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Magazino Rythmoteque

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"Magazino Rythmoteque" è la collaborazione, nata nel 2007 alle pendici dell'Etna come sulla sabbia della plaia che s'affaccia sul mar Ionio, che ha come protagonisti Luca Distefano e Pier Lauretta, due carusazzi per bene dello stesso quartiere che hanno aspettato 22 anni prima di incontrarsi. Insieme uniscono le loro personali storie musicali, a volte vicine ed a volte lontanissime, per creare un suond personalissimo che rispecchia le proprie emozioni sonore. Club house, electro ed indie-rock sono il quotidiano di Luca che a 12 anni, ascoltando la radio, si innamora di "Stand By Me" degli Oasis decidendo, così, di non accontentarsi più dei cd presenti nella collezione del padre ("Bad" di Michael Jackson su tutti) ma di cominciare a crearsi una propria cultura musicale. Quel giorno ormai lontano, proprio nel pagare "Be Here Now" Luca viene attirato da una strana copertina ritraente un grosso granchio nero ed arancione: "The Fat Of Land" dei Prodigy. Inutile sottolineare che questo album condizionerà la sua intera vita sonora, scatenando in lui una vera big beat mania. Da qui è tutta una "calata": Prodigy, Chemichal Brothers, FatBoy Slim affiancano la passione rock di Luca con Oasis, Beatles, Hendrix, Rolling Stones, Guns 'n' Roses e molto altro. Sono gl'anni delle sue prime chitarre elettriche. Ennesima svolta avviene pochi anni più tardi, quando entra in possesso (perchè "sgamato di brutto") di "Homework" dei francesi Duft Punk: è amore a primo ascolto! Sempre per rimanere in tema Francia (tanto cara dal punto di vista musicale) non possiamo non sottolineare l'amore per "Tourist" dei St. Germain a.k.a. Ludovic Navarre, in assoluto il cd preferito di Luca. Si affaccia anche al meraviglioso mondo del funky prediligendo James Brown ma è molto attento alla produzione di Maceo Parker, sassofonista proprio di Brown. Negl'anni avvenire la sua voglia di "battito" non cenna a placarsi, anzi, diviene sempre più una personalissima esigenza: sono le sonorità house and electro a farla da padroni nel proprio personale dancefloor. E' resident dj invernale all'Acquasanta ed attualmente propone i suoi djset allo Shoko, noto dancefloor catanese, dando vita a set di pura house music, deep, minimal deep, electro and progressive. Pur nutrendo lo stesso tipo d’esigenza musicale, il percorso affrontato è differente. L’esperienza musicale di Pier è iniziata nel lontano 1994 quando per la prima volta ascolta "Turn The Page" tratto dall’album "Garage Incident" dei Metallica. È amore a primo ascolto. Rock, hard rock e metal divengono i generi prediletti da Pier ed Offspring, Nirvana, Crearle Of Filth, Smashing Pumpkins, Iced earth, Moonspell e, ovviamente, Metallica gli artisti che dominano la sua sfera musicale. Quest’equilibrio viene presto scombussolato con il primo viaggio nella capitale Inglese nell’estate del 1995, in piena era Britpop. Il Ministry Of Sound di Londra con i suoi suoni, colori, emozioni e battiti, mina inaspettatamente la coscienza musicale di Pier che al suo rientro in Italia vive una vera e propria crisi musicale che si sarebbe risolta da li a 10 anni. Nonostante abbia subito il fascino dei ritmi elctrodance inglesi, il genere che tuttavia continua a perseguire è quello rock, alternato però alle vibrazioni di artisti come i Muse, Radiohead, Placebo. A 17 anni, la visione di Trainspotting, le discoteche, le nuove amicizie, le droghe, l’alcohol e la terza esperienza nella città londinese amplificano la crisi musicale che covava ormai da due anni. Un genere totalmente antitetico a quello sposato fino a quel momento s’insinua quasi incosciamente in lui: l’amore per la dance music degli anni ’90. Sono gl'anni di "Another Way" di Gigi D’agostino, di "Tell Me Why" di Prezioso, degli Eiffel 65, di Markus, di Alice Deejay, di Gala, degli ATB, dei The Soundlovers. Quella della musica dance si rivela però solo una parentesi che si chiude quattro anni più tardi per essere poi riaperta molto più avanti. Il 2000 coincide con i primi anni d universitari che inevitabilmente intaccano il sentimento musicale di Pier. Il rock era ormai storia e la musica dance sostituita dal sound elettronico di Mauro Picotto, Digital Boy, DJ Tomcraft, Mario Lopez, Trance Control miscelata alle atmosfere ambient dei Massive Attack e Enigma. Anche se non avvertita, Pier vive l’apice della crisi quando nel 2002 entra nel mondo dell’ Hip-hop e R’n’b iniziando a frequentare locali made in US; sarà il momento di 2Pac, Fat Joe, Ice Cube, Ludacris, Obie Trice, Methodman, Trickdaddy, quindi 50 Cent, Eminem fino a Beyonce, Kelis e Jay-Z. Anche questa, come per la dance, è una parentesi che si aprirà e chiuderà più volte fino a quando, nel 2005, il caos musicale dell’ultimo decennio sembra aver trovato la via per l’ordine. Questa via, affascinante e ricca del mix di sound che aveva contraddistinto il viaggio musicale di Pier, si concretizza in due parole: House Music. Benny Benassi, Emanuele Inglese, Fedde La Grande, Bob Sinclair, Eric Prydz, rappresentano il sound perfetto in cui Pier, dopo una costante e spasmodica ricerca, riesce a immedesimarsi ad hoc. Nel 2007 si tratteggia la svolta definitiva: il concerto di Tiesto a Mauritius. Nasce in Pier l’idea di un mix tra house ed electro music molto personle: il connubio perfetto che gli permette di esprimere il proprio beat al 100% fatto di atmosfere più cupe, tipiche della techno e della trance. Nascono così i Magazino Rythmoteque, l’unione di generi diversi accomunati dall’amore assoluto per il battito nella sua espressione più interiore, più umana, più tribale.

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Member Since: 11/18/2007
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