About Me
I edited my profile with Thomas' Myspace Editor V4.4: nato nel febbraio del 1936, uno degli ultimi stornellatori romani che seguiva la lezione dei vecchi cantastorie alla “Sor Capannaâ€, dei posteggiatori da osteria e dei cantanti popolani di piazza a Trastevere nella festa de’ Noantri, a Monti nell’ Ottobrata, a Testaccio in maggio, e San Lorenzo, o alla festa del Cottio di Natale ai Mercati Generali, un vero mito per quelli oltre i quarant’anni. Del resto al Fleming, a Vigna Clara, a Casal Palocco, e a Le Rughe in pochi lo hanno mai sentito cantare o almeno nominare. Campione di una “razza romana†pura, di quella più verace, meno “ibridataâ€dunque da contatti con tradizioni, culture, linguaggi, debolezze, virtù, modi di dire e frasi estranei a quelli di una romanità integrale, densa, ispida, cruda, accettabile e comprensibile fin in fondo soltanto dai romani, quella stessa veracità romanesca così visceralmente popolana che è stata da molti male interpretata e quindi denigrata come sguaiata volgarità musicale da tenere lontana dalla televisione. Iniziò ben presto a cantare con la chitarra nelle feste rionali o di piazza sponsorizzate da mobilifici, pastifici, negozi vari, pure prima degli anni 60. Dotato di una bella voce e grande talento, con gorgheggi di gusto già superato. “Melismi, mordenti, portamenti†di uno stornellatore a voce piena e dai toni meno nobili per esempio dei raffinati cesellatori della melodia romana quali Claudio Villa in primis, Sergio Centi, Lando Fiorini o Giorgio Onorato. Lui aveva una voce più genuina, spontanea, meno educata, con pronuncia più vernacolare ed una vena ironica più ridanciana e graffiante, non mediata, da considerazioni di ordine estetico. Più adatta a quei doppi sensi e a quelle rime in “oni†e in “ulo†che abbondavano nelle sue interpretazioni vicino alla “plebe†fatte “de tacco e de punta†e il suo modo un po’ compiaciuto di interpretare la melodia soffermandosi sui passaggi più sentimentali dei testi cosiddetti a strappacore. “Serenata a papà , Serenata a Maria, Stornelli maliziosi, Stornelli in bikini, Stornelli a dispetto, Stornelli a ripicca, La cosa più bella, Me pizzica me mozzica, Me so magnato er fegato, So stato carcerato, Lupo de fiume†etc. Oggi anche i suoi figli Corrado (che è tenore) e Fabrizio, cantano molto bene e sono ricercati tra le feste di piazza più ambite. Senza dubbio uno dei migliori interpreti della canzone popolare romana, che ha preferito molto spesso una stornellata con gli amici all’osteria davanti a un bel fiasco, che integrarsi in un mondo che non gli apparteneva di certo a lui. Adesso sono sempre di meno le persone che cantano Roma. Ci ha lasciato, guarda il destino, lo stesso giorno della scomparsa del mitico Albertone, il 25 febbraio 2003. Un motivo in più per andarsene in punta di piedi, per molti forse, ma non per noi. Rappresentavano due volti di Roma, molto diversi eppure accomunati dalla radice popolare della loro arte. Bella Arvà senz’altro Amico de’ noantri, tra i Romani famosi c’è un posto grande pure per te!