buy nintendo wii games
-
..
Created by Crazyprofile.com
CARLO BRUNI - DRAG QUEEN, SOSIA, VOCALIST, ANIMAZIONE E TUTTO QUELLO CHE FA' SHOW
Contatti:
[email protected]
.. ..
..( vedi: Estratto dall' articolo apparso in agosto 2005 su -D DONNA- la Repubblica
di Ambra Radaelli--------------------------------------------------
Voler essere qualcuno, ma anche qualcun altro. Avere una doppia vita, insomma, senza necessariamente tenerla nascosta. Ecco quattro storie di persone che, almeno un paio di volte la settimana, si dedicano al loro sogno. Un impiegato che la sera diventa drag queen. Un giornalista che fa il deejay. Un'insegnante di inglese che nel tempo libero non smette di insegnare, ma yoga. E un attore che sceglie, in giro per il mondo, l'arredamento per il suo locale. Carlo Bruni :
- La prima volta che ho visto Carlo è stato sul palco. Truccato con cura, indossava un sari fuxia e una parrucca nera (il suo personaggio era ispirato all'India), cantava (in playback) e ballava con una grazia sorprendente per un uomo, e anche un uomo ben piazzato. Quando si presenta per l'intervista è irriconoscibile (d'altronde, perché li chiamerebbero trasformisti?): pantaloni, t-shirt, tracolla e infradito total black, come dire il massimo della semplicità . I suoi capelli, folti e scuri, sono tagliati corti e senza stravaganze. Come senza stravaganze è la sua vita diurna: con il suo vero cognome (Bruni è un omaggio alla ex top model) è stato commesso e ora è impiegato per un importante marchio di cucine. Da una parte gli orari del negozio, dove spiega ai clienti le virtù di una lavastoviglie o di un piano cottura, e poi la routine dell'ufficio, scartoffie e caffè con i colleghi. Dall'altra il palco, la musica, le luci, e i panni femminili. Due vite, forse anche due persone. Come è nato Carlo Bruni? "Anni fa, in una discoteca gay di Milano. Il mio primo personaggio è stato Mirelle Mathieu, la canzone La vie en rose, che ho interpretato indossando una sottoveste sottratta a mia madre". La famiglia, per l'attività di drag queen, non è mai stata un problema; anzi, un sostegno. "All'inizio i miei sapevano che frequentavo discoteche gay, ma niente di più. Nascondevo gli abiti, le parrucche e il necessario per il trucco in macchina, o sotto il letto. Finché, un giorno, ho dimenticato la borsa aperta in camera. E mio padre, che faceva il tappezziere, ha detto, tranquillo: "Ogni tanto viene un rappresentante che ha i corpini come quello che hai tu di là "". Da allora, non c'è più stato bisogno di nascondere niente, al punto che la mamma, ex sarta, oggi aiuta Carlo a realizzare i costumi. Tutti sanno anche sul lavoro: all'ultima cena di Natale, il nostro si è esibito, nelle sue vesti femminili, per i colleghi. Forse anche per l'ambiente amichevole che lo circonda, Carlo afferma di non percepire una scissione tra il sé diurno e il sé notturno. "Il travestimento è la parte creativa e sfrontata di me, e rinunciarvi mi peserebbe. Ma non mi sento, né vorrei essere, una donna. Al punto che non mi depilo le braccia né le gambe (ma il petto sì). È vero, però, che c'è una differenza tra la vita en travesti e quella fuori. Quando sono Carlo Bruni sento il calore della gente, che mi manifesta affetto, si ferma a parlare... Fuori scena non mi riconosce nessuno. Capita che qualche cliente dei locali mi chieda di vederci a fine spettacolo. Io gli dico di sì, vado in camerino, mi cambio e poi, andandomene, gli passo accanto, senza che si accorga che sono io". Carlo si trucca da solo, acconcia da sé le parrucche e, con l'aiuto della madre, crea i costumi. Vorrebbe farne una professione? "Sì, mi piacerebbe diventare costumista. Ma le scuole sono al mattino, quando io lavoro. E poi dedicarsi a tempo pieno allo spettacolo non è sicuro: a volte le serate saltano all'ultimo momento, o si viene pagati meno di quanto pattuito". In ogni caso, Bruni lavora moltissimo, anche come sosia di Moira Orfei. "Con suo marito, le abbiamo organizzato uno scherzo. Al circo mi sono seduto in prima fila e, quando hanno annunciato il suo nome, in scena sono entrato io. Moira non se lo aspettava, ma è stata carinissima". Nei panni della regina degli elefanti, Carlo è stato anche al Maurizio Costanzo Show. E dell'ambiente drag, cosa può dirci? "I più anziani non sono sempre gentili con i giovani. Non svelano i loro segreti, e addirittura alcuni, quando si truccano, si nascondono. Io però ho avuto la fortuna di conoscere Luca Magli, un trasformista bravissimo che mi ha lasciato molto spazio. È stato il primo a darmi il microfono, cosa rara". Da lì è nato il personaggio Carlo Bruni, famoso per i travestimenti e ancora di più per la gag sulle sue atroci barzellette. "Già di mio non le so raccontare. In più faccio apposta a imparare le più stupide, e il pubblico ride della mia goffaggine". Un'altra cosa non sa fare: cantare. E infatti, i suoi spettacoli sono in playback. "Sono stonato come una campana. Ma quando la musica è altissima, canto anch'io, sperando che nessuno mi senta". Uno dei suoi hit? Ovviamente Noi zingari, di Moira Orfei.....