Nato a Milano nel 1961, Pappalettera ha fondato all’inizio degli anni ’80 lo Studio Prodesign che ha orientato la propria attività in ambito musicale, illustrando le copertine e i booklet di alcuni tra i principali musicisti e cantautori italiani, tra cui Jovanotti, Pino Daniele, Adriano Celentano, 883, Timoria, Giorgia, Gianna Nannini, Fiorella Mannoia, Raf, Franco Battiato, Laura Pausini, Paola e Chiara, Fabrizio De André, Renato Zero. Successivamente si è dedicato alla regia di videoclip, alcuni dei quali insigniti da premi della critica, ad esempio Salvami di Jovanotti vincitore nel 2002 del premio per la regia come miglior video di ricerca, e Forma e Sostanza dei CSI.In parallelo Sergio Pappalettera ha portato avanti una particolare ricerca artistica che trova oggi conferma in questa mostra milanese che segue il fortunato appuntamento dello scorso agosto in Brasile presso Centro Cultural Justiçia Federal organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura Rio de Janeiro.
Le sue opere partono dal presupposto che il mondo è un insieme di loghi ben oltre il prodotto e la merce. “Posizionare questi loghi - scrive Luca Beatrice nel testo in catalogo - da una parte o da un’altra equivale ad attribuire loro un senso, un significato, un valore simbolico che invece risulta diverso. Ciò infatti li distingue dal mero oggetto di consumo, dalla marca, il cui potere di seduzione sta nell’essere uguale per tuttiâ€.
Sergio Pappalettera mette insieme una serie di segni che la nostra contemporaneità ha definitivamente assunto, trattandoli tutti allo stesso modo, senza alcuna gerarchia, come fossero stickers, illustrazioni su riviste o copertine di dischi. L’impatto visivo immediato risulta tranquillizzante e, appunto, a noi familiare e rassicurante: le istruzioni per l’uso dell’ossigeno in aereo, dove trovare un cash dispenser, fare silenzio, il ristorante più vicino. Segni che ci parlano direttamente e mirano al significato.
Il livello successivo, quello più critico e aspro del lavoro di Pappalettera, riguarda invece l’inclinazione simbolica che investe il valore persuasivo delegato all’immagine. Che si tratti di religione o di politica, di supereroi dei fumetti o di miti sessantottini, di armi di sterminio o di ossessione per la difesa personale, un’immagine semplice riesce a raggiungere subito il centro del problema.
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