MISsTAKE |Sabato 18 Ottobre|

MISsTAKE
L'anima underground delle serate londinesi da un paio d'anni si chiama Misstake. Nei maggiori club della città si riuniscono dj provenienti da ogni parte del mondo per stregare con le loro session centinaia di giovani amanti delle ultime tendenze musicali. Per la seconda volta il Misstake lascia le rive del Tamigi per trasferirsi in Italia dove il 18 ottobre prenderà forma grazie alla collaborazione di “Quei bravi ragazzi” al Parco Livenza di San Stino.
KASIMIR MALEVIC
Queste poche righe non hanno la presunzione di essere un saggio critico dell'opera di Kasimir Malevic, ma solamente una concisa disamina, che possa permettere a chi ha a disposizione solo pochi minuti di entrare nell'universo complesso e poliedrico del maestro russo. L' opera di Malevic ( Kiev 1878, Leningrado 1935) non può e non deve essere legata ad un preciso movimento d'avanguardia artistico in quanto il suo è un viaggio dai contorni ben definiti attraverso i più svariati periodi della storia dell'arte dalla fine dell'ottocento agli anni trenta del secolo scorso. Malevic inizia la sua carriera ripercorrendo i profondissimi solchi lasciati dagli impressionisti e facendosi rapire dalle forti cromie ed i giochi di prospettiva di Cezannè, arrivando a contatto con l'opera prima “fauve” e poi espressionista che saranno significative nelle opere giovanili sino a raggiungere e poi superare il cubismo di Braque e Picasso, fondamentali alla realizzazione dell'arte suprematista. Nel corso degli anni Malevic abbraccerà anche il futurismo e il costruttivismo. Il periodo più noto e che lo ha visto fondatore e maggior esponente resta comunque il movimento suprematista, che mirava a oltrepassare la rivoluzione cubista e a rendere non oggettiva la realtà fino a quel momento oggettiva, accedendo ad una purezza dell'arte possibile solo con l'abolizione del realismo figurativo pittorico, l'arte in sé non significa nulla, l'arte perviene all'espressione pura senza la sua rappresentazione. La massima espressione di tale concetto rivoluzionario è il quadrato bianco su sfondo bianco del 1918. “Non si sa a chi appartenga il colore, se alla terra, a Marte, a Venere, al Sole o alla Luna. Non sarà piuttosto ciò senza cui il mondo non sarebbe possibile? Non certo i colori che sono noia, monotonia e freddo, la forma nuda di un cieco. Il colore è una forza creatrice dello spazio.