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Mario Monicelli

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Nato da una famiglia di origine mantovana, e cresciuto a Viareggio, secondo figlio del critico teatrale e giornalista Tommaso, fratello minore di Giorgio, vive nella Viareggio degli anni '30, assorbendo appieno l'atmosfera magica ed il fermento culturale della città dell'epoca. Frequenta il liceo classico Giosuè Carducci e si laurea in storia e filosofia, accostandosi al cinema grazie all'amicizia con Giacomo Forzano, figlio del commediografo Giovacchino Forzano, fondatore a Tirrenia di moderni studios cinematografici sotto il curioso nome di Pisorno, curiosa fusione delle due città, eterne rivali, Pisa e Livorno, che Mussolini progettava di compiere. In questi anni, in Monicelli si va delineando quel particolare spirito toscano che sarà determinante per la poetica cinematografica delle commedia del regista (molti scherzi di uno dei suoi film più noti "Amici miei", sono episodi che fanno realmente parte della sua giovinezza).
Gli inizi nel mondo del cinema Assieme a Alberto Mondadori, amico e collaboratore, dirige nel 1934 il cortometraggio "Cuore rivelatore", a cui fa seguito, sempre nello stesso anno, un mediometraggio muto, "I ragazzi della via Paal", presentato e premiato a Venezia. Sotto uno pseudonimo, Michele Badiek, dirige nel 1937 il suo primo lungometraggio, insieme ad alcuni amici, "Pioggia d'estate", con Ermete Zacconi ripreso nella sua villa di Viareggio. Critico cinematografico dal 1932, negli anni tra il 1939 ed il 1949 fu attivissimo come aiuto-regista e come sceneggiatore, collaborando a circa una quarantina di titoli.
L'esordio ufficiale L'esordio registico ufficiale avviene nel 1949 in coppia con Steno (Stefano Vanzina), con "Totò cerca casa". Monicelli sin da subito comincia a mettere a punto un suo particolare stile narrativo, semplice, ma efficace e funzionale, libero da pesanti fronzoli e virtuosismi, concentrando gli sforzi sulla scorrevolezza del film.
La collaborazione risulta fruttuosa, e lo porta a dirigere otto film in quattro anni, tra i quali spiccano i celebri "Guardie e ladri" (1951) e "Totò a colori" (1952).Il lavoro in proprio Dal 1953 inizia a lavorare da solo, continuando la feconda attività di sceneggiatore, che lo porta a contatto con molti altri famosi cineasti dell'epoca.
I successi Monicelli ha firmato alcuni capolavori del dopoguerra italiano, contribuendo ad uno dei periodi più floridi del cinema del nostro paese, entrando di diritto nella storia.
"I soliti ignoti" del 1958 vanta un cast eccezionale, composto da Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò e Claudia Cardinale, ed è considerato quasi unanimemente il primo vero film del florido filone della commedia all'italiana.L'anno successivo, Monicelli gira quello che molti considerano il suo capolavoro, il film che lo rende famoso oltre i confini italiani, "La grande guerra", "Leone d'Oro" alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia del 1959 e sua prima nomination all'Oscar. Il film, lontano dagli stereotipi classici della commedia, ha un tono tragicomico che tocca in maniera delicata un argomento molto difficile come la tragedia della Prima Guerra Mondiale. Le interpretazioni di Alberto Sordi e Vittorio Gassmann danno all'opera un notevole valore aggiunto.La seconda nomination all'Oscar arriva nel 1963 con "I compagni".In "L'armata Brancaleone", girato nel 1966 in parte a Valentano, nella cava di lapillo sul Monte Starnina, Monicelli inventa un "nuovo" e personalissimo Medioevo, comico e condito da una assolutamente inverosimile lingua maccheronica che ha fatto epoca.Tra gli altri film di rilievo vanno menzionati "La ragazza con la pistola", terza nomination all'Oscar (1968), "Amici miei" (1975), da un'idea di Pietro Germi, "Un borghese piccolo piccolo" (1978) e "Il marchese del Grillo" (1981), entrambi con grandi interpretazioni di Alberto Sordi.Più recentemente vanno menzionati "Speriamo che sia femmina" (1985), "Parenti serpenti" (1992), "Cari fottutissimi amici" (1994), con Paolo Hendel.Oltre il cinema, è stato regista teatrale, televisivo e, occasionalmente, attore, oltre che un grande commediografo.Nella sua lunga carriera ha collaborato con tutti i più importanti attori italiani, Totò, Aldo Fabrizi, Vittorio De Sica, Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Anna Magnani, Alberto Sordi, ma anche Nino Manfredi, Paolo Villaggio, Monica Vitti, Enrico Montesano, Giancarlo Giannini, Philippe Noiret, Giuliano Gemma, Stefania Sandrelli, Gian Maria Volonté e Leonardo Pieraccioni.

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