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CINCOPAN

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About Me

Noi usiamo solo il 10% del nostro cervello… Non so chi me l’ha detto. È una di quelle cose che ho sentito dire tante di quelle volte e da una varietà tale di persone, che mi sono convinto che debba essere vera… Anche se, devo dire, mi sembra che per certa gente il 10% sia già tantino – non importa. Normalmente conduciamo la nostra vita senza pensarci troppo, ma soprattutto, senza pensare all’inconscio, cioè a quel 90% che non usiamo e che usa lui. Lui? Ma… Lui… Sono io… Cioè… Io le cose me le farei più semplici, veramente… E invece no: c’è lui, che sa meglio di me cosa mi fa male, cosa posso sapere o vedere, senza rischiare di rimanere traumatizzato, e che si fa censore dei miei pensieri. Ma come? Lui decide per me? Lui… Ma non ero io? La testa comincia ad andarmi stretta: siam già in due qui dentro… Siamo per lo meno in due. E se ci fosse qualcun altro? Fin dall’inizio la convivenza non è stata delle migliori. Anche adesso, se c’è lui non ci sono io e viceversa. C’è solo un momento in cui ci si ritrova insieme per un po’, sembra, quasi per ricordarsi che alla lunga non potrebbe funzionare, ed è quando si sogna: e lui se ne esce con tutta la sua natura dispotica, la sua prepotenza! “Questo te lo faccio vedere, questo no… Questo sì” …Ma quello non lo voglio vedere io! Maledetto! Mi spiattella davanti di tutto e tocca a me, poi, provare sistemare le cose: l’altra notte sognavo che mi era precipitata addosso una cassaforte… Ma cosa gliene frega all’inconscio se il gatto mi si è sdraiato sopra? Vebbèh, faceva un po’ caldo e pesava un po’, ma potevo benissimo continuare a dormire. Non c’è stato niente da fare: lui voleva che mi svegliassi. E chi ne ha fatto le spese (a parte il gatto, s’intende)? E poi mi ripropone di continuo cose che una volta non ero in grado di affrontare o accettare, come un genitore d’altri tempi, di quelli che sanno cosa è bene e cosa è male e che, ogni volta che aprono bocca, l’autorità genitoriale di cui godono fa assurgere a grande verità qualsiasi cazzata… Ma cosa me le propone a fare adesso? Non me ne frega più niente! Devo dire, però, che ci sono anche situazioni in cui lui – l’inconscio – ti aiuta a capire meglio la parte di te con cui hai a che fare per tutto il giorno, come pure altre volte ti fa credere di stare per svelarti un qualcosa di vitale per il proseguimento della tua esistenza… Che poi quando ti svegli, magari ti accorgi che hai sognato di scoprire che dal rubinetto rosso esce l’acqua calda… Vabbèh. Sognavo di essere in macchina con alcuni miei amici, che percorrevamo una strada di campagna, lunga, diritta. Un viaggio tranquillo in una serata tranquilla, chiacchierando del più e del meno, finché non vediamo sul ciglio sinistro il muro di un cimitero. Man mano che ci avviciniamo, vediamo che il lato che da sulla strada è aperto e si vedono una serie di tombe e, su ogni lapide, una testa… Vecchia, deforme, accigliata. Sensazioni orribili, per le quali perfino dire che le parole non bastano non è sufficiente a descriverle, accompagnano la visione. Sono pietrificato da dolore, schifo e anche un po’ paura, ma il nostro viaggio prosegue verso un secondo cimitero. Questa volta la situazione è un po’ più tranquilla: le tombe hanno la forma di flipper, senza gambe, che occupano giusto giusto lo spazio della fossa, mentre il tabellone segna punti fa le veci della lapide. A parte un leggero senso di inquietudine, non provo però sensazioni troppo negative… Che sia l’inconscio che sta compensando un’immagine cui non ero pronto? Mah, eppure sembra che i due cimiteri abbiano una ragione per essere così vicini. Ma il mio viaggio non è ancora finito e un terzo cimitero mi si palesa davanti: un normalissimo cimitero, se non fosse che accanto ad ogni tomba c’è la statua di clown addormentato… Che amarezza! I clown, un cliché dell’horror! Certo che potevi impegnarti un po’ di più, eh? …Ma quest’amarezza… Possibile che derivi solo da questo? Non starò mica per svegliarmi? Ohé, non facciamo scherzi! Presto, ogni minuto è prezioso! Dunque, sto viaggiando… Il viaggio… La vita! (questa era facile!)… E vedo tre cimiteri molto diversi tra loro. Che rappresentino qualcosa, come le tre fasi della vita? Ho visto la vecchiaia, stanca e accigliata, il gioco (il gioco della vita, con i suoi bonus e un certo numero di possibilità per correggere eventuali errori) e un posto, tutto sommato tranquillo, pieno di clown, che, a parte l’horror, sono anche uno stereotipo di ciò che fa divertire i bambini. Ma ho visto la vita a rovescio? A volte, nei sogni può capitare… No, non funziona. Un momento! I cimiteri non sono fasi della vita, ma ogni cimitero è una vita: il primo era pieno di persone tristi e accigliate, tutte vecchie, magari che hanno vissuto una vita lunga, ma per una qualche ragione insoddisfacente. Era anche quello che mi ha dato sensazioni più forti. È la vita che non voglio. I clown, potrebbero rappresentare il mondo dello spettacolo, la vita delle celebrità, o della gente senza dignità… Boh? Qualcosa del genere. Ho provato una grandissima amarezza nel vedere i clown, anche quella – evidente – non è la vita che cerco. E i flipper? Sono l’approccio giocoso, godendo della vita, facendone un gioco, in cui la morte non è altro che una delle tappe! Sì, ho capito! Voglio finire lì dentro! …Mi sono svegliato all’improvviso, tutt’altro che allegro, con un crampo a una gamba. Scommetto che tra qualche tempo, quando mi sarò dimenticato di questa notte, lui mi farà sognare un mostro terribile che mi divora le gambe… E il crampo mi sarà passato da un pezzo.

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