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Greta Giavedoni

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GRETA GIAVEDONI CANTA BERTOLT BRECHT:
Il materiale presentato in questo spazio contiene 6 lieder (scritti da Bertolt Brecht, tradotti da Giorgio Strehler e composti da Kurt Weill ed Hanns Eisler) tratti da opere di varia natura (L’Opera Da Tre Soldi, Ascesa E Caduta Della Città Di Mahagonny, The Master Race, Linea Di Condotta, Happy End, Berliner Requiem, Ciclo Di Ninna Nanne Delle Madri Lavoratrici) scelti per criterio di importanza sia stilistica che contenutistica fra i 16 brani (inframmezzati dagli interventi di prosa) contenuti nell’omonimo recital e fra i 9 registrati all'interno del CD. In esso canzoni e ballate vengono affrontati con educato spirito rivoluzionario, sia nella parte strettamente musicale che in quella interpretativa, variando tonalità ed estensioni sfruttando tutte (o quasi) le potenzialità della mia voce in frequenza, ampiezza ed espressività, sempre a servizio del chiaro messaggio brechtiano. La cosiddetta “post-produzione” (tutto il lavoro di studio) è pressoché assente per una mia personale scelta artistica di aderenza sonora fra materiale registrato e happening o performance live.

SEERAUABERGRETA:
Il sottotitolo del CD e del Recital significa letteralmente Greta Dei Pirati e prende ispirazione da uno dei lieder più noti che Brecht e Weill scrissero per "Die Dreigroschenoper" (L’Opera Da Tre Soldi). In essa compaiono i simboli della nave (antitesi della casa borghese) e dei pirati (uomini che non permettono ad alcuna regola o legge di assoggettarli, ovvero emblema del potere sovversivo). Queste sono le figure che evoca Jenny-Greta, la sguattera d'un albergo d'infimo ordine (che impersonifica "tutti coloro che stanno in basso"), esprimendo la propria sete di vendetta secondo alcuni e di giustizia secondo altri, nei confronti di coloro che l'additano e la deridono senza sapere chi lei sia e quale enorme potenza rivoluzionaria rappresenti e si celi di sotto agli sporchi cenci che la ricoprono.

BERTOLT BRECHT, L’OPERA, LE CANZONI, LA POESIA:
Dopo un intenso studio dell’opera brechtiana (durato più di due anni) potrei citare episodi più o meno salienti a comporre una breve biografia presentativa di quello che è stato indiscutibilmente il più grande drammaturgo del 1900. Tuttavia non mi preme parlar delle sue date di nascita e di morte, di quanti figli ebbe e crebbe, di quante donne amò. Sento invece l'urgenza di comunicare i motivi per i quali mi sono innamorata dell'autore e della sua opera. Brecht volle adempiere a un compito e compiere un sogno. Nell'ideale d'un arte utile alla società, egli scese “fra coloro che stanno in basso” per insegnar loro “come venir su”, parlando al pubblico come fosse un popolo intero, ma un popolo d'oppressi pronti ad acquisire quegli strumenti intellettuali indispensabili alla liberazione. E' in tale prospettiva che i suoi drammi divengono didattici, poesie e discorsi elevati si fanno maggiormente civici, ballate e canzoni (e arie d'opera lirica, come quelle de “I Sette Peccati Del Piccolo Borghese”) sempre più esplicite. Ed a cantare, declamare, recitare, ecco riuniti puttane-sante e madri lavoratrici, ebrei deportati e agitatori spartachisti, eccezioni, regole, e perfino figure storiche come Galileo e Giovanna D'Arco, o politiche come Rosa Luxemburg, tutti a sfilare sul palcoscenico brechtiano come personaggi non scevri da note di colore e mai privi della dimensione che è d'uopo per veicolare messaggi chiari ed efficaci. Fu così che, in una delle epoche più tragiche per chiunque promuovesse valori di pace, libertà ed uguaglianza, Brecht salutò con straordinario coraggio creativo ed aria di sfida i roghi e le deportazioni imposti dal Terzo Reich, a costo di “cambiar Paese più spesso che le scarpe”, sottoponendosi a processi ed esìli, senza mai piegare a compromessi la sua produzione artistica. E' forse anche per questo motivo che l'opera di Brecht non possiede unicamente il merito di rappresentare la nostra memoria storica, ma mantiene un tragico valore (per rendersene conto basta ascoltare La Ballata di Maria Sanders, scritta nel 1939, mentre si leggono gli articoli di quanto è accaduto a Malika Stoltayeva nella recente estate del 2006) risultando drammaticamente attuale e pertinente alle problematiche dei nostri qui ed ora. “Beato il mondo che non ha bisogno di eroi”, scriveva lui. E beato il mondo che non avrà più bisogno del suo intervento morale e di persone come me che ne raccolgano il testimone nella speranza di portarlo fra la gente. Peccato che quel mondo non sia il nostro.

My Interests

Music:

Member Since: 8/8/2008
Band Members: Voce: GRETA GIAVEDONI
Pianoforte: GIUSEPPE OLIVINI
Produzione Artistica: GRETA GIAVEDONI
Registrazioni e missaggi effettuati presso il Blue Note Recording Studio
di Enzo Mietta fra il 03/2007 ed il 03/2008
Servizio fotografico a cura di Valentina "Bax" Bassetti
Record Label: LP autoprodotto

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