Dr.Panico - Cantautore profile picture

Dr.Panico - Cantautore

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In ambito musicale si atteggia come un cantautore elettronico esordendo con “Il Piacersi”, album diffuso in 500 copie. E’ del marzo 2010 il nuovo album, “La Classica Scena In Cui Moriamo” (scaricabile gratis da www.diavolettolabel.com) che conta già più di 2000 download, lavoro che prosegue sulla stessa rotta di avanguardia pop che contraddistingue l’intera vita artistica del Dottor Panico. Gli aspetti grafici sono affidati alla cura ed al gusto di Antonio Sileo, autore delle copertine e dei libretti, e designatore dal vivo durante gli spettacoli. All’interno del libretto dell'album è contenuto un brano di Deian Martinelli (Deian e Lorsoglabro), mentre il logo è di Dr. Pira. Il Dottor Panico ha al suo attivo cinque cortometraggi, autentiche trasposizione visive della sua musica, a testimonianza di un’attitudine artistica multiforme. --------------------- --------------------------------(Teo Marroccoli)------------------------------------------------- ----------------------- ------------------------------------------------------------ ------------------- ------------------------------------------------------------ ------------------------ Tutti i brani presenti sullo space sono interamente suonati,registrati,scritti e arrangiati dal Dr.Panico,con tanta buona volontà----- --------------------------------------------- Grazie del vostro tempo e buon ascolto.---------------------------------------------------- ----------------------------- ------------------------------------------------------------ -------------------------- ------------------------------------------------------------ ------------------------ ------------------------------------------------------------ --------------------- ------------------------------------------------------------ --------------------- ------------------------------------------------------------ --------------------------- ------------------------------------------------------------ -------- ------------------------------------------------------------ ------------------------- ------------------------------------------------------------ ------------------------------------------------------------ ------------------- ------------------------------------------------------------ --------------------------------------------------------- ---------------------------------------------------------- Per contatti: 348-0737450 [email protected] come la immaginate? Ci avete mai pensato? Devo ammetterlo, io ci penso, e questo non significa che sono uno di quegli spostati che vive nella paranoia alienante e nel fatalismo, semplicemente ci penso quando qualcuno (uno di quegli stessi paranoici alienati vittima del fatalismo, un telegiornale o un quotidiano) mi ricorda che prima o poi accadrà e che probabilmente non accadrà mentre sarò immerso nel sonno, ma questo non deve spaventarmi e procurarmi turbe psichiche, non sono io in questo momento quello che sta vivendo la classica scena in cui uno muore, ci lascia le penne, senza abbandonarsi tanto ai ricordi, come dicono tutti: “ti passa la vita davanti in un attimo!” – no grazie – la vita mi è passata già una volta davanti e in un attimo sono nei trenta.Alla fine qualcuno doveva pur essere esplicito su quest’argomento spinoso e di non facile comprensione e io voglio ringraziare Dr. Panico per aver lanciato il sasso nello stagno senza troppi complimenti. Non ha diradato alcun mio dubbio, questo è certo, ma mi ha aiutato a comprendere che alla fine non sono solo io quello che se la immagina e che la modifica a proprio piacimento ed il fatto che lo abbia voluto fare con la musica semplicemente lo mette su un piedistallo abbastanza solido. Io amo un certo modo di fare musica, mi piacciono un sacco le belle voci, ma ho anche un debole per le belle parole, e quelle di Dr. Panico, anche se alcune volte ermetiche e diversamente interpretabili, sono una didascalia fondamentale in una fotografia senza senso del tempo e dello spazio e quel “vivo solo per il gusto di morire” in Portami via eutanasia è la versione dissacrante della sfida a senso unico tra vita e morte. Dr. Panico, nato come Filippo De Lisa, è un lucano trapiantato a Roma, capace cantautore e maneggiatore di elettronica dalle mille braccia è il solo e unico compositore di tutta la sua musica e prima con Il piacersi e poi con questo La classica scena in cui moriamo si mette in mostra per la grande sensibilità musicale e la capacità di adattare alla tensione sonora dei suoi brani una grande versatilità del verbo. Una promessa che merita una visibilità più ampia e che dimostra il suo valore nell’alternanza di elementi acustici ed elettronici, con preminenza di questi ultimi, nei vari brani del disco come ad esempio il minimal-reggae di Noi, presunte vittime del sistema o nei sintetici cambi di ritmo in Qualcosa di alienante.È un prodotto ottimo, di qualità, che mi ricorda una volta di più che prima o poi dovrò morire senza pensare troppo a come sarà e quando e con una giusta dose di ironia e leggerezza. Quasi mi ha tolto gli ultimi residui di paura. --------- (Lorenzo Tagliaferri - Impatto Sonoro)--- --------------------- ------------------------------------------------------------ ----------------- ----------------------------------- Dottor Panico. Dottor Panico è cresciuto con la musica, figlio d'arte nel senso inconsueto del termine. Dicono che al sud due sono le cose che ti mettono al mondo "ta mamma" e gli schiaffi. Per Filippo De Lisa gli schiaffi sono stati la musica, musica portatrice di codici, formule magiche di evasione, a volte rumorosa, dalla realtà quotidiana di quel paese (Potenza, nda) cresciuto sul nulla per il nulla. Il paese di provincia, in cui tutti bene o male nasciamo, traghettatore verso il niente, culla stupida di una sociale appartenenza che per alcuni diviene spesso insignificante. De Lisa e la sua necessità e desiderio di un linguaggio altrimenti indecifrabile, quello per cui non servono parole, servono, semmai, tantissime parole. Di indole insofferente, Panico percorre ogni giorno la stessa strada per tornare a casa.Scruta sornione i volti dei passanti. Non li odia, Panico non è mai un punk. I punk non hanno gli occhiali. Lui sì, ne ha un paio brutto, storto, anacronistico (nel senso più anti-vintage del termine anacronistico) e con quelli scruta il mondo. E' da qui che nasce la sua insofferenza, prurito sul naso, frenesia spasmodica alle mani (quella mani, badiamo bene, che userà per suonare). De Lisa e i passanti di via Pretoria. De Lisa e i giovani che litigano, discutoni di politica, parlano di soldi. De Lisa e un imperativo. De Lisa è un imperativo: "che palle!". Non è solo la svogliatezza nel decifrare il mondo. La semplicità del Panico, nasce dalla volontà di un ritorno alle origine, perchè l'origine, come dice stesso il nome, è qualcosa da cui nasce sempre quacos'altro. Non esistono aborti di origine - afferma Panico nei suoi testi. Ma esiste la fine, il the end agognato di ogni storia. L'eutanasia è un modo per sublimare l'origine, per far evaporare la narrazione - in questo modo, e solo in questo modo, rimane il midollo, lo scheletro di amianto, l'impalcatura portante, del senso/forma, insindibili come sempre, come sempre sono due accordi e cento parole. Perchè un accordo cos'è se non una costruzione armonica, una volontà di potenza di un underuomo sintetizzata in significato/suono. Tesi vita, antitesi mondo, sintesi Dottor Panico e un bel paio di stampelle. In deinitiva Panico ci racconta di questi cazzo di anni dieci, prendeno molto sul serio il non prendendersi sul serio. Scapigliando le corde di una chitarra-scotchcarta, anestetizzando il prestabilito con un caledoscopico esame linguistico di proverbri improbabili, trascinandoli organicamente nel futuro - futuro proverbiale. Ascoltate i suoi dischi e poi ditemi, cazzo, chi è che spacca in Italia. --------(Sacha Biazzo - Collettivomensa) ------------------------------------------------------------ ----------- ------------------------------------------------------------ ----------------------------- ------------------------------ Dr. Panico scuote il pensiero elettronico trasformandolo in low-fi minimal-pop. Lo forma per poi ritrasformarlo. Lo rende essenziale. Il disco supera le gerarchie e i canoni di omogeneità proponendo scenari elettronici che a volte si scambiano i ruoli con le chitarre acustiche. Drum machine deliberatamente essenziale; non è il ritmo, bensì il tempo a scandire la quotidianeità. "La classica scena in cui moriamo" rovescia gli aspetti della vita dell'autore addosso all'ascoltatore in uno scambio di ruoli e sintesi visive. Le liriche sovrascrivono il sonoro con tinte realistiche e a volte ironiche, mostrando l'autenticità delle figure e il senso di libertà e disagio del protagonista. Un appunto devo farlo: in alcuni brani c'è un uso eccessivo della struttura compositiva in rime, che conduce forzatamente il testo verso ingenuità che potrebbero essere evitate. Dr. Panico è comunque un autore/compositore che avrà la capacità di trovare itinerari ed elementi di trasformazione senza perdere quella unicità e quell'indipendenza che lo caratterizzano. --------(Luigi Guerrieri - Rockambula) ----------- ---------------- ------------------------------ Dottor Panico è un capolavoro. Nato. Nel senso di generato. E creato. Nel senso di lavoro del sé, capo, prima di tutto il resto. Per Dottor Panico è lecito utilizzare il verbo fare, usato comunemente in modo improprio. Dottor Panico fa cd-rom. Dottor Panico fa musica. Non suona. Nel “fare” si sintetizza tutto l'universo silenzioso che precede l'azione, in cui brilla il pensamento ebbro, animale e divino, retinato dal ripensamento cosciente, tutto umano. Vita quotidiana – interno giorno – l'universo è finito da un pezzo – il mondo circostante si è spento nello sbadiglio robesperiano della dissolvenza – il rumore della civiltà c'è, ma è da qualche parte, nascosto sotto la soglia dell'udibile – siamo sull'altare sommo della sua realtà – Dottor Panico fa il letto. Rifare il letto. L'azione materiale e quotidiana è morta. E' rimasto soltanto il succo pregresso. In quel momento Dottor Panico sta ricreando il letto, ex nihilo. Il gesto è impercettibile, per questo non esiste, come i numeri periodici. Il movimento è allora solo pensiero. Percezione del reale, digestione dell'esperienza sensibile, ideazione artistica, rutto tecnico. E il letto è rifatto. Interno notte – ricorre l'interno: siamo nella grotta dell'essere? - tutto è in disordine, tranne il letto, che ormai lo sappiamo - Dottor Panico piange, si piange addosso. E' esso stesso liquido, lacrima lacrimante. Ha perso una ragazza che non ha, beve per dimenticare di non volerla. La voce è roca, perentoria. Il concetto è semplice, per questo non si capisce. Lo si può solo condividere. E' un buttafuori della sua stanza. Non solo non fa entrare nessuno, ma butta pure fuori, addosso a noi, maree di cianfrusaglie: lampade, tazzine, posaceneri e quadernetti di appunti. La chitarra no, l'abbraccia, la salva. Ci salva. L'abbraccio si traduce in un tapping a due avambracci. L'atmosfera allora ritorna felice. Gioiamo, ricordandoci di tutto. Siamo operai, sottopagati, ma pur sempre nella fabbrica dei mostri. Esterno giorno – vociare frenetico: sono i significanti proverbiali e senza senso che sorreggono l'agorafilia – Dottor Panico è al centro della piazza – sta sognando gli altri sognare il suo sogno – disteso comodamente sul suo letto rifatto. Il ghigno è cieco, non si riflette, e per questo ci vede benissimo. Nelle fossette del sorriso ci siamo tutti noi, accatastati l'uno sull'altro, stiamo morendo nella vita, ma componiamo pur sempre un sorriso, anche se amaro e lucano, che il Dottor Panico ci sputa addosso nelle sue canzoni da mole nella miscela isotopica e trascurabile dell'esistenza scordata di ognuno di noi. ----------------(Sacha Biazzo - Collettivomensa)-------------------------------------------- ---- ------------------------------------------------------------ -------------- ------------------------------------------------------------ ----------- Dr. Panico, cantautore elettrauto tuttofare, terrone lucano sintetizzato. O almeno così sintetizzabile. Non se la prenda Dr. Panico perché queste non sono ingiurie bensì amabili adulazioni. La sua musica mi piace molto, stralunata, ordinata, schitarrata. Nuova, in una parola. Il suo disco Il piacersi, 300 copie artigianali come gli zoccoli di un mio zio hippie, è uscito non molto tempo fa e presenta quindici brani frizzanti e nichilistici, con bassi spacca-woofer e falsetti amatoriali. Che dire dunque di Portami via eutanasia, se non che mi pare un pezzo degli Amari o, meglio, del nostro benamato Swim. Rinascere americano fa ridere e non solo; qui c’è la sfrontata timidezza di questo giovane cantautore. Nella title-track poi troviamo spunti di infame quotidianità davvero notevoli, così come nell’estatica L’uomo che morde il cane, traccia simile al repertorio Prophilax. Degni di nota anche altri due brani: Che facciAmo? e Il diritto di blaterare. La prima, vera e propria medicina contro la noia del buonismo dei nostri simili; la seconda, canzone inno del pluralismo a tutti i costi, soprattutto nei momenti di Panico. ----("eFFeMMe")--------------------------------------------- --------- ---------------------------------------------------- -------------------------------------------------- ------------------------------------------------- -------------------------------------------------- Il Dr. Panico, che ho avuto il piacere di conoscere qualche settimana fa, è una one man band che orbita tra Potenza e Roma. Forte di una buona cultura musicale e di un’età anagrafica relativamente esigua, il nostro autoproduce la sua musica curando personalmente ogni aspetto: testi, chitarre, loops, kazoo, batteria elettronica, bombe a mano e tric e trac. Sostanzialmente il Dr. Panico è un cantautore pop-wave di formazione punk che simpatizza per il digitale e che dispone di un suo elegante e specifico humour. Mi ricorda vagamente Humpty Dumpty, e in effetti in entrambi i casi è evidente l’influenza di Faust’O epoca “Poco zucchero”. "Il Piacersi", che si compone di 15 pezzi 15 e che guadagna in confezione con i begli artworks di Antonio Sileo del Collettivomensa, è in definitiva un disco ben ideato e ben realizzato – con un capo e una coda, insomma – e un incipit interessante per un musicista/performer che ha ampi margini di miglioramento e che potrebbe sorprenderci piacevolmente a breve giro di vite. Supportatelo e non perdetelo d’occhio. ----(Simone Lucciola - Lamette)------------------------- ----------------------------------- -----------------------------
Record Label: Autoproduzione
Type of Label: Unsigned

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"Le Nostre Arance" - Dr.Panico Metti la scadenza sulle arance ma perchè dare per forza un senso ai nostri sogni? Suonano i nostri capi coi loro accordi e noi ci siamo scordati il giro di...
Posted by on Fri, 18 Dec 2009 08:49:00 GMT