About Me
Questa è la nuova pagina myspace dell' Arachide Jumbo. E' stata creata da Dj Frantisek con la collaborazione degli anziani della casa di riposo "Villa serena". Gli anziani hanno operato gratuitamente, limitandosi ad accettare dosi non consentite di medicinali a titolo di rimborso spese. Nessun anziano ha subito danni permanenti nel creare queste sito.
STORIA:
Ufficialmente si potrebbero raccontare tante cose sull'Arachide Jumbo... Purtroppo la memoria storica del gruppo è Mario, che non si ricorda manco cos'ha mangiato a pranzo, quindi siamo messi bene...
Il gruppo nasce più o meno tra la fine degli anni '90 e l'inizio del nuovo millennio, per volontà di Mario, Giovanni (detto Gianni) e Roberto e per ragioni che verranno esplorate nel prossimo volume della biografia "Credi ai giganti? Storia dell'Arachide Jumbo tra cronaca e leggenda", per cui ringraziamo ancora Riccardo Bertoncelli. A proposito di leggenda, si narra che quando il chitarrista Nicola fece il suo ingresso nel gruppo, pressappoco nel 2000, il "remerdorio" consistesse in 3 brani di Gary Moore, qualcosa di Eric Clapton, Impressioni di Settembre e La canzone del sole. Intorno al 2001 gli Arachide si mettono in cerca di un tastierista, mentre cominciano già a lavorare al primo disco con Zizzo "Magic Touch" Fusaro dei Pursuit Green. Sbuca fuori il pianolista, un tipo di nome Cesco, alto un metro e un cazzo con poca voglia di fare e incapace di suonare e il gruppo fa tutta una serie di concertini pagati sempre meno e seguiti sempre di più.
Una sera, poi, così tra il lusco e il brusco e senza preavviso, arriva Barbara: ancora non si è capito chi l'ha invitata, ma alla fine è piaciuta a tutti e in più abbiamo apprezzato che abbia rubato il microfono a Mario con la sagace motivazione "Io ho i capelli e tu no". Dopo due anni e tanti concertini, viene alla luce il disco "Arachide Jumbo", registrato in presa diretta nella camera dei salami. Come sempre accade, dopo un'overdose di successo, il gruppo va in crisi: Nicola entra in stage nei Marmaja, Roberto si dedica ad attività meno culturali e più peccaminose, Barbara fa la pendolare tra il lavoro, l'amore e la musica (distanti 30 chilometri l'uno dall'altro)...
Il punto di svolta arriva nel 2004, con la defezione del bassista, ormai votato alle tentazioni della carne. Dopo aver convinto Mario a passare al basso e sgomberare il suo seminterrato (largo dieci metri quadrati e alto un metro e settanta), iniziano i lavori per la costituzione del nuovo gruppo. A rilanciare la produzione dell'ensemble è l'acquisto, da parte di un pianolista sempre meno pianolista e sempre più produttore, di un computer portatile. Grazie ai prodigi tecnologici, le improvvisazioni e le performance del gruppo vengono raccolte in un archivio smisurato (e perennemente in fieri), giunto ormai intorno alle 60 ore di registrazione.
L'ARACHIDE SUL PALCO:
Trasformisti, ecclettici, prostituiti alle leggi del mercato, gli Arachide Jumbo, nel corso degli anni, hanno suonato nei contesti più differenti e improbabili: feste della birra, sagre paesane, buskers, matrimoni, localini per famiglie, stamberghe, canoniche e pub per ggiovani con due "G". Con un repertorio che spazia dall'improvvisazione pura a cover blues-rock, dall'intrattenimento a tentativi di set acustico sabotati dalla potenza della sezione ritmica, gli Arachide si adattano in genere al contesto in cui vengono ospitati. Vi stupirebbe apprendere quante arzille nonnette, giunte alla sagra della salama da sugo per ballare il liscio, si siano scatenate in interminabili ovazioni e tentativi di rimorchio dei membri del gruppo, per niente deluse dalla performance musicale. E quanti maragli ubriachi abbiano richiesto bis su bis in sordidi e fumosi pub sperduti nelle campagne padane.
Da qualche anno, grazie alla collaborazione con la compagnia teatrale Teatroinsieme di Sarzano, una costola dell'Arachide Jumbo, con l'apporto di prestigiosi ospiti, ha dato vita al recital "Marcondiro'ndero", che cerca di parlare di Pace mescolando musica e parole, intimismo e denuncia politica: dai racconti della guerra alle poesie di denuncia, dalle musiche di Bob Dylan a De Andrè, fino al Battiato di "Povera patria". Memorabile lo show in cui, con un accordo tenuto segreto fino all'ultimo, il pianolista e il chitarrista trascinarono sezione ritmica e pubblico in una versione rockeggiante di "Bella ciao"... Altrettanto memorabili gli interventi del conduttore dal palco: ogni sua presentazione di "Povera patria" provoca l'immediata mobilitazione del reparto locale della Digos.