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Unidirezionale
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Stardom - Puzzle
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NEWS: E' ufficiale: Gli Stardom partecipano con tre brani alla release 'United Forces of Phoenix vol 2', uno splendido cofanetto in digipack di ben 5 cd contenente alcune tra le migliori formazioni dark/wave/gothic/rock/metal della scena underground italiana ed internazionale. Il cofanetto esce per l'attivissima label Nomadism Records e sara' distribuito sia in Italia che nel resto del mondo!
A PROPOSITO DEGLI STARDOM
Il progetto Stardom prende vita nell’autunno del 2005, quando Riccardo-Rcd (voce), Antonio-Fafnir (chitarra) e Oliver (basso) iniziano a trovarsi in una sala prove privata nella Chinatown di Milano, dove trascorrono vari mesi componendo e registrando brani. Col susseguente arrivo di Gianluca, le composizioni si arricchiscono del sound delle tastiere, mentre la sezione percussiva è ancora affidata a registrazioni eseguite sulla batteria elettronica. Nell’estate del 2006, con tre brani, gli Stardom partecipano alla compilation “United Forces of Phoenix vol 2†per la Nomadism Records, che uscirà nell’autunno 2007. La band continua a produrre nuovi brani e a registrare. Nel dicembre 2006 la formazione si completa con l’arrivo alla batteria di Davide-ilBarone. La band gira il video di Puzzle e comincia ad arrangiare i pezzi per il live. Il primo appuntamento arriva il 9 febbraio 2007, allo Zoe Club di Milano, dove gli Stardom torneranno una seconda volta il 20 aprile. Sempre a Milano e dintorni si esibiscono al Transilvania Live, in occasione del festival Bats over Milan, al Marmaja, al Black Hole e quindi a La Rama di Ancona. In quella stessa primavera i primi otto brani registrati iniziano a circolare nel demo “Soviet della modaâ€. Dopo l’estate continua la lavorazione di nuovi brani in vista del debut album; intanto, l'inizio di ottobre segna un cambiamento all’interno della formazione con Cristina-LaCrisi che subentra alle tastiere e promette di portare il suo contributo anche come chitarrista.I componenti degli Stardom hanno tutti alle spalle precedenti esperienze musicali, non solo rock, risalenti agli anni ‘80 e ’90. Oliver arriva da Belgrado, dove per anni ha percosso le corde del suo basso in numerose esperienze tra rock oscuro e jazz. Profondo anche il background di Rcd che negli anni ‘80, ad Ancona, ha militato in diverse formazioni goth, death rock e punk per passare poi dietro la consolle come dj. Anche Fafnir ha maturato una lunga esperienza come chitarrista e frontman in una band darkwave di Varese. Il milanese clandestino Davide-il Barone ha suonato in diversi gruppi e sviluppato un gusto e una formazione musicale trasversali. Cristina-LaCrisi ha iniziato componendo pezzi propri; dopo due anni come cantante di un gruppo synth pop si è trasferita a Milano, prestando la sua voce a vari progetti musicali.
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ABOUT STARDOMThe Stardom project took shape at the end of 2005, during Milan's darkwave nights. In Stardom, music creates a new dimension where the distances in time and space dissolve. Oliver comes from Beograd, where he has played for years his bass both in gloomy rock and jazz experiences. Rcd too can boast a noteworthy curriculum: in the '80s he was lead vocalist in several goth and punk bands in Ancona, then he worked behind the console as a dj. As for Fafnir, he has gained experience as a guitarist and frontman in a darkwave band from Varese. Davide-ilBarone, from Milan, is a multi-gender drummer with heterogeneous experience and taste. Cristina-LaCrisi began composing songs on her’s own; singer of a synth-pop band for two years, moved to Milan and offered her voice to various musical projects.
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DICONO DI NOI
BUIO.NET settembre 2007 by Fedemone
Wave italiana cantata in italiano. Ma per presentare gli Stardom ancora non basta, questa nascente promessa recupera quanto di migliore della struttura melodica e compositiva dei primi '80 proiettandola con grinta nel suono pienamente moderno, senza nostalgie e in un certo senso anche coraggio. Raccolgono tutte quelle felici intuizioni che gente come ad esempio Afterhours o Baustelle all'epoca carpirono in anticipo su molti ma senza sviluppare appieno, quando poi si son evoluti in direzioni e commistioni diverse. Poi arrivarono dall'estero tutti gli altri, che invece hanno attinto a piene mani dal bacino della new wave per poi incendiare di "novità " i mass media. Ma se la nuova .. del 2000 sembra esser già scemata - Editors che avanzano in territori di piena sperimentazione, Organs che si sciolgono, le Client che si riciclano anche troppo, tanto per citare alcuni dei nomi trainanti - tocca il "nostro" turno, e l'occasione è colta appieno con eleganza e stile.
Rock con grinta, che non ha dimenticato le lezione non solo di due decenni fa, ma anche le cose più recenti, senza rallentamenti o interludi sognanti, ma energia, due chitarre (una dal suono più eighties e all'altra si affidano le parte più dure, con equilibrio), e notevoli incursioni di suoni sintetici e della tastiera (quasi da commento alle parole stesse, come in "Puzzle"), per otto pezzi di notevole spessore e professionalità , tutti potenziali singoli: le melodie non solo ci sono ("Dresda" è il pezzo che mi ha colpito di più, indubbiamente, col suo incedere cavalcante di batteria), ma sono anche sostenute da strutture complesse ("ti brucerò" si fa notare anche per il modo particolare di cantare, che arrotonda, spinge sulle consonanti, raddoppia e glissa), un basso melodico, accordi di chitarra brevi e ritmici spesso stratificati, non senza degli staccato, contrappunto, cambi di ruolo. Hanno una spavalderia tutt'altro che aggressiva, un gusto quasi pop anche nei cori, che si presta benissimo sia all'immediatezza sia alla divulgazione - problema che il circuito chiusissimo della promozione in Italia fa pesare molto agli emergenti.
I fan del vecchio stile possono averne da ridire a montagne di questo gruppetto, ma io trovo che siano interessanti, piacevoli, non monotoni, perfetti per una radio, un grande festival all'aperto, per poter promuovere un certo stile, affinché non si perda il gusto retrò della new wave e la si possa portare con successo nel futuro ma anche fuori dal ghetto, nelle orecchie e sulle bocche (e gli strumenti) di tutti. Complimenti.
MUSIC CLUB ottobre 2007 by Francesco Battisti
“Soviet Della Moda†è un’anteprima del cd di debutto contenente otto tracce dalle quali è difficile staccarsi o semplicemente saltare dalla prima alla quarta. E’ da molto tempo che non ascoltavo un disco dall’inizio alla fine, canzone dopo canzone, senza annoiarmi, anzi esaltandomi e pensando alla sorpresa del brano successivo. I “new wavers†più stagionati non potranno non sobbalzare prestando orecchio già al primo pezzo, “Unidirezionaleâ€, dove gli Stardom trovano da subito il ritmo e l’intesa dei giorni migliori, quelli magari passati ad ascoltare i Joy Division, ma anche i Depeche Mode, gli Interpol, ma anche i primi Litfiba. Le influenze si sentono, è ovvio, ma chi, ai giorni nostri non è passato attraverso gli influssi di una o più band che nella propria adolescenza hanno contribuito ad aprirgli gli occhi sul mondo? Per gli Stardom vale però la regola che l’importante è guidare tali influenze e non lasciarsi trascinare, con lo scotto di pagare inutili tributi a questo o quel gruppo. Chi è più giovane ed ha imparato ad apprezzare gli Interpol prima dei Joy Division farà bene a dedicare un po’ di attenzione agli Stardom perché incisioni come “Tutto qua è normaleâ€, “Dresdaâ€, “Via Da Qui, Via Da Teâ€, “Senza Fineâ€, “Puzzleâ€, “Anni Cannibali†sono di un’attualità unica, ma conservano, al contempo, il fascino di ciò che è sincero e non artefatto. “Soviet Della Moda†è uno di quei tasselli che, grazie all’esperienza e ad uno sguardo lungimirante fonde brillantemente post-punk ed elettronica in una musica stimolante per l’intelletto e per le gambe. Eh sì, perché gli Stardom riescono a far muovere bene anche piedi, gambe e bacino se suonati in un dancefloor adeguato. Grazie a questo cd ho avuto il piacere di tornare a scrivere recensioni, dopo almeno un paio d’anni che il mio pc e le mie emozioni si erano inceppati su suoni scontati e deludenti. Ribadisco dunque che gli Stardom sono una di quelle band capaci di aprire il cuore e la mente e spero vivamente che i loro suoni possano allargare la cerchia degli adepti al culto. Provare per credere.
RADIO1 RAI, programma DEMO, giovedì 13 dicembre 2007, ore 23:25 Dopo aver trasmesso il nostro brano Unidirezionale, i due conduttori di DEMO, Michael Pergolani e Renato Marengo, hanno così commentato:All’interno di una sorta di revival dark wave sono piuttosto bravi.Gli Stardom di Milano miscelano darkwave,generalmente inflazionato e quindi noioso da ascoltare... ma ecco invece una band che conosce il genere piuttosto bene e lo mette in atto alla grande: musicisti anni Ottanta-Novanta, sperimentazione, mix di generi, notevoli eh?Eh sì! E’ gente che passa dal dark al punk, dal jazz al rock, all’elettro, all’industrial, generi diversi che diventano un’unica esperienza, comunque raffinati, intelligenti, bravi. Che dobbiamo dire di più?