AndreaQ profile picture

AndreaQ

andrea_q

About Me

u|ni|ca|mén|te avv.
CO solamente, esclusivamente: te lo dico u. per il tuo bene ::: fuori dalle mie stanze mi sento di passaggio :::::: "è una minaccia per tutti il suo cuore, il suo cuore ad imbuto" ::: Lucio Dalla :::

My Interests

Si, Marcos è gay. È gay a San Francisco, nero in Sud Africa, asiatico in Europa, chicano a San Isidro, anarchico in Spagna, palestinese in Israele, indio maya nelle strade di San Cristobal, ebreo in Germania, zingaro in Polonia, mohawk nel Quebec, pacifista in Bosnia, donna sola sul Metro alle 10 di sera, contadino senza terra, membro di gang in un quartiere ghetto, operaio disoccupato, studente infelice e, ovviamente, zapatista sulle montagne. Marcos è tutte le minoranze sfruttate, marginalizzate, oppresse, che resistono e dicono «basta». È ogni minoranza che ora comincia a farsi sentire e ogni maggioranza che deve tacere e ascoltare. È colui che mette a disagio la buona coscienza dei chi sta al potere. Questo è Marcos. (Marcos in People’s Global Action 2002).marzo_2008_ANU_TUOMINENfebbraio_2008 Che possiamo dire rispetto alla possibilità di uscire da una situazione di mancanza di voglia? In primo luogo che si tratta di vivere nello spazio che esiste tra la nostalgia e l'anelito perché entrambi, nostalgia e anelito, ci afferrano in modo suadente e ostinato, allontanandoci dalla pace che si ha quando si gode del presente. Abbiamo bisogno, allora, di un cervello sufficientemente chiaro per rifiutare il canto di sirena di sogni grandiosi, di un fegato sufficientemente forte per evitare il miraggio delle strade facili e di cuore sufficientemente coraggioso per accettare la responsabilità inerente a ognuno dei modi in cui il vivere avviene. Se cerchiamo di vivere senza lamenti, senza rimproveri e senza colpe, nella misura in cui possiamo riuscirci, creeremo uno spazio nuovo che può essere grande o piccolo, fecondato dalla curiosità e dal bisogno di trascendere la propria vita... è lì, in quello spazio, l'unico luogo dove può tornare a fiorire la voglia ::: LE_COSE_DELLA_VITA_Composizioni su quello che ci importa ::: Luis_Chiozza

I'd like to meet:

giugno_2008_JR_SUE_ELLEN maggio_2008_GENE_KELLYaprile_2008_GEORGE_DYER aprile_2008_ARIANE_ASCARIDE aprile_2008_THOMAS_LAROPPE marzo_2008_WOODWARD_and_BERNSTEIN febbraio_2008_RODCENKO febbraio_2008_FRANCOIS_SAGAT ::: altra gente morta ::: gennaio_2008_MARLON_BRANDO2007_ANDY_WARHOL

Music:

maggio_2008_MOLTO ROMANTICO ::: SANDY_MULLER (Caetano Veloso) ::: (Versione italiana di Max de Tomassi) Cosa vuoi dirmi con questo perché sei qui? ::: Io non capisco dov’è la tua logica ::: La mia parola rispetto ti chiederà ::: Invece a te sembrerà un poco esoticaSai che non posso concederti più alibi ::: Né farmi ingannare da frasi che già so già ::: Dimmi se vedi qualcosa che resta di noi ::: tra le rovine di questa nostra cittàNon c’è nessuno che mi dirà basta no ::: Il tempo darà forza a queste mie sillabe ::: di molte altre cose che sento non parlerò ::: tu mi conosci io non prendo pilloleCerco un accordo maggiore perfetto per chi ::: sa celebrare l’amore che c’è in un cantico ::: come potrei non cantare la mia libertà? ::: In altre parole son molto romantico :::

Movies:

aprile_2008_LE_RICAMATRICIIn un uomo io non apprezzo soprattutto la rettitudine e la benevolenza, che sono per così dire il suo stelo e le sue foglie. Quelle piante col secco fogliame delle quali facciamo decotti per i malati, servono a un uso ben più umile, e per lo più sono impiegate dai ciarlatani. Di un uomo, io voglio il fiore e il frutto; voglio che un po' della sua fragranza giunga anche a me, e che un po' della sua maturità arricchisca il nostro rapporto. La sua bontà non deve essere un atto parziale e transitorio, ma una costante sovrabbondanza che non gli costa nulla e della quale è inconscio. ::: H. D. Thoreau Affinché la tecnologia abbia successo, la realtà deve avere la precedenza sulle pubbliche relazioni, perché la natura non può essere ingannata. ::: Richard Feynman

Television:

::: CHRIS_KELLER ::: ::: KAREN_WALKER :::

Books:

aprile_2008_KAFKA_SULLA_SPIAGGIA_:::_MURAKAMI_HARUKI 41 ::: Solo nei recessi della foresta, ho la sensazione che questo essere che porta il mio nome sia terribilmente vuoto. Come se da un momento all'altro mi fossi trasformato in un di quegli "uomini vuoti" di cui parlava Oshima. Vi è un grande spazio bianco dentro di me, che continua a crescere, e che a poco a poco divorerà anche l'ultima sostanza che mi è rimasta.41 ::: La mia mente si addentra nel territorio dei sogni senza che me ne accorga.23 ::: Prima che Edison inventasse la luce elettrica, la maggior parte del mondo era letteralmente avvolta da tenebre buie e nere. E le tenebre interiori, dello spirito, si fondevano con quelle esteriori, fisiche, senza nessun confine a dividerle, quindi erano strettamente collegate. Così... _ Oshima congiunge perfettamente le mani.18 ::: Quando, il giorno seguente, in quell'angolo di Nakano cominciarono davvero a piovere sardine e sgombri, il giovane poliziotto impallidì. Tutt'a un tratto, senza il minimo preavviso, circa duemila pesci precipitarono dalle nuvole. La maggior parte, a causa dell'impatto col suolo si sfracellò, ma alcuni pesci rimasero in vita e li si vide guizzare per terra nelle vie più affollate di negozi. Sembravano freschi, e odoravano ancora di mare.Il ragazzo chiamato corvo ::: E naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta di sabbia. E' una tempesta metafisica e simbolica. Ma per quanto metafisica e simbolica, lacera la carne come mille rasoi. Molte persone verseranno il loro sangue, e anche tu forse verserai il tuo. Sangue caldo e rosso. Che ti macchierà le mani. E' il tuo sangue, e anche il sangue di altri ::: Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.

Heroes:

aprile_2008_FRANCIS_BACON dicembre_2008_UGO_MULAS Fine delle verifiche ::: Per Marcel Duchamp La serie delle verifiche, ad un certo momento, l’ho considerata finita, chiusa, e ho deciso di chiuderla là dove aveva avuto inizio. Ho fatto, in un certo senso, come un incisore che biffa la lastra a tiratura ultimata: il vetro, che ha una importanza decisiva per la mia composizione, dà infatti precise caratteristiche fisiche e visive al pezzo, e, una volta spezzato, è la stessa operazione a non poter essere ripetibile. Il risultato del mio gesto è stata un’immagine nuova, diversa rispetto a quella di partenza. E questa rottura radicale con ciò che precede mi ha portato a riflettere sul significato intrinseco dell’Omaggio a Niepce, mi ha portato a pensare a Duchamp; e non solo per la circostanza estrinseca che nella produzione di Duchamp c’è un’opera che è un grande vetro spezzato. Mi sono reso conto, cioè, dell’influenza, inconscia forse, di un atteggiamento di Duchamp, del suo non fare, che ha tanto significato nell’arte più recente, e senza del quale questa parte del mio lavoro non sarebbe nata. Perciò la fotografia è dedicata alla sua presenza.