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I'd like to meet:
il mondo, i luoghi, la gente. quello che fanno e quello che pensano...(e perchè non amano)
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litfiba,adriano celentano,gino paoli,linea77,negramaro,elisa,giorgia,subsonica,planet funk,george michael,madonna,gwen stephani,cindy lauper,enigma,alicia keys,whitney houston,tom jones,u2,lenny kravitz,the cure,lacuna coil,nirvana,cold play,blink182,plus44,p.o.d.,good charlotte,limpbizkit,linkin,gorillaz,system of a down,depeche mode,gorillaz,dave gahan,david bowie,snoop dog,pharrell,busta rhimes,50cent,moby,corona,ricky montanari,alex neri,lucio aquilina,joy kiticonti,franchino,gabry fasano,underworld,the chemical brothers,the klaxons,xpress2,massive attack,goldfrapp,royksopp,miss kittin,felix da housecat,fatboy slim,groove armada,cassius,hed kandi,blatta&inesha,lcd soundsystem,audion,suxchumbo,ivan smagghe,ltj bukem,steve lawler,layo&bushwacka,booka shade,erick morillo,eric pridz,sebastian leger,james zabiela,david morales,danny tenaglia,tiesto,trentemoller,richie hawtin,jpls,tractile,tobi neumann,sven vath,villalobos,luciano,magda,anja schnaider,tania vulcano,paul oakenfould,sharam,dubfire,ellen allien,loco dice,troy pierce,
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angeli e demoni - codice da vinci - l'uomo che uccide - il puttano - diario anna frank - in carcere ma liberi! - christiane F. noi, i ragazzi dello zoo di berlino -
Heroes:
INTERVISTA KURT COBAIN:
:D "I Nirvana sono diventati una "Grande Storia Rock", ma la musica sembra ancora essere una parte importante di questa storia; la tua musica offre quel tipo di semplice e potente emozione rock che molte altre band sembrano avere grossi problemi a regalare. Quanto sei orgoglioso del lavoro dei Nirvana?"KURT: "Domanda interessante. Mentre sembra esserci una certa, egoistica gratificazione nel vedere un qualsiasi numero di persone comprare i tuoi dischi o assistere ai tuoi concerti, niente di tutto ciò è degno, per così dire, anche solo di lustrare le scarpe alla soddisfazione data dal sentire una propria canzone suonata da una band. Bada bene, non sto parlando della radio o di MTV. Mi piace davvero suonare queste canzoni assieme a un bravo batterista e a un bravo bassista. Dopo mia moglie e mia figlia, non c'è niente che mi dia più piacere.
Sono estremamente orgoglioso di ciò che abbiamo realizzato insieme. Detto questo, comunque, non so quanto a lungo potremo andare avanti come Nirvana senza un radicale mutamento di direzione. Ho in mente un sacco di idee e di ambizioni musicali che non hanno niente a che vedere con quello che corrisponde al concetto di massa del grunge, a quello, cioè, che è stato inculcato a forza nei consumatori nel corso degli ultimi anni. Resta da vedere se sarò in grado di fare tutto ciò che voglio fare continuando a far parte dei Nirvana; in tutta onestà , so anche che Krist e Dave hanno delle idee musicali che potrebbero non fuzionare all'interno del contesto dei Nirvana. Siamo tutti un po' stanchi di essere etichettati: non puoi immaginare quanto sia frustante, soffocante".D: "Hai detto chiaramente di sentirti a disagio nell'essere considerato una cosiddetta rockstar, ma una delle cose che brani come Heart-Shaped Box e Pennyroyal Tea fanno chiaramente capire è che, per certo, sei un autore molto dotato. Vorrei sapere se, anche se magari a volte è un lavoraccio, il processo compositivo continua a essere per te una cosa piacevole e soddisfacente".KURT: "Penso che cessi di essere piacevole e soddisfacente quando penso a esso come a una parte del mio lavoro. Comporre è quella parte delle mie attività che non è un lavoro, ma un modo per esprimere sé stessi. Le sedute fotografiche, le interviste... quello è il vero lavoro".D: "Tu metti molta passione nelle tue performance. Ti trovi a rivivere i tuoi momenti di rabbia e di dolcezza quando esegui dal vivo le tue canzoni?".KURT: "E' una cosa dura, perché nel momento stesso in cui una canzone viene scritta tu attingi all'assenza di ogni momento di rabbia o di dolcezza. In un certo senso, ricreo soltanto la purezza di quella particolare emozione ogni volta che suono quella particolare canzone; sebbene, con l'esperienza, diventi sempre più facile evocare queste emozioni, si tratta anche di una cosa un po' insincera, nel senso che non puoi mai ricatturare completamente l'emozione di una canzone ogni volta che la suoni. Una performance vera e propria implica sempre un po' di finzione, cosa che io ho sempre cercato di evitare".D: "Per i Nirvana, dev'essere una sensazione ben strana esibirsi oggi negli stadi o nei palazzi dello sport. Vai d'accordo con il tipo di pubblico che viene adesso ai tuoi concerti?".KURT: "Molto più di prima. Qaundo cominciammo ad avere veramente successo, trinciavo un po' troppi giudizi sul pubblico che veniva a sentirci; avevo ancora un'etica un po' troppo punk, e mi faceva infuriare il fatto che piacessimo a quella stessa gente contro la quale la mia musica si scagliava. Da allora, ho imparato ad accettare le persone per quello che sono; senza riguardo per quel che erano prima di venire ad assistere ai nostri show, ho qualche ora a disposizione per cercare di sovvertire il modo che hanno di vedere il mondo. Non che cerchi di imporre loro le mie vedute; semplicemente, mi viene concessa una piattaforma sulla quale salire ed esporle. Alla fine di tutto, sono io che ho l'ultima parola".D: "Le tue canzoni sono costruite con grande perizia, però a volte sembra che tu ti gusti semplicemente il piacere di sparare la tua chitarra a tutto volume. Suonare la chitarra rappresenta per te un piacere o, come si dice, fai a botte con lo strumento?".KURT: "Il piacere sta proprio nel fare a botte con lo strumento. Io sono esattamente l'antitesi del guitar hero - so a malapena suonare! Sono il primo ad ammettere di non essere un virtuoso della chitarra: non sono certo Segovia. L'altro lato della questione è che, probabilmente, Segovia non sarebbe mai stato in grado di suonare con me".D: "Ora che c'è anche Pat Smear in formazione, è cambiato il tuo approccio con lo strumento? E' più facile gustarsi il suonare dal vivo con un altro chitarrista a darti mano?".KURT: "Pat ha fuzionato a meraviglia sin dal primo giorno. Oltre a essere uno dei miei migliori amici, Pat si è ricavato uno spazio all'interno della nostra musica che fa da complemento a quello che già c'era, senza forzare alcun significativo cambiamento. Pur non riuscendo a visualizzarmi come il futuro Mick Jagger, il fatto di avere Pat con me sul palco mi consente di passare più tempo a concentrarmi sui miei rapporti col pubblico. Sono diventato più showman... be', forse sto esagerando. Diciamo che avere Pat che tiene il ritmo mi permette di concentrarmi sulla performance nel proprio complesso. Penso che le nostre esibizioni dal vivo siano migliorate del 100%".D: "Su In Utero e dal vivo tu esegui alcuni dei più potenti anti-assolo mai tirati fuori da una chitarra. Cosa ti viene in mente quando arriva per te il momento di scatenarti con la chitarra?KURT: "Meno di quello che tu possa immaginare".D: "Krist e Dave fanno un gran lavoro nell'aiutarti a dare vita alle tue canzoni. Come descriveresti il ruolo che ciascun componente dei Nirvana, te incluso, ha nell'ambito del sound della band?KURT: "Mentre io riesco a fare un sacco di cose cambiando i canali del mio amplificatore, è Dave quello che dà fisicità alle dinamiche del gruppo; Krist è bravissimo a far sì che tutto proceda in modo equilibrato. Io sono soltanto il folksinger nel mezzo".D: "Oltre alle interviste, cos'è che ti infastidisce di più adesso?".KURT: "Stare lontano dalla mia famiglia per molti mesi alla volta; avere attorno a me gente che quasi mi costringe a mangiare del raffinato cibo francese quando tutto ciò che voglio è un piatto di maccheroni al formaggio; essere considerato inavvicinabile, io che in passato venivo definito timido. Le ho citate, le interviste?".D: "Nevermind ha cambiato grandemente la tua vita, ma avere accanto Courtney e Fances Bean probabilmete ti aiuta a mantenere le cose nella giusta prospettiva. Ti piace essere un padre di famiglia?".KURT: "E' la cosa più importante, per me. La musica è quello che faccio, la mia famiglia è quello che sono. Quando tutti si saranno dimenticati dei Nirvana e io farò da opener per i Temptations o i Four Tops in qualche revival tour, Frances Bean sarà sempre mia figlia e Courtney sarà sempre mia moglie. Questo conta più di ogni altra cosa, per me".Immaginate tre dj inglesi attorno alla metà degli anni Ottanta. Il grande boom del nightclubbing ancora non c’è stato, e il prefisso "superstar" è qualcosa che nessuno si sognerebbe di accostare alla parola "dj". I tre se ne vanno a Ibiza, rifugio hippy e freak per anonomasia, a festeggiare il compleanno di uno di loro, Paul Oakenfold, che oggi fa il superfigo e gira col jet personale suonando trance tamarra da Kuala Lumpur a San Francisco, ma allora era solo un sorridente ragazzotto appassionato di hip-hop, e sfoggiava una pettinatura degna di Bono Vox epoca The Unforgettable Fire. Gli altri due sono Johnny Walker e Danny Rampling: è il settembre 1987, e quella è la vacanza che cambierà la loro vita, e un po’ anche la nostra. Il perchè è presto detto: il clubbing che i tre avevano lasciato a casa loro in Inghilterra era ormai una faccenda assai seriosa e fondamentalmente poco divertente. Storie di posti in cui non entravi se avevi addosso un paio di jeans, di dj (quelli del circuito "rare-groove", il revival del funk nero delle origini) che appiccicavano pecette bianche sopra le etichette dei dischi per non far scoprire ai dj concorrenti i loro pezzi migliori. A Ibiza - che pure non era ancora la Ibiza da party non-stop di oggi - l’atmosfera era un po’ differente. Una solidissima comunità gay internazionale aveva colonizzato la vita notturna dell’isola diffondendo il gusto per tutto ciò che era nuovo e al tempo stesso "rilassato", con il risultato che adesso il suono dell’isola era un inimmaginabile misto di etno-afro, rock psichedelico, euro-pop e primissima house di Chicago.I tre inglesi passano da un club all’altro: chioschi di bibite sulla spiaggia attrezzati con un sound-system, o terrazze a cielo aperto come il famigerato Café Del Mar. All’Amnesia conoscono Alfredo Florillo, "dj Alfredo", un ex-critico cinematografico argentino riparato qualche anno prima a San Antonio - qualcuno dice per sfuggire alla persecuzione della dittatura militare di Videla - che è un po’ il guru musicale della situazione. Tutt’intorno facce sorridenti e gente che si abbraccia. Il paradiso in terra, praticamente. Merito della musica? Ma figurarsi. C’è un ingradiente segreto: l’extasy, una specie di anfetamina alla milionesima potenza ancora poco diffusa in Inghilterra il cui effetto più immediato è farti "sentire" di avere un corpo, e di come questo corpo sia un tutt’uno con i corpi delle persone attorno a te. I tra inglesotti ci danno giù pesante e vedono la luce, letteralmente. La loro missione da quel momento in avanti diventa una sola: ricreare in patria lo spirito di quell’estate a Ibiza. Detto fatto. Il primo a provarci è Oakenfold: appena tornato a casa convince il proprietario di un club a South London ad affittargli la sala dopo l’ora di chiusura. L’accordo prevede che alle due esatte del mattino si faccia sfollare in gran fretta il pubblico regolare del club mentre da un’altra porta vengono fatti entrare gli invitati al Project di Oakenfold. La prima settimana gli invitati sono un centinaio scarso: in capo a un mese - potenza del passaparola - l’affluenza è tale da diventare un problema di ordine pubblico, con massiccio intervento della polizia che impone la chiusura. Ovviamente non si tratta solo di schiamazzi notturni: è che con l’arrivo della moda "balearica" l’extasy è alla fine sbarcato anche a Londra. Una montagna di extasy: tanta droga come non se n’era mai vista tutta insieme. Pasticche con i loghi più fantasiosi: stelline, labbra a forma di bacio, segni zodiacali, coniglietti di Playboy, il trifoglio dell’Adidas, persino (con quasi quindici anni di anticipo) il logo dell’Euro. Un losco business da paura. Ed è chiaro da subito come l’extasy sia parte integrante di quei party, l’ingradiente speciale senza il quale il famoso afflato di "amore universale" non sarebbe mai scattato. L’extasy rende tutti sentimentali e tremendamente bisognosi di abbracci, ammorbidisce i caratteri hooligani, azzera le differenze sociali trasformando ogni club in una meravigliosa utopia politica di eguaglianza realizzata. E - particolare non trascurabile - rende "bellissima!" la minimale e lisergica house elettronica proveniente da Chicago e la sua giovane cuginetta inglese acid-house.Ogni weekend è come vivere costantemente dentro una nuvola colorata e profumata. Del resto allo Shoom - aperto da Danny Rampling e sua moglie Jenny nel novembre del 1987, affittando una notte alla settimana i locali di un "centro benessere" nei pressi del ponte di Southwark - sembrava proprio di stare dentro una nuvola: non vedevi nulla, due o tre macchine del fumo lavoravano a pieno regime avvolgendo il posto in una spessa nebbia al profumo di fragola che si mescolava al sudore della gente in pista, e le strobo facevano il resto insieme alla musica, ossessiva ed altissima. Tutti erano sorridenti, sudati, felicifelicifelicifelici (come da logo di un celebre flyer dello Shoom) e vestiti un po’ come capitava, per lo più in T-shirt e jeans larghi, bandane e Converse AllStars. I rigorosi dress-code che avevano regolato la vita notturna londinese fino a poche settimane prima erano stati spazzati via, definitivamente. Lo "smiley", il faccino giallo sorridente - reintrodotto proprio dai flyer dello Shoom - diventa il simbolo di un’intera stagione ottimista e stonata.Con l’inizio del 1988 il sogno di pace & amore a ritmo di acid-house diviene improvvisamente patrimonio condiviso da un’intera nazione. Sempre più gente si mette in coda all’ingresso dello Shoom (che fino a quel momento aveva vissuto solo della propria comunità di aficionados della prima ora), sempre più gente ingoia extasy come fossero bon bon, sempre più tabloid dedicano isterici servizi alla nuova moda contribuendo a diffondere il panico (ma anche ad arruolare nuovi adepti alla causa). Ad aprile Oakenfold, che non è un fesso, inaugura lo Spectrum nei locali dell’Heaven dietro Trafalgar Square, salutato ogni lunedì (lunedì!) da circa duemila paganti più un altro migliaio accalcato in strada nella speranza di entrare. E’ la prima avvisaglia dell’Estate dell’Amore incombente, il cui inzio ufficiale è l’apertura a giugno del Trip, in pieno West End di Londra. Lì la gioiosa e inoffensiva rivoluzione acid si riprende anche la strada: ogni sabato notte, alle tre, orario di chiusura del Trip, frotte di gente sciamano lungo Charing Cross Road sorridendo alle camionette della polizia in assetto da guerriglia urbana. È quasi un fragole & sangue, per una volta senza il sangue. Ma è un attimo. L’autunno segna l’inizio della lunga partita a guardie e ladri dei rave illegali nella campagna attorno a Londra. L’extasy miete la sua prima vittima, e sui giornali è tutto un "noi ve l’avevamo detto". Un vento freddo, freddissimo, comincia a spirare da Nord. La spensierata acid-house s’incupisce, diviene hardcore, gabber. L’Estate dell’Amore è già una foto ingiallita. Addio.(da: Rolling Stone, giugno 2004)