Alla base del progetto c’era l’idea di reinterpretare in modo cameristico la grande tradizione musicale afro americana, il Jazz, strada maestra e punto di riferimento di ogni sassofonista.
Il quartetto di sassofoni ha la peculiare capacità di esprimersi con lo stesso lirismo degli archi ma al contempo con la potenza sonora degli ottoni, e tra gli attuali ensemble cameristici è quello capace di rappresentare al meglio la contemporaneità , forte della sua sonorità unica, moderna ed inequivocabile. Prova ne è la costante attenzione ed il vivo interesse dei compositori attuali per questo tipo di formazione strumentale.
I suoni striduli spesso dissonanti di Monk , il suono nero e rituale di Mingus, l’eleganza insuperabile di Ellington, la drammaticità espressiva e sinuosa di Parker, la torrenzialità di Gillespie, rappresentano i punti d’interesse del Trane Saxophone Quartet, che ne elabora originali arrangiamenti.
Negli gli anni il quartetto si apre a nuovi linguaggi musicali, in particolare orientandosi verso la musica classica, e comincia ad interpretare in modo personale trascrizioni dall’immenso repertorio colto. Il gruppo approfondisce lo studio della musica di Bach, appassionandosi alla scrittura contrappuntistica del grande maestro tedesco.
In seguito l’interesse si sposta verso la musica di Mozart, e l’ensemble si cimenta con l’immenso senso melodico, mai superato, del Maestro di Salisburgo.
Attualmente il Trane Saxophone Quartet sta approfondendo i compositori Piazzolla, Weill e Barber, aprendosi in questo modo a nuove sonorità : il Tango argentino, il Teatro sociale, e il Neoromanticismo statunitense.
I “paesaggi sonori†del concerto di oggi sono il racconto del percorso di ricerca e di crescita del Trane Saxophone Quartet.
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