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Siamo in una villa svizzera adibita a clinica per malati mentali; in questa ala dell'edificio sono curati tre pazzi:uno si crede Newton, l'altro Einstein, il terzo è uno sconosciuto fisico di nome Mobius,che dice di vedere Re Salomone. Sono curati dalla Dottoressa Von Zahnd. E' stato appena commesso un delitto: Il pazzo che si crede Einstein ha strangolato un'infermiera, il commissario Voss cerca di capirci qualcosa...Questa è la situazione iniziale di un complesso intreccio dove chi è ufficialmente pazzo si dichiara sano e chi dovrebbe curare i matti è preda della stessa visione del suo malato. "Se le visioni dei malati mentali siano vere o no non è compito della psichiatria giudicare", questa è la frase di Mathilda Von Zand che apre nuove e intriganti possibilità.Nel testo di Durrenmatt non vi è solo un apologo sulla scienza, vi è la ricerca di un legame con la commedia attica, con la forza possente dell'invenzione teatrale, che può tramite il grottesco, trasformare "il mondo in commedia" e non far solo commedia della società. Malgrado le sue reticenze Durrenmatt disse: "fui ben lieto che Brecht si mettesse a parlare di sigari, che pensasse che con me non c'era niente da fare, che mi giudicasse troppo confuso" Vi è un legame, quantomeno temporale e linguistico con l'idea di un teatro che possa agire sul mondo, quello brechtiano ed interpretare i fisici rende impossibile non confrontare le due visioni. Durrenmatt cerca sempre di sfuggirci, si nasconde nel labirinto da lui sempre immaginato, presente, assoluto, dove trova forse solo nell'arte un mezzo che gli permette di pensare al mondo fuori del labirinto: "Il valore dell'arte non sta nel suo fine ma nell'azzardo con cui ne intraprende la conquista, nel cammino."Ed è qui, sulla via della ricerca d'un arte che non sia "buona solo per passare qualche ora davanti al camino", che dobbiamo confrontarci su quello che Durrenmatt vuole dire per noi stessi, come esseri umani."Portatori d'una azione drammatica sono degli esseri umani"
Record Label: Unsigned

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