RESIDUI INDUSTRIALI E UMANI
cerco costantemente di essere dentro
un mondo, la sua idea, la sua domanda
i punti interrogativi di questa società non si aggrappano a me
sono emarginato, faccio confine, guardo da dentro con occhio di fuori
mi dicono che non ho un vero lavoro, eppure mi sporco le mani
rimangono residui di giornate su me
sento la desolazione di alcuni spazi, mi fermo a guardare rifiuti
quelli per cui neanche il riciclo è stato pensato
parole ne trovo diverse, lavoro di traduzione
come vocabolario ho uno scatto e qualche colore
c’è poco ascolto, forse manca un megafono
penso a questi spazi, a queste persone che incontro
svuotati di sguardi, di visibile ai più
eppure fanno eco, inciampo nelle loro rovine, sono stati
oggi non più
parlano di solitudine
questo dice il passante di fretta, il cancello chiuso dal tempo
eppure residuo è cosa a due
tra chi lascia e chi rimane