Titolo Originale : Ufo Robot Grendizer
Produzione : 1975 Go Nagai/Dynamic Planning Inc./Toei Animation
Numero Episodi : 74 (di cui 3 mai trasmessi)
Anno Messa in Onda in Giappone : dal 5 ottobre 1975 al 27 febbraio 1977
Anno Messa in Onda in Italia : 4 aprile 1978 su RAI 2, poi ritrasmesso con scadenza irregolare in varie emittenti private
Ideatore : Go Nagai
Regia : Osamu Kasai, Masayuki Akemi
Animazioni : Kazuo Komatsubara,Tadanao Tsuji
Musiche : Shunsuke Kikuchi, Chumei Watanabe
La Storia : Ci troviamo nella nebulosa di Vega, raggruppamento di corpi celesti lontano anni luce dal nostro sistema solare. Qui esiste una piccola stella di nome Fleed, dove vive una civilta' dalla tecnologia straordinariamente avanzata i cui principi sono fondati sulla giustizia e la pace. Poco distante da quest'ultima esiste invece un pianeta che ne rappresenta la sua diretta antitesi: Vega. Il suo sovrano uno spietato tiranno accecato da sanguinosi ideali di conquista, che ambendo al controllo dell'intera nebulosa, invade Fleed con il suo esercito, massacrando senza pieta' l'intera popolazione. L'unico superstite e' il Principe Duke Fleed, il quale, salito a bordo del Goldrake, la sola arma del pianeta, fugge a gran velocita': un interminabile viaggio che per un gioco del destino lo condurra' sulla Terra, sulla cui superficie, ormai stremato, effettuera' un atterraggio di fortuna.
Viene trovato gravemente ferito e privo di sensi dal Dottor Procton, il quale si occupa di medicarlo e di nascondere il suo veivolo in una caverna situata presso il Centro di Ricerche Spaziali, edificio dedito alla scoperta di nuove forme di vita nella galassia, da lui stesso diretto. Il dottore, ascoltando attonito l'incredibile storia del misterioso ragazzo piovuto dal cielo, decide di prendersi cura di lui come fosse suo figlio. Il tempo passa ed Actarus, questo e' ora il suo nome da terrestre, trascorre una vita serena lavorando nella fattoria La Betulla Bianca, dove ha modo di conoscere diversi amici, tra cui Koji Kabuto (Alcor nella serie), il pilota del Mazinga Z giunto al Centro di Ricerche come esperto in ufologia. Nel frattempo la stella di Vega sta lentamente morendo, cosi' il suo imperatore, intravedendo nella Terra una possibilita' di rinascita del proprio regno, ordina ai suoi uomini di installare una base segreta come punto di osservazione sulla Luna. E l'alba di un nuovo incubo di morte e distruzione, al quale solo il Goldrake potra' opporsi.
Straordinario capitolo finale della trilogia cominciata con Mazinga Z, Atlas Ufo Robot introduce nuovi elementi narrativi che rendono questa saga un indiscusso capolavoro. Ispirandosi al boom degli UFO che imperversa a meta' degli anni 70 (il disco di Alcor e' identico a quello di una famosissima foto di un presunto UFO scattata dal contattista Adamski), Go Nagai fa stavolta giungere il nemico dallo spazio profondo a bordo di incrociatori interstellari.
Mai come in questo anime e' cosi' chiaro l'orrore della guerra e le irreparabili conseguenze che essa porta. Qui non si combatte un folle scienziato o una stirpe demoniaca: questa e' una guerra fra popoli. Il cartone non viene accolto con eccessivo entusiasmo in patria, sorte del tutto differente in Europa, in particolare in Francia e in Italia, dove ottiene un successo senza precedenti che consentira' allOccidente di conoscere l'animazione Giapponese. Il pubblico rimane letteralmente rapito da un simile spettacolo di colori, dall'originalita' della storia e dalle musiche, da noi magistralmente composte da Luigi Albertelli e Vince Tempera. L'adattamento italiano e' impeccabile, ma essendo Goldrake giunto da noi prima dei suoi predecessori, i due Mazinga, non si tiene conto dei collegamenti con questi ultimi: ecco quindi perche' Koji Kabuto verra' chiamato erroneamente Alcor. Grazie a Goldrake, il quale verra' riprodotto in qualsiasi oggetto giocattolo o genere alimentare, il nostro paese scopre la parola merchandising: un autentico fenomeno di costume. Ma un nemico ben piu' potente e letale di Vega riesce ad intaccare la sua indistruttibile corazza: la CENSURA. Un comitato di genitori e sociologi si oppone alla messa in onda nelle reti pubbliche di questi cartoni animati, ritenuti troppo violenti e diseducativi, cosi' i robots spariscono dai palinsesti. Ma l'indipendenza delle reti private consente a queste ultime di beffare i benpensanti e acquistarne i diritti, cosi' a tutt'oggi, a piu' di vent'anni dalla loro comparsa, niente e' riuscito ad affievolire la magia ed il fascino che questi invincibili guerrieri riescono a sprigionare.