Per superbia si intende la ipervalutazione della propria persona e delle proprie capacità , correlata ad un atteggiamento "di superiorità " verso gli individui considerati inferiori.
Estate del 2000, alcuni componenti degli allora NTD e Discordia si riuniscono per tentare una nuova avventura, il primo abbozzo del gruppo comincia a prendere forma. I risultati non sono quelli voluti, ma le idee ci sono; si decide quindi di mettere in standby il tutto in attesa di definire meglio il progetto.
Arriva quindi il 2001, i nostri ci riprovano, stavolta il gruppo c’è e la direzione sembra giusta: cantante, due chitarre, basso e batteria, fuck the keyboards e buon rock’n’roll riproponendo i classici del genere (sia in ambito italiano che estero), questi gli ingredienti.
Superbia è il nome che ci diamo; lungi dal rispecchiarci nella definizione letterale della parola, il nome è più che altro una sorta di “giocoâ€, lo usiamo per ricordare a noi stessi per primi che non bisogna mai prendersi troppo sul serio.
La partenza è entusiasmante, metà del repertorio imparato in un paio di prove ed elementi che girano a mille; di quel gruppo il nucleo è composto da Salvatore (voce), Massimo ed Antonio (chitarre), il tempo e varie vicissitudini porteranno a vari cambi nella sezione ritmica (si contano 8 cambi di batteristi) fino a trovare Franco (basso) e Domenico (batteria) come componenti definitivi.
Proprio per questo motivo soprattutto all’inizio i concerti non sono molti, ma in quei pochi sappiamo farci valere; riusciamo anche ad ottenere un provino con un grosso produttore italiano; facciamo una buona figura, ma alla fine come molte volte capita ci si lascia con tante parole di elogio, ma nessun progetto concreto.
La cosa ci lascia l’amaro in bocca, sentiamo che bisogna cambiare per andare alla ricerca di nuovi stimoli; avanza l’idea di passare da cover band di vari artisti a tribute band, vengono fatti alcuni nomi, ma 4/5 della band decide di scegliere un gruppo che ritiene loro molto affine: i Negrita.
A Massimo questa decisione non piace, all’inizio prova ad adeguarsi, ma poi decide di lasciarci; il colpo è duro, ma la voglia di continuare è tanta.
Ci chiudiamo quindi in sala prove cercando di riproporre i classici dei Docs mantenendo il più possibile lo spirito originale dei pezzi; gli inizi sono duri, c’è da dover ritrovare l’affiatamento.
Nel frattempo il gruppo ritorna ad essere composto da 5 persone, all’avventura si aggiunge Peppe alle percussioni.
Quando arriva la prima serata l’emozione è tanta; i primi pezzi sono segnati dagli immancabili problemi tecnici, sale la tensione, ma il pubblico ci concede fiducia, sistemato il tutto ripartiamo a mille, la serata si conclude dopo quasi tre ore con noi distrutti, il locale strapieno ed il proprietario che ci reclama per altre serate, alla fine meglio di così non poteva andare.
Da allora continuiamo il nostro viaggio…