Letteratura, teatro-recitazione, sport, viaggiare in moto, curiosità per tutto, osservare la gente quando soffre o gioisce, origliare e spiare, guardare dentro le case attraverso le finestre accese ed odorare un pò della vita degli altri, a volte angosciante, a volte fiabesca, nuotare, correre, danzare e fare capoeira sulla sabbia e per le strade, la sincerità di uno sguardo ed il sorriso che coinvolge tutto il viso, occhi che s'illuminano e commuovono di fronte ad un mare azzurro-fuoco, mani forti che ti accompagnano con coscienza dove devi andare, che ci sono sempre, senza farsi sentire, facce forti e decise che ti dicono cos'è che non va bene e cosa invece va bene, e poi risate, ma tante risate fino ad averne male alla pancia, risate che commuovono, cannella e cioccolato, la vaniglia sulla pelle ed in casa, tutto dolce, sempre dolce e pannoso, tutto fatto di miele, con una punta di amaro.
Il Principe sulla strada verso la sua donnina:"Sono un pover'uomo debole", pensava mentre il passo poderoso comprimeva l'acciottolato sudicio "sono debole e non sostenuto da nessuno. Stella ! Si fa presto a dire! il Signore sa se la ho amata: ci siamo sposati a vent'anni. Ma lei adesso è troppo prepotente, troppo anziana anche". Il senso di debolezza gli era passato. "Sono un uomo vigoroso ancora; e come fo ad accontentarmi di una donna che, a letto, si fa il segno della croce prima di ogni abbraccio e che, dopo, nei momenti di maggiore emozione non sa dire che: "Gesummaria!" Quando ci siamo sposati tutto ciò mi esaltava: ma adesso.... sette figli ho avuto con lei, sette; e non ho mai visto il suo ombelico. E' giusto questo?" Gridava quasi, eccitato dalla sua eccentrica angoscia. "E' giusto? Lo chiedo a voi tutti!" E si rivolgeva al portico della Catena. " La vera peccatrice è lei!" La rassicurante scoperta lo confortò e bussò deciso alla porta di Mariannina. Da "Il Gattopardo", di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
tutti lo sono, tutti lo siamo ogni giorno.