Marco M. Anticamera Teatro profile picture

Marco M. Anticamera Teatro

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About Me

ANTICAMERA TEATRO www.anticamera.com

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Non sono un mostro. Le mie storie spaventano soltanto perché quelli che le vedono si sentono vincolati alla mia stessa colpa. La loro mostruosità si rispecchia nella mia, ed essi si scoprono più colpevoli di quel che credevano. Hanno scaricato sulle mie spalle il peso di tutto ciò che non hanno osato. Mi lusinga l'onore di cui mi fanno oggetto.

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Lo spettacolo andrà in scena

VEN 2 e SAB 3 NOVEMBRE ore 21
_ _ _ _ _ _ TEATRO ESPACE _ _ _ _ _ _

____________Via Mantova 38, Torino_____________
____________Info e pren. 0112386067____________

Testo e Regia:
Marco Monfredini
con la collaborazione di P.P.Pasolini, G.Parise, A.Dorfman, cantautori vari…

Attori:
Serena Bavo,Irene Cerrone,Enrico Di Rosa, Carlo Fardella,Lilith Minisi,Raffaele Palazzo,Sabino Sciotti

Scene, costumi, luci:
Marco Monfredini

Scenografie in vetro:Cannestraro M. - Faule(CN)

Collaborazione alle realizzazione scenografica: Vincenzo Bevacqua, Manuele Testa

Lo spettacolo indaga l’animalità e la psicologia del rapporto uomo - donna.
Le relazioni si dipanano sotto plurimi livelli di comunicazione. Un livello carnale, istintivo e incontrollabile e un livello psicologico, razionale e riflessivo.
Cosa succede quando ne prevale uno rispetto ad un altro? I legami s’intessono di piccoli e grandi rapporti di forza che hanno come risultato:
TORTURE PSICOLOGICHE.
Ne siamo tutti, ogni giorno, vittime e carnefici, consapevoli e inconsapevoli.
Un uomo e una donna, in un luogo austero. Dialogano con parole spezzate, i corpi sibilanti sembrano scucirsi per cercare uno spiraglio di uscita. Vivono e rivivono attraverso le immagini, il loro presente - passato. Immagini di gioie e dolori, di avvicinamenti e distanze che si alternano come una curva sinusoidale impazzita. Il loro rapporto è oramai logoro. Né la quotidianità, né l’assenza di amore ne sono la causa.
Le perversioni nascono da livelli inconsci che la mente crea per ripararsi dalla morte di ciò che ci circonda.
La paura genera perversione,
la sicurezza genera perversione.
Particolari incroci di perversioni tra due esseri generano ulteriori perversioni, che si manifestano con modalità inaspettate e il più delle volte nascoste.

Piccole azioni quotidiane ingabbiano la coscienza più di grandi dimostrazioni plateali. Nella ritualità si costruisce una comunicazione fatta di gesti e parole che possono imprigionare dentro un labirinto di giochi di forza.
“Ho ragione io o hai ragione tu?”
La ricerca della ragione e del torto impone all’immaginario di trovare strade in grado di orientare i propri pensieri per uscirne vincitori o perlomeno illesi.
Lei e la sua parte Razionale e Irrazionale, lui e la sua parte Irrazionale e Razionale. Le singole parti si incrociano provocando conseguenze che costruiscono o distruggono il rapporto.
Cosa succede in quel particolare istante quando la parte Irrazionale di lui incontra la parte Irrazionale di lei?
E che succede quando la parte Razionale di lei cerca di dialogare con la parte Irrazionale di lui?
O quando il Razionale di entrambi si confronta?
Ogni incontro provoca “risultati” diversi.
Il corpo deve arrivare fino al limite delle proprie sensazioni.
La mente trova la propria utilità nel contenere e nel fermarsi un passo prima della distruzione.
Se l’amore porta sofferenza è amore? E l’ostinazione è amore?
L’amore può portare alla separazione?
L’uomo e la donna s’imprigionano e si sprigionano in/da sottili gabbie della mente giocando una partita senza vincitori né vinti.
Può bastare la consapevolezza per pronunciare la parola fine?
Dalla perversione si può uscire con la perversione?

NOTE
Il lavoro associa una struttura drammaturgica basata su un linguaggio essenziale associato ad immagini di piccole e grandi torture fisiche che rafforzano concretamente il concetto più aereo di tortura psicologica.
Una violenza fisica è percepita in maniera molto più scioccante rispetto ad una psicologica, anche se spesso quest’ultima lascia segni permanenti, seppur meno visibili.
In scena un attore e un’attrice affiancati dalla loro parte razionale e irrazionale rappresentata da due attori e due attrici.
Attraverso i diversi incroci di queste quattro fisicità, il dialogo e la gestualità dell’uomo e della donna prenderanno forma e tesseranno la trama dello spettacolo.

FOTOGRAFIE sullo Space e su www.anticamera.com

Chi fosse interessato ad ospitare lo spettacolo ci può contattare al num. 3201840613

COMMENTI DEGLI SPETTATORI

...La tematica dell’amore è attuale e “classica” come quasi nient’altro al mondo, il modo in cui l’avete fatta venire fuori è contemporaneo, crudele, complesso, creativo. Avete provocato con energia ed efficacia. Tra gli spettatori c’è chi è uscito schifato o triste, chi si è illuminato, chi ci si è ritrovato tanto, in parte, chi ha rifiutato di ritrovarsi perché in imbarazzo, c’è anche chi è uscito commosso o contento. In ogni caso avete trasmesso…senza far uso di violenza senza senso, senza ricorrere a mezzi volgari o osceni...

...Eccellente scelta delle varie musiche. Se gli attori c’erano, se erano dentro il proprio ruolo, la musica dava una spinta considerevole alla partecipazione emotiva dello spettatore, aiutava ad evocare sentimenti, a farlo ridere o piangere...

...ho notato una capacità di utilizzare i simboli e gli archetipi veramente fuori dal comune, con pochi dettagli la forza di "tirare fuori dalle viscere" di noi spettatori un sacco di reazioni a cose che in realtà non venivano dette o recitate nella loro interezza. Pochi accenni per spalancare un mondo di sensazioni, non è facile, soprattutto se non si insiste su un'unica reazione (es. la paura), ma si vanno a toccare corde multiple nella mente altrui...

...Ho trovato suggestivo l’impianto scenico, calcolando il fatto che era ridotto all’osso e mi affascina sempre la capacità di dare emozioni e rimandi con pochi ed essenziali mess-immaggini...

...la ragazza gemeva come un bimbo appena nato e mi ha fatto tenerezza,è normale??...

...per certi aspetti è stato molto crudo, le scene sono molto forti ma sono state messe a nudo delle verità. ho ripercorso dei passaggi delle mie relazioni passate. di sicuro hai colpito nel segno...

...Davvero bello!Ci si fà domande sulla propria vita, si trovano delle verosimiglianze e ti trasmette la voglia di autenticità...

...E' reso bene il fitto intrigo di strani meccanismi che si innescano dalla fase dell'innamoramento alla prepotenza dell' "amore maturo"...

...Ho visto un articolato lavoro ricco di idee ed intensita', di passione e forti motivazioni...

Il tema è stato affrontato nella sua totalità, toccando ogni piccolo risvolto.Ho interpretato il dispiegarsi dello spettacolo come un'immersione ( quel liquido rosso mi ricordava la violenza, fisica e non), lieve, fino ad affogare, per poi riemergere. Essenziale e puro. Scenografia curatissima.

Fantastico, molto realista e in alcune parti anche commovente, molti simboli che rappresentano le coppie di oggi, chiaro e pungente...complimenti anche per il testo: romantico e "acido" allo stesso tempo!

semplicemente mi ha emozionato e mi ha lasciato un ricordo ricorrente in questi giorni. Intenso, crudo, a tratti realista e drammatico.Complimenti davvero!

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I'd like to meet:

Chi ha paura di farsi conoscere
e chi non teme di essere,
Chi sa di poter soffrire
e chi è capace di giorire,
chi ha paura di morire
e chi spesso non sa che dire,
Chi ama e odia tutto
e chi non si è distrutto,
... chi non si sente per niente
"LA GENTE".

SPRIGIòNàTI
Fotografie delle prove
ANTICAMERA TEATRO

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Marco durante il monologo conTinsOsPesO

Il Gruppo di SPRIGIòNàTI

Al Teatro Alfieri di Asti
-------------------- dopo lo spettacolo ---------------
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TUTTE LE REGIE...e altro:

"Il filo illogico delle differenze” di Marco Monfredini e Marco Lorenzelli - REGISTA E ATTORE -
“Vincent” di Marco Monfredini e Marco Lorenzelli - REGISTA E ATTORE -
"I Fisici” di Durrenmatt" Regia Fabio Palazzolo - ATTORE -
“L’AttoDelBradipo” da Michele Perriera -REGISTA E ATTORE -
“Mysteries and smaller pieces” con The Living Theatre - ATTORE -
“Io e Blue” per la regia di Barbara Altissimo – ATTORE -
“Sagome” di Marco Monfredini e Fabio Palazzolo - REGISTA E ATTORE -
“Al Salone Nuovo Mondo”da Peter Handke - REGISTA E ATTORE-
“Flash” di Marco Monfredini e Fabio Palazzolo - REGISTA E ATTORE -
“15 minuti di trasfigurazione di Plauto” di Marco Monfredini - REGISTA-
“Ogni luogo è il centro del mondo” di Marco Monfredini e Patrizia Besantini - COREGIA -
“conTinsOsPesO”da S.Benni e G. Gaber -ATTORE-
“Purim” spettacolo con 33 ragazzi della scuola media “E.Artom” della Comunità Ebraica di Torino - REGISTA -
"C come CaSaelevato8" di Marco Monfredini
con i partecipanti al laboratorio di formazione dell'attore di Anticamera Teatro 2005/06 - REGISTA -
"Lab.irinto" di Marco Monfredini
con i partecipanti al laboratorio di formazione dell'attore di Anticamera Teatro 2006-07 - REGISTA -
"Sprigiònàti" di Marco Monfredini - REGISTA -
"La Chiave dell’ascensore"di Agota Kristof (in lavorazione) - REGISTA -

FORMAZIONE

Si forma artisticamente tra gli altri con Danio Manfredini,Odin Teatret,Living Theatre,Michele Di Mauro,Barbara Altissimo, Oreste Valente,ITT,Roberto Castello,Igor Matyushenko.

E' direttore artistico della Compagnia Anticamera Teatro di Torino.
Si occupa inoltre di organizzazione teatrale, di promozione, di laboratori di formazione, della gestione dello spazio prove.
Lavora per tre anni nell'organizzazione del Festival delle Colline Torinesi.

Movies:

ANTICAMERA TEATRO
LABORATORIO DI RICERCA TEATRALE - SEMINARI / STAGE
Formazione teatrale non convenzionale
Conduttori: Marco Monfredini, Fabio Palazzolo
I percorsi di formazione che propone Anticamera Teatro non seguono orientamenti classici di apprendimento dell’arte teatrale. Al centro del lavoro viene posto l’individuo in relazione al gruppo e alle potenzialità che esso fornisce. L’esperienza teatrale viene formata sul campo tramite diversi approcci tra i quali:
_____allenamento corporeo e sensoriale
_____training fisico-vocale
_____recitazione con approccio irrazionale e razionale
_____coscienza del gruppo e dello spazio scenico
_____gruppi di regia
_____scrittura di testi
_____autoapprendimento
Il laboratorio è una fucina di esperienze. E’ un momento in cui, fuori dalla logica produttiva, si può scendere in profondità e permettersi di provare, sbagliare e conoscere. Il punto di partenza è il corpo, inteso come strumento di creazione. L’ascolto è il primo obiettivo per aprire le porte della percezione. Un ascolto attento, presente, onnisciente. La mente è il traduttore, è il sistema operativo, che formula e riformula l’azione. Il gruppo è il circuito che crea i collegamenti e permette alla creazione di espandersi e appropriarsi dello spazio.Il lavoro è adatto a persone con o senza esperienza.
L'obiettivo non è quello di ricercare uno stile o proporre un metodo, ma fornire degli strumenti per una sperimentazione autonoma.
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Television:


PROSSIMI PROGETTI 2007/08
REGIA TEATRALE
"LA CHIAVE DELL'ASCENSORE"
di Agota Kristof
Una camera rotonda.
Una tavola rotonda.
Una finestra.
Un grande trono rosso.
Un piccolo trono nero movibile.
Una donna. La protagonista.
Un ascensore. L'unico modo per raggiungere questa camera.
Una leggendaria principessa sogno.
Un leggendario principe sogno.
Una chiave serve, di per sé, per entrare. Una chiave può essere determinante per uscire. Entrare e uscire o... restare.
La protagonista, la donna, appartiene. Non è più. E' stata. Il tavolo è un oggetto statico.
La finestra fa entrare la luce, gli odori e i suoni del mondo là fuori, nella pianura. Una finestra chiusa, chiude anche una porta.
Se la chiave è di un ascensore, il movimento vitale diventa anche salire e scendere...o stare fermi. Ma di chi è la scelta?
Una principessa aspetta il suo principe arroccato nel castello, vestita a festa. Un principe che forse non arriverà mai.
E l'attesa è struggente. L'attesa può portare alla morte.
"Che ci faccio qui in questa solitudine?"
Anche la protagonista aspetta, ma non invano. Perché il marito, (il suo principe) torna a casa tutte le sere, dopo il lavoro, e la ama. Fino a toglierle il fiato.
"Non conosco la solitudine. Al mattino lui parte per la pianura, ma torna tutte le sere".
La principessa osservando lo specchio dell'attesa si ritrova vecchia. "Si avvicinò ad uno specchio. Una donna sconosciuta la guardava".
La donna lo specchio non può più guardarlo.
"Non ho più gli occhi. Perché le luci non mi disturbino...per il nostro amore".
Ma la principessa è triste mentre la protagonista no, lei è felice."Che cosa meravigliosa è l'attesa quando si è sicuri...".
La pianura che un tempo era capace di regalare odori, suoni e forme idilliache ora viene divorata velocemente dalla città che avanza.
Lo stesso avanzare con cui il marito divora il corpo della moglie.
Gli occhi, le gambe le orecchie fanno quello che possono. Ma ora non possono più. Per il suo, per il loro bene, "comanda gentilmente" il marito.
"Un'iniezione e tutto passa, solo una piccola iniezione"
grazie all'aiuto e al potere della scienza. Dopo averla privata del movimento, dell'udito e della vista, all’uomo non resterà che cercare di zittire il suono della sua voce, oramai solo capace di lamenti.
Ma la voce c' è per farsi sentire. E la vittima-carnefice, complice di lui e di se stessa, dopo aver "accettato" le mutilazioni, non permetterà all'oggetto del suo amore di privarla dell'ultima cosa che le è rimasta:
la voce.
La voce per farsi ascoltare.
La voce per poter raccontare la sua storia.
PAROLE CHIAVE
Sacrificio/Viltà/Dipendenza/Freddo/Attesa/Non avere scelta/suomicidio/accettazione/ribellione/nulla è ciò cheappare/verità/rughe/mutilazione/fiaba/stagioni/nido d’amore/senza fiato/ritmo/dignità/gesto d’amore/sanità/nervi/specchio/occhi blu/muri/ronzii/meticolosità/piccolo lampo di ostilità...
CENNI SULL'AUTRICE E SUL TESTO
a cura di Patrizia Bologna
Agota Kristof nasce in Ungheria nel 1935.In una notte del 1956, con un bambino di quattro mesi fra le braccia, varca la frontiera con l’Austria e giunge in Svizzera, dove inizia a lavorare dieci ore al giorno in una fabbrica di orologi. Nella piccola cittadina di Neuchâtel, dove tuttora vive, comincia a scrivere in una lingua che non le appartiene, il francese.
Agota è una scrittrice cinica, pungente, ironica.
I tre romanzi che l’hanno resa celebre - Il grande quaderno, La prova, La terza menzogna - usciti in traduzione italiana nel 1998 con il titolo di “La trilogia della città di K” vertono sull’irrisolvibile conflitto tra la necessaria propensione alla verità e l’inevitabile potenza della menzogna.
Il suo stile è minimalista, freddo, asettico. Uno stile nato per controbattere l’iperbole di eventi narrati, ma sostanzialmente una scelta che è una non - scelta, un’imposizione dovuta alla difficoltà di scrivere in una lingua straniera, una lingua che si va imparando scrivendo e non leggendo, come succede nei processi formativi abituali.
Se quindi gli elementi del mondo visibile vengono chiamati brutalmente con il proprio nome, i sentimenti, le emozioni vengono banditi: non esistono termini oggettivi, reali, concreti con cui nominarli, quindi non esistono tout court.
Nasce nel 1977 “La chiave dell’ascensore”, brevissima pièce che la Kristof scrive per acquisire confidenza con la lingua francese.
Quattordici pagine da leggere tutte d’un fiato, dense di violenza ed emotività, di dolore e disillusione.
“La chiave dell’ascensore”, come molti testi della Kristof, lascia senza fiato, i polsi tremanti. Ronzano nella testa tanti “perché”. Questo testo ricorda, per certi aspetti, molti lavori del maestro cinematografico del melodramma contemporaneo, Lars Von Trier: il tragico e incomprensibile asservimento delle eroine di Le onde del destino, Dancer in the dark, Dogville pare assomigliare moltissimo alla testarda ubbidienza della Donna della Kristof.
Il sacrificio.
Ma il sacrificio in nome di cosa? Quale uomo o entità o valore o religione consente un sacrificio così assoluto?
Il gesto finale sembra stare a metà strada tra quelli non compiuti da Emily Watson e Bjork (nei primi due film)e quello invece compiuto da Nicole Kidman (nel terzo): la Donna, in un esasperato istinto di sopravvivenza – non della propria vita ma della propria voce – uccide il Marito, il carnefice, colui che per amore l’ha privata della libertà, della dignità di essere umano, amputando non solo il corpo ma anche lo spirito.
Un omicidio che diventa – forse, ma la Kristof questo non lo dice – anche un suicidio.
Il Marito ha creato una tale dipendenza che la Donna non può vivere sola, ma può solo lasciarsi morire.
In tutti i testi della Kristof è presente la tragedia della perdita della lingua.
Ma cosa contiene una lingua per viverne la perdita con una tale ossessione? La lingua madre è il ritmo del cuore materno, rappresenta le prime emozioni, la forma del nostro io più intimo. È con la lingua madre che costruiamo il mondo e qualsiasi altro idioma sostitutivo non potrà mai prenderne il posto, anzi il francese della Kristof sarà “una lingua nemica perché sta uccidendo la mia”.
Indagando invece il rapporto tra i due coniugi emerge innanzitutto il tema della menzogna intesa come celata verità: gli individui – soprattutto quelli che ci stanno vicini e che amiamo – non sono mai ciò che appaiono.
La relazione verte sul conflitto tra libertà e privazione, su presunto amore e annichilimento. Il Marito desidera che la Donna divenga totalmente dipendente da lui. La Donna accetta perché le azioni del Marito paiono essere gesti d’amore.
Ma fino a quando si può resistere?
Non a lungo, pare insinuare la scrittrice attraverso una pur velata manifestazione di follia della protagonista.
I gesti insensati, pur se accettati, covano dentro all’animo come germi malsani che, presto o tardi, infettano la sanità.

Books:


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FOTO VARIE

Il mio socio Fabio e io in scena in video -conTinsOsPesO-

Una scena da "l'AttodelBradipo"la mia prima regia

Una scena da LAB.IRINTO -Spett.lo allievi 2006

Laboratorio con Michele Di Mauro in Anticamera 2007

Laboratorio con Michela Lucenti in Anticamera 2007

My Blog

Check out this event: LABORATORIO DI RICERCA TEATRALE 2007/08 e altro

Hosted By: Marco Monfredini - Anticamera TeatroWhen: 26 set 2007, 20.00Where: Torino Via G.Gené 3Torino, TO 10152ItaliaDescription:Marco Monfredini - Anticamera Teatro Click Here To View Event...
Posted by Marco M. Anticamera Teatro on Thu, 06 Sep 2007 02:07:00 PST

Torture psicologiche - materiale umano

Per chi ha da raccontare...da donare spunti di riflessione sulle "torture" psicologiche che si instaurano nei rapporti di coppia...per arricchire il lavoro sullo spettacolo che tratta di questo. Grazi...
Posted by Marco M. Anticamera Teatro on Fri, 27 Jul 2007 04:21:00 PST