Sono nata a Laterza il 15 maggio del 1975. Sin da bambina ho subito il fascino della letteratura e ho iniziato a scrivere i miei primi racconti.Da adulta, quasi per gioco, mi sono buttata a capofitto nella stesura di romanzi di vario genere. Nel 2004, ho collaborato con Carmela Vegliante per la stesura del libro Rime di una Vita, il cui ricavato fu devoluto interamente in beneficenza. Ho pubblicato versi su “La Piazzaâ€, bimestrale d’informazione cittadina che abbraccia i comuni di Gioia del Colle, Acquaviva, Sammichele e Bari. Nel 2005, ho scoperto nella prosa il mio alter ego più passionale e tra liriche sensuali, stralci di diario, ho lasciato che sulla carta prendesse vita il cuore di Eva, la prima donna creata da Dio, genitrice dell’amore universale e del peccato originale.Il libro porta il nome del mio sito ufficiale Principessa di Cuori, ma è ancora in fase di pubblicazione. Ad aprile 2006, ho partecipato con Cuor di Rubino all’iniziativa del Teatro Kismet Opera: il Pomo della Concordia. Il testo è rimasto esposto per un mese all’interno del Teatro Rossini di Gioia del Colle. Il 18 luglio, il Corriere del Giorno, ha ospitato in un’intera pagina il racconto "1982/2006 :io c’ero", dedicato alla recente vittoria calcistica mondiale dell’Italia a Berlino. Ho scritto due canzoni: L’amore dimenticato e Canto alla Luna, musicati dal prof. Franco Guida ed eseguiti dalla voce solista di Rita Pilato. Il 18 dicembre dello stesso anno, alcune delle poesie inserite in questo spazio vengono scelte per comporre la prima antologia del paese "Di noi i canti e le Urla", pubblicata da Dellisanti Editore. Attualmente scrivo sul web con il psedudonimo di Lady Alexandra e lavoro alle pagine di Amor Sacrilego, una versione fantasy-storica ispirato al dramma di Cesare e Lucrezia Borgia. Un'estrapolazione del romanzo sono Le memorie di una Strega, dove appare un'Alexandra gothica plagiata dalle forze oscure ma piegata dall'amore.
Quando amo, anche i colori della natura si fanno più nitidi. Il cielo diventa azzurro e l'orizzonte appare rotondo, contenibile ai miei occhi. Quando amo, non esistono più fiabe macchiate di rosa o principesse tinte d’argento ma cavalieri audaci che brandiscono spade e cortigiane bellissime che gettano i loro gioielli sulle lenzuola! Quando amo, i baci si consumano tra gli schiaffi del vento e le frustate dei temporali, le carezze si sparpagliano in tentacoli sulla pelle rossa e le unghia si frantumano dentro la schiena dell’estasi. Niente pudore, niente segreti, niente silenzio. Il rombo è continuo. L'amplesso è primordiale. Quando amo,il mondo intero prende per culla il mio ventre e per torcia i miei seni. La luna mi fa da madre e il tramonto da padre. Le stelle si forgiano nella mia corona e le costellazioni si mutano in sandali preziosi. Mi lascio dominare dalla felicità , dall’ignoto. Quando amo, la notte è mia amica, mia concubina, mia carta, mia penna. Quando amo…la mia gola beve l’ambrosia e i miei denti mangiano miele e fuoco. Quando amo...Amo tutti. Lo scellerato, lo stolto, il falso, l’ambizioso. Perché amando il mio amore, amo anche la mia vita! © Lady Alexandra Amor mio…dai a questa notte l’eternità d’una leggenda e pianta chiodi nelle stelle in modo che restino attaccate al cielo. Concepiscimi nuovamente dopo che m’avrai distrutta con la passione e getta la mia identità nei campi, affinché la fiutino le volpi o la sbranino i lupi! Non importa se sarà crudele, se dovrò soffrire. Voglio la gioia di poterti adorare come tutte le donne adorano i loro cavalieri. Voglio la libertà di poterti accarezzare senza nascondere le mie mani dietro ad un ventaglio. Se lo desideri, puoi scavare le mie guance con la punta della pietra o avvolgere i miei piedi in calzari di lana! Puoi dipingere la mia carnagione con un rozzo pennello o sostituire i miei capelli con le ali vecchie d’un corvo. Fratello caro, non indugiare. Uccidimi ora, prima che l’allodola canti alla finestra. Approfitta delle mie caviglie annodate alle lenzuola e delle mie unghia sepolte nei cuscini! Mi serve un colpo solo. Dritto nel cuore. Ed io rotolerò giù, laddove rotolano gli scellerati dell’amore abbandonando sul tuo letto un giglio candido invece d’una lacrima avvelenata! © Lady Alexandra
Permettimi di dimenticare ogni cosa di te, amor mio! La scintilla gentile della tua voce o il liquore nero dei tuoi occhi! La forma carnosa della tua bocca o il palmo rovente delle tue mani! La linea misurata del tuo viso o l'onda scura dei tuoi capelli! Tutto! Tutto di te deve andare via! Lontano dalla mia pelle, dal mio corpo, dalle mie vene! Se non puoi amarmi con lo stesso ardore lascia almeno che la tua assenza mi spogli del ricordi! Lascia che le ore, quelle più terribili, mi privino d'ogni gioia e d'ogni umiliazione! Non capisci, testardo mio amore? Desidero dimenticarti totalmente, cancellarti dal mio cervello, ripudiarti dalla mia memoria. Ed illudermi che il tuo fantasma non sia mai stato qui, nel mio letto, fra i miei vestiti. Perchè con i ricordi non ce la faccio a sopravvivere. Perchè fino a quando la mia bocca si aprirà sotto l'invito dei tuoi baci e si chiuderà dentro al sigillo della tua lingua...Io continuerò a morire! E a ricordare...! E a morire ancora! © Lady Alexandra
Mio fratello schioccava le briglie incitando l’animale a correre più veloce ed io restavo nascosta nel suo grande mantello nero, riscaldata dalla tunica cardinalizia. Avevo le braccia allacciate intorno ai suoi fianchi, il viso premuto sulla sua spalla destra. Non piangevo più e dalla mia gola anche i singhiozzi di dolore venivano sempre meno. Respiravo il profumo di colui che mi era accanto,succhiavo l’essenza drogata che saliva attraverso i pori della sua carne. A mio modo, mi sentivo felice. Distrutta e rinvingorita dal nostro amore proibito.Galoppavamo veloci, facendo ringhiare gli zoccoli del cavallo sul terreno. Il vento frustava le guance di Cesare ma egli non chiuse una sola volta le palpebre per evitarne lo schiaffo.Con le pupille attente ad ogni dosso, misurava i pendii e le lunghezze dei campi. Lasciammo indietro le colonne di Roma, i suoi vicoli bui, le sue paludi, il suo Tevere nebbioso ed arrivammo là , dove la rocca gigantesca di Subiaco ci faceva da ombra. Quanto tempo! Quanti ricordi! Il mio cuore si strinse davanti al palpito dell’infanzia ed assorbì l’odore intenso dell’erba, il rumore cicaleggiante della natura, i fantasmi medievali che ancora si aggiravano in quella che fu la culla del monachesimo. Come fiere selvagge, i nostri timori parvero diventare un unico nodo ed ulularono all'orecchio della luna. Giungemmo al lago, accompagnati dallo sciabordio dell’acqua. Cesare tirò le briglie ed il destriero si arrestò, sbuffando fumo dalle grosse narici. Mi slacciai a malincuore da mio fratello e lui scese con un balzo dalla sella. Poi si girò verso di me, tese le braccia e mi sorrise. Non potevamo aspettare. Le nostre membra bruciavano ed il rogo di quella follia era aperto su di noi, pronto a trascinarci nel gorgo dell'Ade. Appoggiai i palmi sulle sue spalle e le sue mani accorsero tempestivamente a circondarmi il bacino. Scesi a terra, sicura della forza del mio uomo. Ci trovammo con le bocche vicinissime, i respiri mescolati in un intruglio magico. La luna era una coppa ripiena di buon latte e dalle sommità si gettava nel lago, trasfigurandone il fondale. La superficie brillava quasi fosse stata una miniera di diamanti ridotta in polvere. L’aria era calma, stimolata dall'aroma dai cedri.S'incuneava nei polmoni fino ad accendere una miriade di scintille nel nostro inguine. Cesare aveva i capelli scompigliati. Alcune ciocche gli scendevano sulla fronte,rendendo più scuro l'azzurro del suo iride. Era bellissimo con lo sguardo ondulato dal baluginio delle stelle! Simile ad un diavolo nero, a metà tra la redenzione e la dannazione. Mi tolse la cappa ed io gli slacciai il suo mantello. Le stoffe caddero ai nostri piedi facendoci da tappeto e le nostre caviglie s’incollarono quando ci gettammo l’uno contro l’altra per unire le bocche. © Lady Alexandra
T’amo come il fondo della terra ama il suo candido germoglio e t’odio come la rosa gentile odia la spina attaccata al suo ramo. Di te non riesco a privarmi perché significherebbe offrire il mio nome in pasto al vento e smettere di sgranare margherite, chiedendomi quando tornerai! Eppure, ci sono giorni amor mio in cui la tristezza diventa un merletto per i miei vestiti e la solitudine si trasforma in un guanto per le mie mani! E ci sono ore, minuti in cui la mia bocca rinnega la fedeltà che t’ha donato ieri ed il mio cuore rifiuta l’amore che t’ha promesso oggi! Mi basta guardare il tuo ritratto distante questo letto sempre vuoto per mangiare cardi amari fra i denti e desiderare che tra noi sia finita! Dimmi, o uomo ingrato…dimmi! A cosa mi serve tenere la mia caviglia sepolta sotto la tua spada? A cosa mi serve adorarti con tanto fervore se la tua armatura è solo un metallo gelido, immune alle mie frecce? A cosa mi serve un cuscino di seta, un lenzuolo candido, un lume eternamente acceso se tu fuggi dalle mie dita prima che t’abbia afferrato e concedi alle altre principesse quei baci che invece dovresti ricamare soltanto sulle mie labbra? © Lady Alexandra
Chi di voi è così gentile da aprirmi il suo fazzoletto e raccogliere una per una queste lacrime? I miei abiti grondano acqua e le mie mani trasudano fiele! Notte, occulto inganno degli uomini, allarga in cielo il tuo mantello ed urla alle stelle affinché scappino via dal loro letto! Ho bisogno di restare sola con te, nascosta fra le tue ginocchia, dentro la tua maschera.Lontano dal sole e dalla luce, come un vampiro addolorato che trova rifugio solo nella sua lapide! Che tutti i fiori del giardino vengano sigillati dal tuo bacio e che gli usignoli più graziosi diventino avvoltoi orrendi! Trasforma il loro canto nel capitombolo d'un fulmine e scioglierai in musica il mio orecchio! Da oggi sono tua, o centauro nero! Prendimi! Aggancia ogni pezzetto del mio corpo alle tue catene! Strappami dal viso le labbra in modo che non possa gridare! Fa di me la tua Penelope muta. E concedimi di ricamare ciò che resta dei miei giorni laddove prende forma il tuo terribile piede. Cucirò in mezzo alle tue dita, piangerò fino a lavare le tue unghia! E disferò la mia tela solo quando giungerà nel mondo la voce di colui che è nato per rompere il silenzio della tua campana! © Lady Alexandra
Ci sono ancora sulla terra capaci di sognare? Vorrei vedere sul mio cuscino la falce rilasciata dalle loro piume e inondarmi ogni giorno gli occhi con la loro trasparente bellezza! Dove siete Angeli del Paradiso, creati dal palmo del Signore? Le mie pupille, forse, son' cieche e non riescono ad superare il confine delle vostre nuvole? Mostratevi, allora!Affinchè io possa nutrirmi la lingua con il miele del vostro amore e dare al mio fardello terreno un pò di serenità . Venite da me, sul mio pavimento di cristallo ed iniettate forza ai miei sogni. Eliminate dalla mia mente la paura e il dubbio. Offrite un nuovo sudario alla mia anima nuda. E vi prometto che da domani camminerò sui miei piedi.Esposta alla luce violenta del sole. Avvinghiata al mondo come l'artiglio di un'aquila! Venite da me, angeli...e saprò compesare la vostra custodia con il più prezioso dei doni mortali. Il mio cuore! © Lady Alexandra
Myspace Layouts Un’Incantatrice rifulge soltanto per ingannare i deboli ed è corrotta dalla sua medesima bellezza. Sin da bambina, ho adorato ogni mio muscolo, ogni centimetro delle mie ossa. Consumavo le giornate fissandomi dentro un piccolo pezzetto di vetro, arricciandomi i capelli con l’indice perché mia madre aveva bandito i pettini dalla nostra casa. Diceva che le reticelle d’oro, i fili di perle e le cuffiette velate non si adattavano alla mia età e che l’ornamento femminile aveva origini pagane. Era una povera fattucchiera dei boschi, assoggettata all’amore in nome di mio padre. Ha sempre temuto la mia vanità ed osservava la mia crescita con l’occhio d’una serpe che da lontano misura i gesti della preda. Ma trovavo il modo di eludere la sua sorveglianza e se lei mi negava il pezzetto di vetro, io correvo al lago e mi lavavo con la schiuma delle cascate facendo attenzione a non scomporre i cerchi dell’acqua. Nell’onda liscia potevo riflettermi, deliziarmi, ingoiarmi! Se piegava all’ingiù il mio indice, io lo rialzavo di notte, quando dormiva fra le sue lenzuola grezze, e lo ripassavo fra miei riccioli, mordendomi a sangue le labbra pur di celare il piacere che ne ricavavo. Sin da bambina, è stato più forte di me. Essere l’adultera di me stessa, la prediletta di Lilith, l’adoratrice della mia carne. E mi amavo…si…! Mi amavo con l’identico impegno con cui una lupa si lecca la zampa per depurarla dalla ferita. (tratto da "Le memorie di una Strega") © Lady Alexandra
Da Incantatrice, ho l’arbitrio su ogni cosa. Sulle bestie che pascolano fra l’erba, sugli insetti che volano in cielo, sui rami che ingrossano gli alberi, sui pesci che nuotano in mare. Acqua, vento, fuoco, terra. Uomo, donna, vecchio, fanciullo.Un quarto dell’Universo è nei miei palmi.Tranne te. L’incubo che agogno più della mia bellezza. Il travaglio che mi rivolta il ventre tutte le volte che l’impulso sessuale si desta e le mie membra s’induriscono. L’energia dei Borgia tuona a Roma, assieme agli strepiti dei suoi condannati a morte. Dal giorno in cui nel mio cervello si è formata l’idea di te, non ho potuto astenermi dal pensarti, dal desiderarti. Quando mi trovo nuda nella vasca di marmo, mi accarezzo immaginando che le mie dita siano dita maschili, capaci di aprire le cancellate del Paradiso e che l’acqua dei gelsomini sia un estratto del tuo profumo. E di notte mi rotolo nel letto, sognando di cavalcarti in armatura, di dominarti con una lancia in mezzo al cuore, di assoggettarti al mio volere puntandoti contro un bicchiere di veleno. Nei sogni io sono l’amazzone e tu l’uomo che mi serve per concepire un bambino. Il mio erede, una altra goccia di brodo cattivo da ruzzolare nel pentolone dei demoni. Nei sogni sei di mia proprietà . Fuori dall’illusione, invece, la regia cambia e la mia sceneggiatura si sgretola. Ed io...non ho più pace!(tratto da "Le memorie di una Strega") © Lady Alexandra
In verità ti dico, Cesare Borgia: le urla dei cherubini romberanno dai cieli ma tu, imperturbabile, caverai altro sangue, spillerai altro sudore, e la Chiesa si trasformerà in un pozzo di diamanti grazie a te. Sarai il Duca Valentino, l’ispiratore di Machiavelli. Avrai tutto ciò che da prete t’era stato negato, la nebbia del potere fumerà nel tuo cervello e ti farà cacciare l’anima dal naso. Ti dimenticherai di questa maliarda che per te ha disobbedito alle forze oscure, amandoti al di sopra d’ogni cosa. Dimenticherai queste rovine, questa cupola scheggiata, i nostri bagordi, le mie stupide promesse. Lucrezia ispirerà il tuo incanto sensuale e le regioni che sevizierai ti sforneranno donne in quantità . Non farai distinzione: bionde, brune, rosse. T’importerà solo che siano belle, lacrimevoli, odorose. Come tenaglie, le tue dita stringeranno i loro capezzoli, come l’ape succhierai il polline dalle loro labbra, come bacchette d’un ventaglio i tuoi palmi apriranno le loro ginocchia. Saccheggerai i grembi delle mogli altrui, rapirai promesse spose e forerai l’imene delle vergini brandendo lo scettro che la natura ha piantato al centro dei tuoi fianchi. Sarai uno scellerato, privo di pietismo umano. Coinvolgerai Lucrezia nei tuoi intrighi e i posteri la massacreranno sui libri. T’amerà per sempre questa dolce fanciulletta bionda, perché il tuo seme reca distruzione, malattia e catastrofe ovunque germogli!(tratto da "Le memorie di una Strega") © Lady Alexandra