La storia dei VoloPindariQo (VPQ) è di quelle che verrebbe voglia di raccontare cominciando da “c’era una volta…â€Infatti, più che una vera e propria band i VPQ rappresentano un progetto musicale atipico sia nella composizione che nella storia.Il nucleo storico si forma nel 1996, dall’incontro di tre giovani musicisti provenienti da esperienze e passioni musicali molto diverse: Giampaolo Rosselli (voce e chitarra), Jean Paul Irali (Batteria) e Dario Giardi (piano e tastiere). Un’incontro avvenuto presso una scuola di musica, ricavata in un ex fienile, di un piccolo paesino della provincia nord di Roma. Sotto la supervisione di Marco Pecora, noto arrangiatore e produttore di musiche per la RAI, i VPQ iniziano a definire un proprio sound ed una personale tecnica di arrangiamento derivata dalla necessità di coniugare le diverse passioni e propensioni musicali dei membri.
Negli anni a seguire vari personaggi si alternano nelle vicende del gruppo come strumentisti aggiunti. Tra questi, la figura di maggior rilievo è il chitarrista Francesco Paneni con il quale i VPQ partecipano all’edizione 1996 di Emergenza Rock arrivando in finale.
Nel 2004 iniziano la produzione di un demo sotto la supervisione artistica di Tony Puia chitarrista e produttore di Bersani e Valeria Rossi.Dopo un periodo di stasi, dovuta principalmente all’uscita dal gruppo del batterista Jean Paul Irali e del chitarrista Aldo “il cineseâ€, i VPQ riprendono l’attività di produzione grazie all’entrata nel gruppo di un nuovo batterista: Valter Sacripanti, apprezzato musicista che ha firmato le batterie di Nek, Ivan Graziani , Carlotta, Loredena Bertè ed Eugenio Finardi.Grazie all’esperienza, alla professionalità e alla maturità artistica di Valter, il gruppo riesce a mettere a fuoco le proprie potenzialità .L’essenza della musica dei VoloPindariQo trae origine proprio dal significato del nome stesso: dal poeta greco Pindaro e dai suoi voli pindarici, vale a dire quella proverbiale capacità di dare vita a momenti narrativi ricchi di passaggi e scarti improvvisi che arricchivano i testi di una particolare carica di romanticismo e tensione.
Una musica fatta di passaggi melodici ed armonici inaspettati, di testi carichi di contrasti, di sentimenti e tensioni, di paure e sogni che vorrebbero trascinare l’ascoltatore verso un distacco dalla realtà contemporanea e verso il susseguente ingresso in un mondo ad essa parallelo. Un mondo che a volte appare fiabesco e dai contorni psichedelici ed altre arido ed alla deriva.
Una musica che incarna una sorta di "viaggio nel subconscio autoprodottoâ€, un massiccio distacco dai doveri del mondo contemporaneo al fine di approdare in una terra fatta di ricordi, emozioni, sogni, progetti ed aspirazioni. Sensazioni evocate mai interamente, ma attraverso scorci luminosi, vibrazioni di sentimento ed arditi passaggi resi dall’alchemica mescolanza di suoni e melodie proprie di generi totalmente diversi ma sapientemente miscelati.
Si passa da melodie mai scontate (per il coraggio che hanno di narrare storie ai margini che nessuno vuole sentirsi raccontare, in una società egoistica votata al culto del nulla) a melodie più ammiccanti, dolci, introspettive, intime e romantiche.
Una gavetta giocata sulla qualità , sul lavoro in studio, sulla difficoltà di mettere insieme le varie esperienze da cui provengono i vari membri.Nel demo in fase di produzione si intravedono già tutti gli elementi della personale scommessa artistica del gruppo: recuperare la forma classica della musica d’autore italiana (De Gregori, Cat Stevens) ed internazionale rivestendola con i suoni della moderna rivoluzione elettronica (Radiohead, Muse) ed inserendo il tutto in un quadro che rispecchia fortemente le diverse sfumature del rock anni 70 (dai Led Zeppelin ai Pink Floyd) in cui i membri affondano le proprie radici musicali.
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