http://www.camminatanerazzurra.it/2/index.htm
Il presidente Ivan Ruggeri è stato trasferito stamattina nella sede di Mozzo del Centro di riabilitazione degli Ospedali Riuniti. Lo ha reso noto l'Atalanta con un comunicato stampa pubblicato anche sul sito della società . Ruggeri era stato colpito a metà gennaio da aneurisma cerebrale, mentre si trovava all'ospedale di Zingonia. Trasferito d'urgenza agli Ospedali Riuniti, era stato operato circa 10 giorni dopo.
Ti siamo vicini Presidente...MòLA MIA!!!!..
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CIUBI, UN VERO TIFOSO, UN AMICO PER CHI LO CONOSCEVA, UN PEZZO DI STORIA DELLA NORD SE NE ANDATO. ORA INCORAGGERÃ E TIFERÃ LA DEA DAL CIELO...PER SEMPRE CON NOI!
VOGLIAMO RICORDARLO COSì, ALLEGRO E GIOIOSO COME SEMPRE LO ABBIAMO VISTO.
CIAO CIUBI
MY FANTASTIC ULTRASUN OMAGGIO AI CUGINI DI BRESCIA
ROCK'N ROLL!
LE CHIAPPE DELLE ATALANTINE SONO LE MIGLIORI!
Questa è una lettera scritta da un sostenitore Atalantino (Aaron), il quale fa rievocare profonde emozioni raccontando le sensazioni che tutti i supportrs della Dea hanno provato nella partita che ha salutato il nostro FEDERICO PISANI...! Leggetela perchè merita! Grazie Aaron...IN MEMORIA DI CHICCO:Ne incrocio due, sul treno, con le sciarpe nerazzurre. Un ragazzo e una ragazza. Lui ha i capelli lunghi, arruffati sulle spalle, la faccia seria. Lei ha gli occhiali scuri e lo tiene per mano, senza sorridere. Io invece sorrido quando li vedo, perché ho fatto cento e passa chilometri per venire qui e sono contento di trovare qualcuno con i miei stessi colori buttati addosso. Avranno vent’anni o giù di lì. Vanno a vedere l’Atalanta. Sorrido, anche perché per un attimo dimentico che oggi è un giorno particolare, e che non sto andando a Bergamo per caso. E la partita, forse, è solo una scusa.Scelgo di andare in Curva Sud e faccio male. Primo: perché è completamente in ombra e anche se c’è il sole, tira un vento freddo, proprio da sud. Secondo: perché l’Atalanta i gol li fa tutti dalla parte opposta, sotto la “Nord†e da dove sono io posso soltanto intuirli. Il terzo motivo è Chicco Pisani. O meglio: quello che resta -visibile- di lui: la sua maglia. I tifosi l’hanno appesa dietro la porta, sotto la Curva Nord, e, vista così, è un’immagine un po’ patetica, sa di funerale supplementare; non serve a niente, vista così. Ma nell’aria, allo stadio di Bergamo, oltre al vento, c’è qualcosa di più. Non si sentono i soliti cori pre-partita. C’è soltanto un brusìo leggero, mentre lo stadio piano piano si riempie. I tifosi del Vicenza arrivano cantando e appendono i loro striscioni. Li accoglie qualche fischio, nulla di più. E’ l’ora della siesta, e Bergamo appare come assopita. Invece è solo triste e il coro che si leva poco dopo dal silenzio sembra proprio l’unico coro possibile in una giornata come questa. Saranno in trenta a intonarlo (Chicco Pisani... Chicco Pisani...), ma le loro voci vengono ingoiate dall’applauso di tutti quanti gli altri, e per qualche istante non sembra neanche di stare in uno stadio di calcio. Dietro di me c’è un signore con i suoi due figli piccoli. Uno dei due chiede (ma è una domanda retorica, di quelle che fanno i bambini): “Ma chi è che è morto?†E il padre (si capisce che non ha voglia di rispondere, ma risponde lo stesso), a bassa voce, quasi sussurrando: “...pisani.†L’altro bambino legge lo striscione che i tifosi hanno issato in Curva Nord. Lo legge scandendo tutto bene, come probabilmente gli hanno insegnato a scuola. Avrà , sì e no, sette anni: “IL CIELO SEMBRERA’ PIU’ PICCOLO CON TE CHE DRIBBLI E CORRI TRA LE NUVOLEâ€. Silenzio. Più che silenzio, ancora brusìo. Gli unici a cantare sono quelli del Vicenza, e cantano Vicenza... Vicenza... non si spingono oltre. Quelli dell’Atalanta sono da un’altra parte, non solo fisicamente.Quando le squadre entrano in campo, accolte da un applauso (che più che per loro, è ancora per lui) accade una cosa strana. Anzi... normalissima, a pensarci meglio. Alla lettura della formazione dell’Atalanta da parte dello speaker, c’è un istante di sgomento. I tifosi, che di solito salutano con un olè i propri beniamini, continuano a essere altrove, fissi su quell’applauso, anche perché sul tabellone scorrono intanto le immagini dei gol di Pisani e l’applauso si fa più forte. Ci alziamo in piedi, quando la voce dello speaker fa sentire la sua metallica emozione annunciando (come se ce ne fosse bisogno) che “al fischio d’inizio verrà osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Federico Pisani, recentemente scomparso.†La palla è al centro, le squadre sono schierate. L’arbitro ha appena il tempo di fischiare... Il silenzio non viene rispettato, ma non importa, perché è un applauso di un minuto a salutare Federico Pisani. Quelli che erano i suoi compagni sono tutti lì, pronti a rendergli omaggio, come sanno loro: giocando a pallone. Sottil ha il capo chino, le mani cinte sul petto, così come Inzaghi, così come Morfeo. A me mancano le ginocchia e tremo anche un po’, ma stavolta non è per il freddo. I tifosi del Vicenza tirano fuori uno striscione con su scritto: ONORE A PISANI. Mi viene di rivolgere a loro il mio applauso. Per i primi venti minuti, in Curva, alla partita non ci pensa nessuno. E nemmeno in campo, a quanto pare. L’Atalanta attacca sotto la Curva in ombra dove io batto i denti, ma i passaggi sono sballati e nessuno sembra avere voglia di tirare in porta. Nel secondo tempo si cambia campo. Dopo dieci minuti torna ad essere una domenica quasi normale, quando Foglio sbuca dal niente e infila in rete il suggerimento di Morfeo, con un secco diagonale; e sembra che l’abbiano fatto apposta a segnare soltanto adesso, proprio sotto la Curva Nord, perché ci vuole solo un attimo -adesso- per correre tutti quanti lì, dove è appesa tristemente quella maglia che è già un cimelio, ad abbracciare Chicco per l’ultima volta.