenti lontane (come il tango), nella quale l’aspetto ritmico è poco evidente: insomma, un disco italiano di stile molto “ECM”, per capirci.__________________________________________ Gian Mario Maletto----------------------------------------------------- ------------------------------da Ciao Jazz-------------------------------------------------------- ----------------------------------Serengeti----------------- ------------------------------------------------------------ -----------------Oscar Del Barba è un interessante pianista bresciano che in questo disco si presenta anche nella veste di compositore e arrangiatore. Infatti i nove brani contenuti in Serengeti portano tutti la sua firma. La carriera del giovane pianista (nato nel 1968) lo vede, tra l'altro, collaboratore di musicisti jazz come Francesco Bearzatti e Mauro Negri, con i quali ha suonato in diversi occasioni e con i quali ha registrato alcuni dischi. Dopo gli studi al conservatorio, Del Barba si è avvicinato al jazz e, negli ultimi anni, si è avventurato alla riscoperta delle musiche popolari, spaziando dal tango argentino alla musica brasiliana e africana. Si ascoltino attentamente brani come Balanço e Rapsodia Balcanica in cui gli elementi di queste tradizioni emergono in larga misura, fondendosi con la musica accademica europea. Un repertorio contemporaneamente popolare e accademico, con un approccio squisitamente jazzistico che consente alla formazione di spaziare nell'esecuzione dei brani e di abbracciare la musica nella sua globalità. Una musica "trasversale" che sa catturare e sorprendere l'ascoltatore per le forti dinamiche interne ed il lirismo che spesso raggiunge. Appare talvolta burlesca e divertente, soprattutto in brani come Giocolieri e Burlesca, a volte più introspettiva e seriosa, come in Il mare nel cielo e Inverno, ma riesce sempre allo stato d'animo dell'ascoltatore, ad entrare in sintonia con il proprio ego irrazionale. L'arrangiamento appare gradevole e mai rindondante, Markus Stockhause e Mauro Negri sono partner ideali per il pianista e lo String Quartet riece a creare intense e infitte atmosfere ed a fornire un valido supporto ai fiati e al piano. Del Barba si rivela anche un buon accompagnatore e un leader mai egocentrico, lasciando ampio respiro ai suoi collaboratori, permettendogli di esprimere le loro idee, discendenti, comunque, da una estetica comune. Il jazz diviene una musica quasi accademica, in cui il musicista svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo dei brani.______________________ Paolo Treffiletti------------------------------------------------- --------------------------------------Da “FEDELTA’ DEL SUONO”____________________________________________________ _ n. 8 Novembre-Dicembre 2000_________________________________________________“SERE NGETI”---------------------------------------------------- -------------------------------------Diavolo di un Lincetto (il produttore), birichino e provocatore! In barba alle tendenze delle case discografiche “normali” la sua Velut Luna cerca sempre l’inedito, il diverso, il sorprendente. A noi piace assai questa ventata di novità iconoclasta, soprattutto in produzioni, come questa in esame, nelle quali il contemporaneo colto trascolora scientemente nella musica di consumo conservando tratti di grande raffinatezza. Sotto i riflettori c’è Oscar Del Barba, trentaduenne compositore bresciano di formazione classica approdato al jazz ed alla musica etnica. Per questa sua sapida antologia sono stati messi in campo un pianoforte (lo stesso Del Barba), i clarinetti di Mauro Negri, la tromba di Markus Stockhausen (il figlio di Karlheinz, vero ospite d’onore), il Trio d’archi Fenice rinforzato da Gian Aldo Tatone in veste di violino secondo? Il filo conduttore della raccolta? Non sembra proprio esistere, a parte la propensione per una musica piacevole e rilassante che, partendo da una matrice classica viene influenzata ora dal jazz ora dall’armonia di tipico stampo orientale. I sette brani qui riuniti vantano titoli assai suggestivi, evocatori, come la musica del resto, di mondi ed atmosfere diverse: Giocolieri, Il mare nel cielo, Burlesca, Rapsodia Balcanica, Balanço, Inverno, Serengeti.__________________________________________________ Bruno Re ------------------------------------------------------------ --------------------------------Recensito su SUONO numero 341 di febbraio 2002_________________________________Cuarteto Nuevo Tango_______________________________________________________ _ La strada______________________________________________________ _____________Questo CD registrato il 18 marzo 2001 al Seminario Vescovile Diocesano di Brescia da Carlo Cantini, regala un'ora sospesa tra nostalgia, seduzione, sensualità, passione, malinconia, in altre parole i più comuni sentimenti che sono l'essenza popolare del tango. Nel quartetto Nuevo Tango composto da Oscar Del Barba (piano), Gianni Alberti (sax, clarinetto), Fausto Beccalossi (accordeon) e Carlos El Tero Buschini (bass) sono confluiti musicisti provenienti da esperienze diverse, ma uniti dalla stessa passione per il tango argentino. Il quartetto propone pagine famose di Astor Piazzolla (Chiquilin De Bachin, Esqualo, Ausencias, Adios Nonino, Libertango) e composizioni originali di Del Barba (La Fine Della Strada, La Strada, Milonga Para el Tero), Buschini (Tambaleando) e Beccalossi (Tango for Anna, Te Quiero). L'interpretazione della musica di Piazzolla è per il quartetto Nuevo Tango una continua ricerca espressiva basata sugli originali arrangiamenti di Oscar Del Barba (tranne Esqualo, Te Quiero e Tambaleando) che, giocando sulla duttilità degli interpreti e sulla capacità di usare variamente l'organico, trovano soluzioni molto valide e al tempo stesso suggestive. Il CD, per la bellezza delle musiche e per la qualità della loro esecuzione, è indubbiamente un lavoro degno di nota. L'esecuzione ha esaltato la bravura dei quattro musicisti che possono essere considerati una formazione musicalmente poliedrica e interessantissima. Rocco Mancinelli-------------------------------------------------- ------------------------------------Recensito su SUONO numero 365 di febbraio 2004_________________________________Oscar Del Barba Trio________________________________________________________ _ Pangea------------------------------------------------------ ------------------------------------------Un momento molto felice per questo pianista e compositore trentacinquenne che ha recentemente vinto il premio di composizione “Valentino Bucchi” a Roma, si è diplomato al Conservatorio di Brescia ed ha riscosso un buon successo di critica con questo Pangea, disco in trio con Salvatore Maiore al contrabasso e Roberto Dani alla batteria. Ospite illustre di Del Barba il sassofonista Javier Girotto, noto come leader degli Aires Tango, progetto dal quale tende a discostarsi negli ultimi tempi per vivere nuove esperienze. Il piano di Oscar Del Barba impressiona per la maturità che dimostra nelle composizioni e per la capacità di passare da un registro classico e molto lirico ad atmosfere più ritmiche e jazzistiche, il tutto frutto evidentemente di una costante applicazione nella conoscenza e nello studio, ma anche di un indubbio talento. Lo dimostrano subito le prime note di Paesaggi dal cielo, lunga apertura seguita dal primo brano con Girotto (Cavalli) dove il sassofonista (musicista di forte personalità) sembra debordare con il suo approccio energico deviando il lavoro su altre tracce stilistiche. Ma il connubio fra i due arriva ad un punto molto soddisfacente in Memoria, brano dove apprezziamo pienamente il lirismo e la capacità ritmica del pianista e le note meno “urlate” del sax. Little song ci presenta un Del Barba “jarrettiano” nel migliora senso del termine, con momenti davvero molto ispirati e ben sostenuti dalla ritmica. Il disco scivola poi nella sua fase più meditativa, interrotta nel finale dalle note latine di Balanco. Davvero molto bravo, Oscar Del Barba è un musicista da conoscere per chi non ne ha avuto ancora l’occasione. Sergio SpadaRecensito su ALL ABOUT JAZZPangea Oscar Del Barba Trio (Velut Luna - Italia - 2003)Il giovane pianista bresciano Oscar Del Barba, già autore di vari CD, uno dei quali con la collaborazione di Markus Stockhausen, riunisce questa volta in trio gli ottimi Salvatore Maiore al contrabbasso e Roberto Dani alla batteria, ed aggiunge come ospite il sassofonista Javier Girotto, per registrare un’opera ispirata extramusicalmente alla natura - ed alle sue molteplici manifestazioni oggi tanto minacciate - e musicalmente a quelle atmosfere, intense ma rarefatte, che si è soliti definire “ECM Style”. L’influenza del pianismo nordeuropeo su Oscar Del Barba è particolarmente evidente in quelle tracce nelle quali non è presente Girotto: così, l’iniziale, astratta “Paesaggi del cielo”, ricorda spesso certi momenti del trio di Bobo Stenson, con il quale condivide anche l’equilibrio tra i membri. Ma questa ascendenza rimane percepibile anche in quei brani nei quali il sassofonista argentino si aggiunge con il suo caratteristico stile al soprano, che in parte stride con la rarefazione del trio, ma in parte invece risulta complementare: la sua intensa e sanguigna espressività impedisce infatti che il gruppo si appiattisca oltremisura su dei cliché. Un esempio di questa ottima miscelazione la troviamo nel brano “Essenza”, ove le improvvisazioni del trio, accogliendo il sassofonista, si modificano significativamente (notevole l’assolo di Maiore al contrabbasso); oppure nel conclusivo “Sera”, ove Girotto trattiene i suoi furori e Del Barba gli si alterna con improvvisazioni quasi bachiane. In “Balanço” è invece più evidente l’influenza di Jarrett. Un lavoro quindi interessante e promettente, che merita un ascolto attento e, magari, una verifica dal vivo. Neri Pollastri
www.myspaceeditor.it

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Member Since: 4/24/2007
Band Website: oscardelbarba.it
Influences:
Sounds Like:
Record Label: Velut Luna
Type of Label: None