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enrico barbarella

I am here for Dating, Serious Relationships, Friends and Networking

About Me

nato a Marsciano (provincia di Perugia) il 13 marzo 1985 da sempre appassionato agli ambienti alternativi dei clubs... Al RED ZONE di Perugia dal 2000... Sei anni di stagioni estive (2002 - 2007) per Echoes, Cocoricò, Peter Pan, Prince, Wish, Villa delle Rose (Villatitilla), Zenzero... Coordinatore delle Pubbliche Relazioni del RED ZONE club dal 2005, titolare di "ENRICO BARBARELLA professional public relations"... Da settembre 2007 titolare di WORK SECURE...

How I made my profile:
I used MyWackoSpace.com 's amazing MySpace Editor .

My Interests

tutta la buona musica, gli anni '80 dai giocattoli alla moda, il cachemire, le stringate in vernice nera, il buon cibo e i buoni vini...

I'd like to meet:

tutte le persone interessanti, principalmente stimolanti... David La Chapelle, Pierre et Gilles, Gilles (Lapin Paris), Gilbert & George, Mario Monicelli, Alberto Sordi, Lerry Levan & Paradise People, Stewie Griffin, Andy Warhol, Gea, Henry de Toulouse Lautrec, La Goloue, monsieur Bruant, Homer Simpson & Peter Griffin, Belzeba & Maghella, Jane Fonda in "Barbarella", Artur Bloch, i Thundercats, i Silver Hawks, Myagi Chojun & Kanryo Higaonna

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Music:

Alla fine degli anni ottanta nella provincia di Perugia c’erano diverse grandi discoteche patinate e lustrinate che attiravano il sabato sera ogni genere di persone, e la domenica pomeriggio gli adolescenti. Si ballava dalla disco music alla musica pop e successi che passavano alla radio. Intanto nel mondo girava un nuovo genere musicale legato alla musica elettronica, la house. Ve ne erano di vari generi sviluppati poi con l’underground music, l’acid house e la musica rave dei primi party illegali, cioè non autorizzati. Tutto questo veniva dal mondo anglosassone. La prima discoteca a specializzarsi in tal genere fu il Red Zone. Montanelli e company che videro nel Palladium, struttura disco già esistente, un diverso modo di organizzare la vita notturna del sabato sera. Il Palladium era disco dance ma anche liscio revival. Con qualche ritocco, aggiustamento e vernissage ne fecero una delle discoteche più amate dai giovani. Parti’ in silenzio, con enormi biglietti d’invito grandi quanto un terzo d’elefante. Occorreva avere l’autovettura perché da Perugia centro distava, e dista, più di venti chilometri. Dalla superstrada che porta a Città di Castello, intravedevi un laser verde e poi man mano che ti avvicinavi, uscendo a Ponte Pattoli, compariva la scritta quasi hollywoodiana rossa del Red Zone. Situata all’inizio di Casa del Diavolo , già questo produceva un brivido, il brivido della trasgressione. Subito soprannominato « Il Red » l’ingresso era fonte di fila e tentativi di entrare gratuitamente in lista grazie a qualche conoscenza. Ragazze molto belle e particolari avevano più chances, ovviamente. Più vestivi strano più eri accettato. Per strano, intendo tute aderenti col cappuccio, occhiali da sole, e ballavi insieme al laser che tagliava l’oscurità della sala esaltata dalle macchine del fumo, per cui non vedevi proprio nulla di cio’ che succedeva nella sala circolare, che sembrava un circo. Ma agli inizi c’erano grandi spazi perché era poco conosciuta. La consolle aveva due dj che si alternavano, dai capelli cortissimi. Sono diventati degli idoli nel settore. Quando Sauro arraccava pezzi duri, dal beat progressivo che ti entrava dentro e ti apriva la mente e le arterie, era un boato, ma già questo avvenne due o tre anni dopo. Le pareti della sala interamente nere, il bar all’angolo a destra, l’ingresso di vetro, come un Blade Runner popolato da creature della notte rigorosamente vestite di nero e vagamente sadomaso. Il mondo omosessuale elesse il Red loro discoteca preferita, il travestitismo prese piega, i cibi ospitavano sia uomini che donne provocanti, e fuori di testa. Intorno alla consolle c’era il gruppo di organizzazione e alcuni preferiti, che ogni tanto si concedevano al popolo, che sballava e socializzava in forma oscura e primitiva. Certi ritmi proposti, uniti al gioco dei laser, alle persone che ti aprivano la bocca, a figure corporee di altri pianeti, stravaganti e dorate, ti facevano venir fuori la parte più animale, per cui allargavi le braccia e lasciavi andare le gambe, ti lasciavi andare ed eri parte di una tappezzeria notturna in movimento dove era tutto bello, chimico ed estasiante. Alcuni pezzi avevano parole in inglese che inneggiavano alla notte, al sesso, alla droga. Il servizio d’ordine fu necessario e fondamentale perché la gente comincio’ pian piano ad esagerare, flippare, andar fuori. Le ragazze erano molto disinibite e a volte facevi fatica a distinguerle dai ragazzi, tanta era la confusione cerebrale, che ne perdevi il confine. I sabato del Red Zonefino al ’93 erano veri e propri happening spontanei. In seguito arrivo’ l’Umbriahouse Staff e la trasformo’ in un’industria vera e propria, con un Main Man manageriale, l’aggiunta di djs e sale, serate a tema e pepe, ospiti importanti e rincaro dei prezzi. Divento’ commerciale, la voce si espanse nel Centro Italia, fino a Roma. Come arrivarono i romani la vibrazione cambio’, perché alcuni non si regolavano e creavano problemi di ordine pubblico. Ci fu anche una falange di destra che si imponeva col fisico palestrato, smercio pesante di chicche, paste, colombine, noccioli, noccioloni e compagnia cantante. I bagni non erano più qualcosa di intimo perché fu tolta la possibilità di chiudervisi dentro. Col tempo poi il Red si allargo’ e prese la pizzeria adiacente l’entrata, trasformandola in smart bar e chiosco di gadget, ci furono negozi di moda giovanile che proposero il loro style, era una specie di rinascimento commerciale legato al night life. L’onda del Red si propago’ unendosi a certi illegali che avevano luogo al Quasar, megadisco in chiusura, dove le stesse persone si ritrovavano a ballare e dimenticare le fatiche della settimana. C’era anche chi passava il tempo per prepararsi al sabato sera, cercando le combinazioni giuste di vestiti-acconciatura-accessori più consona alla propria egoica personalità. L’edonismo degli anni ’80 veniva riciclato in qualcosa di psichedelico che a volte durava anche il giorno dopo, la Domenica. Nacque l’esigenza di feste after, cioè ritrovi per il dopo, secondo la moda di Riccione. Il Red chiudeva infatti la mattina alle sette, spesso con un pezzo di musica classica, il Lago dei Cigni. C’era molta ricerca, una vera e propria arte, nel vestirsi, nell’abbigliarsi per sentirsi a proprio agio con un mondo diverso dal quotidiano, un mondo underground gestito dal Direttore Artistico. Era nata la Club Culture, il Red aveva il suo staff, i suoi buttafuori giganteschi, il parcheggio a pagamento ma sbrecciato, spesso la fila di macchine era impressionante, pagavi un prezzo esagerato alla cassiera paracula e via, la musica ti travolgeva subito, l’ambiente fiabesco, la necessità di andare in orbita con cocktail proibitivi, tra i quali uno in particolare che era prerogativa della discoteca preferita, costituito da un terzo di gin, uno di tequila e uno fi vodka : l’Invisibile, chiamato cosi’ per via della trasparenza dei tre liquidi. Essere un pr, un public relation, colui che distribuiva inviti e riduzioni, che poteva metterti in lista non tanto per farti risparmiare quanto per farti sentire parte di una casta privilegiata, di illuderti di far parte del popolo del red, conferiva potere, riverenza e charme. Dovevi vestirti ricercato, avere uno stile sobrio ma magnetico. Dentro il Red vi erano vere e proprie tribù, gruppi fissi che occupavano posti fissi, riproducevano quasi i comuni della provincia perugina. Le poltroncine a volte diventavano alloggi per gente dormiente, o per voyeurs che si divertivano ad ammirare il via vai. Tra tutti i personaggi più strambi, ve n’era uno chiamato Ermete che sembrava di un altro mondo. Un po’ più grande di età, con barba lunga e capelli spettinati, se ne fregava di tutto e di tutti e ballava in mezzo alla pista. Sembrava un barbone chic, aveva una non chalance di fondo, non si curava delle persone che gli gravitavano attorno attirate dal suo essere inclassificabilmente underground freak vestito con jeans, canottiera rossa, sudore e scarponi. Non parlava mai, non riuscivi a staccargli una parola, ed aveva gli occhi chiari che la luce del laser verde rendeva trasparenti. Sopra il bancone del bar un altro laser, rosso, produceva scritte stilizzate con frasi particolarmente ad effetto. Vicino alla consolle fu creata una postazione per creazioni visive gestita da una tipa dell’Accademia di Belle Arti, dal look duro, la Sarah. Un po’ androgina sedeva davanti a una lavagna luminosa dove improvvisava disegni astratti che venivano proiettati in pista, nelle pareti. In questo delirio visivo si erse col tempo la figura di un ragazzo diventato grande, coi capelli lunghi biondi a codino, vestito sempre elegante e stravagante, soprannominato « il diverso ». Avvalendosi di uno stretto collaboratore che lavorava già in altre discoteche creo’ un gruppo che prese sempre più potere, nell’organizzazione : l’Umbriahouse Staff. Presero a organizzare serate anche in altre disco perugine, proponendo la loro visione house con tutto quello che comportava. Alcune cambiarono molto, diventarono « sporche » legate a un certo tipo di house proposta che ti folgorava, grazie anche a scambi « culturali » con ospiti di Chicago in primis, Detroit, New York e Londra. Boy George fece una serata da dj proprio al Red Zone. La discoteca divenne un culto, quella discoteca dituata in una frazione dal nome particolare, riconoscibile a distanza per il suo laser obliquo che tagliava il mantello nero della notte di festa. Il lunedi’ spesso ancora dovevi recuperare, tanto era l’adrenalina sprigionata, e fu utilizzato un termine preso sempre dall’inglese per indicare questo stato di attesa, di standby, dove il tuo corpo deve riprendersi : il down. Quando sei in down sei inerte, il cervello ha una specie di tabula rasa dove sovente ritornano immagini della gente incontrata il sabato sera. Il down solitario è più pesante di quello collettivo, e ci sono varie soluzioni per evitarlo, ma non tutte consigliabili. Il simbolo del red è un divieto di accesso ruotato a sinistra che indica la lettera « O » della seconda parola, Zone. Tradotto dall’inglese significa « ZONA ROSSA », preludio dell’inferno dei sensi. Oggi, alla vigilia dei suoi venti anni, il simbolo è stato arricchito da grafica alla maniera di MTV , e tutto si è evoluto, con schermi e telecamere a getto continuo, confermando uno stile Red sempre al passo coi tempi, aggiornato e che fa tendenza. I giovani sono cambiati, cresciuti che già Sauro, il dj residente più conosciuto, ha il doppio dei loro anni, si è fatto crescere i capelli, la il suo viso, la sua espressione beffarda, è la stessa. Una volta una ragazza per attirare la sua attenzione gli porto’ in disco un barattolo di sugo fatto in casa.

Movies:

HELZAPOPPIN'- IL MARCHESE DEL GRILLO - TUTTO IL CINEMA NEOREALISTA ITALIANO

Television:

I SIMPSONS - American Dad - Family Guy

Heroes:

LA MIA FAMIGLIA

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Edith Piaf - La Vie En Rose - 1954

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Posted by enrico barbarella on Wed, 28 May 2008 01:10:00 PST