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flavio ullucci

vive la revelution! dipingo con il sogno la mia rivoluzione

About Me

..I ,miei quadri non sono un trattato di filosofia, un manoscritto che bisogna studiare attentamente per poterne estrapolare con precisione i molteplici significati. Essi non sono dei campionari di metafore e allegorie definite, sebbene non ne siano scevri.Se poi l’osservatore ve ne individuasse, non dovrebbe chiedersi se sia la stessa che l’autore ha pensato. Ogni interpretazione è corretta, qualsiasi sensazione che si provi nell’osservare un quadro ha pari dignità di quella che si è manifestata nel dipingerlo. Le immagini sono come epifanie, esse si accostano ad altre come porte che si dischiudono rivelandone altre. Qualunque varco si decidesse di attraversare sarebbe il giusto percorso, qualsiasi cosa vi si trovasse al di là di esso sarebbe il suo fine ultimo. Questo non significa necessariamente che le mie opere non abbiano un significato a prescindere da chi le osserva! Vuol dire che qualsiasi vi si accosti è comunque legittimo. Osservare un quadro, a meno che questo non lasci indifferente, non è altro che condivividere una parte di se stessi. Godere di un’immagine o di un colore non è altro che godere del riflesso di se stessi che la pittura restituisce! Quando inizio a dipingere non so con precisione quale sarà la totalità delle immagini che alla fine resteranno impresse sulla tela. Ma mi è ben chiara la pulsione che muove il pennello e lo spirito che dispiega i colori. Più in generale, l’Arte, per come la immagino io, non dà risposte ma ispira soluzioni; comunica a livello quasi subliminale , per intuizioni, per idee. Nasce tra le pieghe sociali della cultura per metterla in discussione o soltanto per annunciare una presenza. Essa è uno strumento ermeneutico di cui, chi le si pone davanti, si serve per interpretare le dinamiche sociali. Non è l’Oggetto da guardare con timore reverenziale e soggezione, bensì una vera e propria fonte da cui ricavare (se lo si ritiene opportuno) una propria sintesi, ispirata dall’opera ma esistente innanzitutto negli occhi di chi la osserva. In questa particolare accezione l’ opera non “istruisce” ma risveglia sensazioni che sono già presenti in colui le si pone davanti. Non dice ma sussurra un messaggio il cui significatoesiste come assenza. Lo spettatore viene quindi chiamato a colmare questa mancanza, ricoprendo una posizione attiva nel processo di trasmissione del messaggio. Tutti coloro che si porranno davanti all’opera si troveranno dunque accomunati non tanto dalle stesse regole ( ognuno ha le proprie in base alle quali decodificarla) , ma dallo stesso ruolo giocato all’interno della visione: quello di spettatore-interprete.Mi sono sempre ispirato alla pittura surrealista e metafisica poichè riconoscevo una genialità assoluta l’immaginare qualcosa che non esiste nella realtà, che esula dalla normalità. E’ appunto su questo che al giorno d’oggi mi trovo spiazzato. Se penso a come la ricchezza è polarizzata all’interno delle società ; a come il capitalismo, trasfigurato dalla proiezione di se stesso in un mercato globalizzato, sia riuscito a creare delle oligarchie capaci di determinare gli equilibri planetari, influenzando, in ultima istanza, anche le nostre vite. Se rifletto su come i conflitti bellici sostengano le economie, si chiamino processi di democratizzazione, cancellino le popolazioni civili, riscoprano le torture come esorcizzazione dell’unica grande vera arma di distruzione di massa: la paura. Se guardo la nostra evolutissima e pacifica società dove migliaia di Persone , ogni anno, perdono la vita sul posto di lavoro, nel tentativo di conquistarsi, oltre che un’esistenza dignitosa, anche una parte di quei beni che il consumismo “avanzato” ci ha indotto a pretendere anche a costo di indebitarci. E ancora, a come centinaia di disperati di tutto il mondo giornalmente rimangono impigliati nella morte nel tentativo di penetrare nella Fortezza Europa, abbagliati dal riflesso di un’opinabile ricchezza, assordati dal silenzio di coscienze che hanno gli angoli perfettamente smussati, in modo che tutto scivoli via senza colpo ferire… Di fronte a questa normalità (e ,se vi sembrano luoghi comuni, allora l’avete già accettata come normalità) come si può esercitare una pittura che superi la realtà nel Fantastico? Si può essere più surreali della realtà? A chi guarda la prossima mossa!Vive la Rêvelution

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