Dalle macerie della scena musicale cosentina emergono i padri fondatori dei Metal Detektor.
Nessuno avrebbe immaginato che da quella sparuta congrega di uomini rudi sarebbe nata la più
minacciosa Heavy Metal band dell'universo.
Anno 1 – La chiamata alle armi.
In questa lunga era di battaglie molti caddero ma furono sostituiti da altrettanto pericolosi individui.
Grazie allo sforzo di essi nelle tenebrose sale di Cripta Studios furono forgiate le prime canzoni.
Anno 2 – La missione.
Viene inciso il primo manifesto metallico del gruppo: Detecting Metal. Da allora in poi i Metal Detektor
fecero voto di captare traccie di puro metal incontaminato dalla corruzione e dallo svilimento
operato da equivoci personaggi mediatici e discografici.
Anno 3 – Il trionfo.
La follia dilaga nella popolazione. Uomini e donne acclamanti accolgono il verbo della rudezza e si
uniscono nella religione dei “Raw People†fondando il primo e indimenticato Fun Club.
Il loro credo: birra, motocicletta e la musica dei Metal Detektor.
Anno 4 – L'alleanza.
Avendo constatato la potenza dei Metal Detektor un orda selvaggia di Indiani Motociclisti si schierò con
loro con lo scopo di incrementare l'inquinamento sonoro del sud Italia. Il totem dei due bisonti
degli Indian Bikers MC veglia su di noi.
Anno 5 – Il disarmo.
Nonostante alcune brillanti vittorie il nemico vilmente più e più volte colpiva alle spalle i gloriosi.
L'oscurità avvolge i Metal Detektor e disperde le legioni di fans...
Anno 6 - Il reclutamento.
...ma la miccia era ancora accesa...e la bomba pronta a esplodere. I sopravvissuti danno il via
alle operazioni di reclutamento. Dopo un sanguinoso addestramento nuovi eroi si uniscono
alle antiche leggende. Questi i nomi di coloro che ce la fecero, prescelti dalle divinità del metallo:
Dalla base militare della G A A P (gruppi armati anti poser): Tony Sergent
Dall'accademia degli strangolatori con corde di chitarra: Fire Fingers
Dalla giungla di cemento di commenda: Sean Michaels
Dagli abissi dove si generano i terremoti: Magnitudo Maxima
Dalle barbarie delle terre selvaggie: Yuri B Wild
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