takkinamento e scrivere racconti caldi
I takkinatori
Lungo tempo abitai sotto arcate maestose
Che il sole sopra il
mare ogni giorno infuocava E cui un lungo corteo di colonne
donava Ogni notte l’aspetto di grotte misteriose.
L’onda eterna del cielo l’azzurro rispecchiava E insieme le
sue voci cangianti e fragorose
Fondeva con gli accordi delle luci armoniose
Che l’ora del tramonto ai miei occhi recava.
LÃ vissi tra emozioni voluttuose e calme Cullato dal fluire
di suoni e di parvenze
E dagli schiavi nudi, profumati di essenze
Che il viso mi sfioravan con ventagli
di palme Ogni istante protesi a inasprire i tormenti
Del crudele segreto dei miei giorni languenti
[…] E come li stornei ne portan l'ali nel freddo tempo, a schiera larga
e piena, così quel fiato li spiriti mali di qua, di là , di giù, di sù li mena;
nulla speranza li conforta mai, non che di posa, ma di minor pena.
E come i gru van cantando lor lai, faccendo in aere di sé lunga riga,
così vid'io venir, traendo guai, ombre portate da la detta briga; per
ch'i' dissi: "Maestro, chi son quelle genti che l'aura nera sì gastiga?".
"La prima di color di cui novelle tu vuo' saper", mi disse quelli
allotta, "fu imperadrice di molte favelle. A vizio di lussuria fu sì rotta,
che libito fé licito in sua legge, per tòrre il biasmo in che era
condotta. Ell'è Semiramìs, di cui si legge che succedette a Nino
e fu sua sposa: tenne la terra che 'l Soldan corregge.
L'altra è colei che s'ancise amorosa, e ruppe fede al cener
di Sicheo; poi è Cleopatràs lussuriosa. Elena vedi, per cui tanto
reo tempo si volse, e vedi 'l grande Achille, che con amore al
fine combatteo. Vedi Parìs, Tristano"; e più di mille ombre
mostrommi e nominommi a dito, ch'amor di nostra vita dipartille.
Poscia ch'io ebbi il mio dottore udito nomar le donne antiche
e ' cavalieri, pietà mi giunse, e fui quasi smarrito.
I' cominciai: "Poeta, volontieri parlerei a quei due che 'nsieme
vanno, e paion sì al vento esser leggeri".
Ed elli a me: "Vedrai quando saranno più presso a noi;
e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei
verranno". Sì tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce:
"O anime affannate, venite a noi parlar, s'altri nol niega!".
Quali colombe dal disio chiamate con l'ali alzate e ferme al
dolce nido vegnon per l'aere dal voler portate; cotali uscir
de la schiera ov'è Dido, a noi venendo
per l'aere maligno, sì forte fu l'affettuoso grido.
"O animal grazioso e benigno che visitando vai per l'aere
perso noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l'universo, noi pregheremmo
lui de la tua pace,
poi c'hai pietà del nostro mal perverso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi, mentre che 'l vento,
come fa, ci tace. Siede la terra dove nata fui su la
marina dove 'l Po discende per aver pace
co' seguaci sui. Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona che mi fu tolta;
e 'l modo ancor m'offende. Amor,
ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del
costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non
m'abbandona. Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense". Queste parole da
lor ci fuor porte. Quand'io intesi quell'anime offense,
china' il viso e tanto il tenni basso, fin che 'l poeta mi
disse: "Che pense?". Quando rispuosi, cominciai:
"Oh lasso, quanti dolci pensier, quanto disio menò
costoro al doloroso passo!". Poi mi rivolsi a loro
e parla' io, e cominciai: "Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo
dei dolci sospiri, a che e come concedette Amore
che conosceste i dubbiosi disiri?".
E quella a me: "Nessun maggior dolore che ricordarsi
del tempo felice ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore.
Ma s'a conoscer la prima radice del nostro amor
tu hai cotanto affetto, dirò come colui che piange e dice.
Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto
come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse quella lettura,
e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso esser basciato da
cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse: quel giorno più
non vi leggemmo avante".
Mentre che l'uno spirto questo disse, l'altro piangea;
sì che di pietade io venni men così com'io morisse.
E caddi come corpo morto cade.
.. subito Mentre lo facevo pensavo a te Avevo bevuto Credevo fossi tu!
Non mi sembra corretto stare con te pensando a lui Sto così male ad
averti tradito che è meglio lasciarti Lui mi fa sentire speciale
Lui è solo un amico Fa più male a me che a te Sono lesbica
Ti giuro, non volevo, è capitato
So comunque che non troverò mai un altro come te
Come l'ho fatto con te, non l'ho mai fatto con nessun altro
Con quello ci scopo, con te ci faccio l'amore
ma dai amore è solo un amico gay per questo ci dormo assieme ;) Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità .tutto sono aperta e pronta a tutto adoro la musica classica in particolare paganini
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comici, porno etc...mi piace stare solo con te e i popcorn
ciripiri rai
Come in un sogno è la nostra stessa volontà che inconsciamente appare
come un inesorabile destino oggettivabile; tutto procede da noi stessi e ognuno di noi
è il manager teatrale segreto dei nostri stessi sogni. Il fato può essere il prodotto
del nostro io più profondo, o delle nostre volontà , ossia noi realmente
produciamo ciò che sembra capitarci
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Superman, Wonder Bra e il mitico magopancione che fa bombom con la pancia