Juan Mordecai - Prodigal Son @ musicdrome
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I saw you - JUAN MORDECAI @ music drome
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In tour con Juan Mordecai
David Moretti voce, chitarre
Andrea Viti basso, voce
Andrea Bacchini chitarre
Diego Besozzi batteria
Pacho batteria e percussioni
Franci Omi organi
Xabier Iriondo chitarre e noises
Juan Mordecai altri non è che la fusione dell’anima creativa di David Moretti e Andrea Viti (membro storico del gruppo Afterhours, che può anche vantare collaborazioni internazionali in tour e in studio con Greg Dulli e Mark Lanegan per il progetto Gutter Twins) al lavoro insieme dopo una pausa di quasi 10 anni.
Atmosfere desertiche, suoni acidi e taglienti, digressioni verso il caldo folk rock psichedelico americano degli ultimi anni 60. Un tributo che è da sempre nel Dna del duo: Neil Young, Johnny Cash ma anche Mc5 e Stooges. Riferimenti stilistici dichiarati impreziositi però da un taglio estremamente personale.
Juan Mordecai è un’entità a sé stante assai diversa dai Karma, ma molti sono i riferimenti e i momenti nei quali è evidente una continuità : lamiere, percussioni industriali, la miscela particolare di strumenti acustici, l’uso atipico delle distorsioni. Ogni musicista coinvolto è stato invitato ad avere un atteggiamento jammistico, contribuendo in modo istintivo alle varie sessioni di registrazione. Il tutto prende forma di album grazie alla determinazione e al lavoro di mixaggio fatto da Taketo Gohara presso le Officine Meccaniche di Mauro Pagani.
Questo “work in progress†ha inoltre coinvolto altri artisti come Claudio Sinatti videomaker con il quale nasce la sonorizzazione per l’installazione A Shaved Mint, remixaggio del mitico film Nevada Smith con Steve McQueen; e Conny Prantera, illustratrice della label di streetware inglese Silas che ha studiato con i suoi disegni la comunicazione visiva della band.
Side project of the italian grunge band "Karma", finally back after 10 years in a power duo formula with a new album. 12 tracks composed, arranged and produced by David Moretti and Andrea Viti (ex afterhours). Members of Karma and other guests joined this psychedelic soundtrack written in the memory of Juan Mordecai: saint, mystic, gambler and beloved father. From stoner to classic rock, from acustic to psycho-electric.
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Songs of Flesh and Blood ricorda per concezione i supergruppi californiani "aperti" di fine anni 60 e le Desert Sessions di epoca stoner. La perizia strumentale di questa "comune" rock suscita una gran voglia di vederla dal vivo. (ROLLINGSTONE - disco del mese)
Un rock essenziale, per questo motivo dannatamente efficace. Un ottimo lavoro dal respiro internazionale. (ROCKSOUND)
Ancora insieme 10 anni dopo tra psichedelia e folk rock. Ieri-oggi... domani. (MAX)
C’erano una volta i Karma, band italiana di grande talento, nasce oggi il progetto Juan Mordecai e promette scintille. (MAXIM)
Desert rock gotico, teso e scarno, punt e mex distillato in casa, con slide guitars da vecchiazza peccatrice e impenitente, alla Cormac McCarthy. (INTERNAZIONALE)
Nascono dalle ceneri dei Karma e ci riportano proprio in quel periodo, in quegli anni. Brani desertici, rockettoni, anni ’90. Un disco che in America spopolerebbe nelle classifiche di genere sbaragliando persino la concorrenza interna. (ROCKIT.IT)
Qualunque altro impronunciabile nome sarebbe andato bene, l’importante è ritrovare quell’anima sugli scaffali. Bentornati! (ROCKLAB.IT)
Merita ascolti ripetuti e attenti questo CD, per poter entrare a fondo tra le trame solo all’apparenza lineari di composizioni che si muovono sulla linea sottile che separa la luce dall’oscurità . (ILMUCCHIO.IT)
Sarà una folgorazione già il primissimo ascolto… il fiume riempirà di sogni l’oceano e non rimarrà che un inarginabile desiderio di scoprire “tutto il restoâ€. (DNAMUSIC.IT)
Questo disco puo’ tranquillamente vantarsi di essere uno dei migliori prodotti italiani usciti negli ultimi anni. Anche se di italiano ha veramente poco. Consigliatissimo. (DEBASER.IT)
Musica perennemente in bilico fra rock, folk e suoni desertici, che equivale a dire: Neil Young, i Giant Sand di Howe Gelb, Mark Lanegan ed i Q.O.T.S.A., un pizzico di Billy Idol. Questo Songs of Flesh and Blood è un disco che colpisce sulla distanza, non perchè sia ostico o complesso, tutt’altro, semplicemente serve tempo per coglierne tutte le sfumature. Prodotto e suonato benissimo, non rimane che chiedersi da dove arrivano sti Jaun Mordecai. Già la bella sorpresa è che di band italiana trattasi, e pure di nomi importanti come quelli di David Moretti e Andrea Viti (ex Afterhours) che qualche anno fà erano il nucleo base dei favolosi Karma (grunge). (STREAMING.SUONATI.IT)
Uno di quei dischi che suona di per se come un grande classico. (MUSICAOLTRANZA.NET)
Suona rock’n’roll, suona stoner, suona psichedelico, undici ottime tracce, tutte cantate in inglese...Una tracklist di ottimo livello, composta con gusto. (NEGATRON.IT)
Si respira l’aria da jam di un disco messo insieme in piu’ di due anni, si sente la fantasia e il pulsare di una vera passione per un rock intimo benedetto da quattro decenni di storia. Sinceri, caldi e sinistramente sensuali. (RUMORE)
Suona non bene, ma benissimo. Canzoni tutte melodicamente ispirate, inacidite nel folk psichedelico o nello stoner. Ma e’ esercizio di stile o fede?(XL)
Caldo. Vagare su una lingua d’asfalto a ferire terra, rossa. Sguardo perso all’orizzonte, frattura tra il blu con metastasi di nuvole e il lotto di deserto a Paris, Texas… Juan Mordecai vaga e sa trovarvi… è una minaccia!. (DNAMUSIC.IT)
Bisogna fare attenzione: non è un album-tributo e nemmeno Juan Mordecai è una cover-band. Sfumature e ispirazioni sono quelle del rock anni ’60 e ’70 soprattutto, certo, ma l’interpretazione personale che rende i pezzi freschi e attuali c’è tutta, e viene dalla grande esperienza dei due artisti, che qui dà il meglio di sé. E così il talento e la preparazione musicale dei due può spaziare agevolmente verso gli orizzonti che sono a loro più confacenti, e regalare all’ascoltatore dei momenti meravigliosi di puro rock come ormai se ne sente poco. Specie in Italia.(FREAKOUT-ONLINE.COM)
Juan Mordecai riporta nella nostra penisola il sapore del rock blues psichedelico e desertico americano quello più suggestivo e ricco di rimandi stilistici doc. Composto, arrangiato e suonato ottimamente con il suo apice in The Flesh Song. (JAM)
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